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CULTURA E SPETTACOLO: LA LETTERATURA DELLA PRIMA ETA' IMPERIALE
La fine del mecenatismo
La ssa di Mecenate crea un forte distacco tra i letterati e il potere. Il rinvigorirsi di una storiografia contraria al principato, fa sì che nasca un nuovo atteggiamento di ostilità verso la dinastia giulio-claudia. Nemmeno Claudio riuscì, durante il suo principato, a cambiare la situazione, sebbene avesse la fama di erudito e avesse scritto già alcune opere.
Nerone è il primo che ritenta la ripresa del mecenatismo: sono di questo periodo, ad esempio, le poesie di stile classico o la poesia bucolica di Calpurnio Siculo, tutte ispirate a Virgilio che rappresentava la mediazione tra potere e poesia. Nerone istituì i Neronia, una gara di canto, musica, poesia e oratoria. E' un fatto importante perché mostra l'indirizzo che Nerone voleva dare a queste manifestazioni culturali, rendendole pubbliche e spettacolari, oltre all'intento di riprendere il mecenatismo. Tutta la vita di Nerone è vista come una performance.
Sotto i Flavi questa moda delle gare poetiche pubbliche si diffonde moltissimo, ma in modo nettamente differente dall'indirizzo di Nerone: i Flavi parlano di un programma di restaurazione morale e civile (non quindi di aperture ellenizzanti come Nerone). In questo periodo la poesia epica ha una forte ripresa con modello Virgilio, mentre in prosa si assume come modello Cicerone. L'idea di ripresa del mecenatismo viene del tutto abbandonata e si impone un nuovo gu-
sto.
Letteratura e teatro
L'attività sempre crescente del librettista mostra da un lato che gli autori di quel tempo erano obbligati a rivolgersi al teatro per avere proventi maggiori, dall'altro che l'opera teatrale veniva sempre più apprezzata, in special modo la pantomima. Era questa una rappresentazione teatrale, spesso di carattere intensamente drammatico, in cui un attore cantava, accomnato da musica, il testo del libretto (fabula saltica), mentre un secondo attore mimava la vicenda. Il successo di questo genere teatrale fu ad dir poco ENORME: solo i giochi del circo non riscuotono un successo inferiore. La letteratura assume un aspetto "teatrale".
Seneca il Vecchio e le declamazioni
Si diffondono, durante l'età imperiale, le declamazioni pubbliche. La declamatio era un esercizio delle scuole di retorica, e Seneca il Vecchio ce ne dà testimonianza in un'opera frutto dei ricordi di scuola. Seneca il Vecchio nacque a Cordova (Sna) intorno al 50 a.C. Divise la sua lunga vita tra Roma e la Sna, frequentando i più elevati ambienti sociali romani. La sua opera testimonia il cambiamento che hanno portato sull'attività retorica a Roma l'avvento del principato e la ssa della libertà politica. A causa di questa ssa, era andata svanendo la funzione civile della retorica, che consiste ora in inutili esercitazioni (le declamazioni, appunto), che vertono su argomenti romanzeschi e fittizi, scelti per attirare l'attenzione degli alunni o del pubblico generico. Alle declamazioni come spettacolo pubblico parteciperanno anche personaggi di spicco della politica.
I due esercizi della declamatio erano la controversia, che consisteva in un dibattito di una causa immaginaria, e la suasoria, che consisteva nel tentativo da parte dell'oratore di orientare le scelte di un famoso personaggio di fronte ad una scelta difficile immaginaria. Dato il carattere fittizio, gli oratori cercavano di stupire non con il fatto, ma con colorazioni del discorso o presentando la situazione in modo imprevedibile, sempre usando molte ure retoriche ritmate.
Le recitazioni, o la letteratura come spettacolo
Altra forma di intrattenimento pubblico sono le recitationes: lettura di un'opera letteraria a opera dell'autore davanti ad un pubblico di invitati (genere introdotto da Asinio Pollione).
Ma, come sempre, il cambiamento di pubblico (ed è anche il caso delle declamationes), porta con sé trasformazioni dei caratteri dell'opera: la letteratura è sempre più spettacolare, teatrale, va alla ricerca dell'applauso del pubblico (non più appartenete ad una classe ristretta, ma a tutte le classi), e quindi cerca di stupirlo con artifici della lingua simili a "giochi di prestigio". Questa ricerca dell'applauso tende a spezzare l'organicità dell'opera, perché si tende a creare dei "pezzi di bravura" autonomi.
Questo tipo di letteratura del I sec. È caratterizzata da una forte componente anticlassica, che si manifesta sia sul piano dei contenuti (temi insoliti, esotici, spettacolari), sia su quello formale, con un'esasperata ricerca di tensione espressiva che ha fatto parlare di "manierismo" stilistico.
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