CESARE
DE BELLICO CIVILI LIBER III VERSO 94
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Nel medesimo tempo Cesare ordinò di avanzare alla terza fila che fino a
quel momento era rimasta in riposo e ferma nella sua posizione. E così
ricevendo i soldati sfiniti il cambio di forze fresche e riposate, mentre gli
altri assalivano alle spalle, i Pompeiani non furono in grado di reggere e si
diedero tutti alla fuga. Cesare invero non si era ingannato nel pensare che il
principio della vittoria dipendeva da quelle coorti che erano state dislocate
nella quarta fila contro la cavalleria, come egli stesso aveva affermato
nell'esortare i soldati. Da queste coorti infatti dapprima fu sbaragliata la
cavalleria, dalle medesime furono annientati arcieri e frombolieri, dalle
medesime fu circondata la schiera pompeiana dal lato sinistro e fu provocato
l'inizio della fuga nemica. Ma Pompeo, quando vide la propria cavalleria
respinta e si accorse che era in preda al terrore quella parte dell'esercito su
cui sopra tutto confidava, e, non avendo inoltre fiducia negli altri, si
allontanò dal campo di battaglia e subito si diresse a cavallo
nell'accampamento e a quei centurioni che aveva posto di guardia presso la
porta pretoria disse a voce alta perché i soldati lo udissero: 'Proteggete
l'accampamento e difendetelo con zelo, se le cose dovessero volgere al peggio.
Io faccio il giro delle altre porte per rassicurare i presidi
dell'accampamento'. Dopo avere detto queste parole, se ne andò
nella tenda pretoria, persa la fiducia nell'esito finale, ma tuttavia aspettando
gli eventi.