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Archimede

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Archimede

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Durante la seconda guerra punica Marcello, comandante dei Romani, facilmente avrebbe espugnato Siracusa, se allora non ci fosse stato in città Archimede, esperto delle arti matematiche, famoso osservatore del cielo e delle stelle e straordinario inventore di macchine da guerra. Contro l'arsenale ben provvisto dei Romani Archimede dispose molti e vari strumenti di tortura tra le mura affinché gli assediati scagliassero ingenti pietre contro le navi dei nemici che erano lontane e allontanassero quelle che erano più vicine con fitte frecce. Perché i soldati dei Siracusani scagliassero le frecce verso i nemici senza pericolo, aprì le mura della città con molti ed angusti fori: e così, poiché le frecce erano state lanciate per essi, i Romani erano segretamente colpiti. Le navi che invece si avvicinavano alle mura, erano distrutte da un uncino di ferro ed erano lanciate contro gli scogli con ingente spavento dei marinai. E così i Siracusani elusero l'assalto dei Romani per tre anni. Avesse voluto il cielo che Archimede avesse vissuto più a lungo! Ma quel famoso uomo esperto, quando i Romani espugnarono Siracusa, trovò una morte improvvisa. Infatti Marcello, che aveva conosciuto bene la fama dell'uomo, ordinò ai soldati che lo risparmiassero, poiché voleva portarlo con sé a Roma, ma Archimede venne ucciso da un soldato, che non lo aveva riconosciuto.






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