BELLUM TARENTINUM (Eutropio- cotidie legere . 183 n. 274)
Nello stesso tempo ai Tarentini,
fu dichiarata guerra, che ora mai si trovano in fondo all'Italia, poiché
avevano fatto un'ingiustizia agli ambasciatori dei romani. Questi chiesero un
aiuto contro i romani a Pirro, re dell'Epiro, il quale traeva le origini dalla
stirpe di Achille. Egli subito giunse in Italia e allora per la prima volta (i
romani) combatterono con un nemico d'oltremare. Fu mandato contro di lui il
console P. Valerio Levino, il quale, avendo catturato degli esploratori di
Pirro, ordinò che quelli fossero condotti attraverso l'accampamento, di
mostrare tutto l'esercito e di rilasciarli andare affinché riferissero a Pirro
qualunque cosa venisse fatta dai romani. Attaccata subito battaglia, sebbene
Pirro già fugisse, tuttavia vinse con l'aiuto
degli elefanti, che in quanto sconosciuti atterrirono i romani. Ma la notte
pose fine alla battaglia, tuttavia Levino fuggi durante la notte. Pirro
catturò milleottocento romani e li trattò con sommo onore e,
seppellì gli uccisi. Avendo visto questi giacere anche morti con ferite
nel petto e con il volto tumefatto si dice alzasse le mani al cielo con queste
parole: che egli avrebbe potuto essere il padrone di tutto il mondo, se gli
fossero toccati tali soldati.