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Caio Giulio Cesare
Prima di procedere nel racconto degli eventi, è bene conoscere da vicino una delle ure più importanti della storia romana.
Caio Giulio Cesare nacque il 12
luglio del
I modi di Cesare erano affabili e ammaliatori, sostenne da sempre l'azione di
Pompeo e organizzò indebitandosi giochi per il popolo (
I° triumvirato di Cesare, Pompeo e Crasso
Alla morte di Catilina, Pompeo ritornò a Roma forte del bottino di 20.000 talenti. Ma il senato, attribuitogli il trionfo, non volle comunque retificare la sua redifinizione delle province asiatiche, temendo di dare eccessiva importanza a un solo uomo e memore dei tentativi di congiura appena sventati. Da parte sua Pompeo non osò opporsi, diligentemente aveva persino sciolto il suo esercito allo sbarco a Brindisi, per dimostrare il suo attaccamento alle istituzioni.
Intanto Cesare tornò nel
Cesare ebbe l'idea di fondare un patto tra gli esponenti più forti del partito democratico, e cioè egli stesso, Pompeo e Crasso. Tale patto venne chiamato col nome di 'I° triumvirato'. In realtà il patto era stato stretto più tra Cesare e Pompeo, mentre a Crasso spettava il ruolo di ura rappresentativa. Cesare e Pompeo, pur mirando singolarmente al potere, avevano al momento bisogno del reciproco aiuto. Il compito del triumvirato era quello di impedire ad altre ure tra gli ottimati e i democratici di ottere eccessiva importanza, ogni avvenimento politico doveva accadere a vantaggio dei tre contraenti. Lo scopo era quello di far eleggere Cesare, una volta eletto egli avrebbe dovuto lavorare per trovare adeguata 'sistemazione' agli altri membri del patto. Cesare venne eletto console, e come rappresentante degli ottimati, tra mille difficoltà, venne eletto Marco Calpurnio Bibulo.
Cesare promosse subito tre grandi riforme:
- La prima consisteva nella ripresa dell'idea di Ruffo. Le terre statali della Campania dovevano essere vendute per l'acquisto di terreni da assegnare ai reduci di Pompeo. Nella distribuzione dei terreni si sarebbe dovuto dare precedenza ai cittadini più poveri, se le terre non fossero bastate, per il loro acquisto si sarebbe dovuto servirsi dei proventi derivanti dalle entrate della camna orientale di Pompeo. La commissione incaricata di poteri straordinari avrebbe dovuto comporsi di 20 membri;
- Il secondo progetto di legge consisteva nella proposta di confermare tutte le conquiste di Pompeo in Asia Minore;
- Il terzo progetto consisteva nella diminuzione degli oneri fiscali degli appaltatori di opere.
Ovviamente le proposte incontrarono la strenua opposizione degli ottimati e del senato. Per impedire la loro approvazione Catone e gli altri senatori ricorsero abbondantemente all'ostruzionismo (il tempo a disposizione per la seduta era limitato, Catone e gli altri prendevano la parola per l'intera seduta bloccando di fatto ogni lavoro).
Per fare in modo di avanzare nei lavori Cesare presentò le proposte di legge direttamente ai comizi tribuni. Fu proposto allora da Bibulo lo scioglimento dell'assemblea popolare per sfavore degli dei, ma Cesare forzò la decisione e si procedette alla consultazione: il giorno delle elezioni i veterani di Pompeo si presentarono con un pugnale nascosto sotto le vesti. Le elezioni, nel generale clima intimidatorio, furono vinte da Cesare, Bibulo fu trascinato via con la forza dai suoi sostenitori, che temevano per la vita del console, Catone fu scacciato dalla folla. Ogni progetto di legge fu approvato, Pompeo e Crasso furono nominati membri della commissione agraria. Bibulo si rifiugò per tutto il suo mandato nella sua dimora, il consolato era di fatto in mano al solo Cesare.
Nel
Altra importante questione era
l'assegnazione d'ufficio di una provincia al console in scadenza di mandato:
Cesare teneva molto alla carica, il senato, sapendo questo, aveva destinato ai
due consoli due provincie secondarie. Il tribuno Publio Vatinio, sostenitore di
Cesare, propose una legge atta a consegnare allo stesso Cesare
Alla fine del suo mandato consolare, Cesare non abbandonò da subito Roma, ma volle rimanere nei pressi dell'Urbe per sbarazzarsi politicamente dei suoi avversari più agguerriti, Catone e Cicerone.
Per fare ciò i popolari favorirono l'elezione a tribuno di Publio Clodio, uno spregiudicato avventuriero, uomo energico e istintivo. Bello e piuttosto incline alle avventure sentimentali, aveva avuto una relazione con Pompea, la seconda moglie di Cesare (Cesare si separò dalla seconda moglie nel 62, nel 59 sposò Calpurnia, con la quale rimase legato fino alla morte). Nonostante questo Cesare perdonò il giovane, intendeva infatti servirsene per i suoi scopi, e Clodio era il personaggio giusto. Questì passò nel 59 dagli ottimati ai democratici: durante l'assenza di Cesare da Roma egli agì da suo agente, promuovendone le riforme. Una prima riforma prevedeva la distribuzione gratuita del pane ai poveri, la seconda la costituzione dei collegi stradali (collegia compitalicia) e la terza la possibilità di costituire assemblee anche nei giorni festivi.
Clodio, che odiava personalmente
Cicerone, promosse anche una legge speciale ad hoc che stabiliva la
privazione 'dell'acqua e del fuoco' (acquae et ignis interdicio)
per i funzionari che avessero condannato alla pena capitale un cittadino romano
senza processo (la legge faceva riferimento allo sbrigativo processo con il
quale furono condannati a morte i cospiratori di Catilina nel 63, vedi modulo
precedente). A Cicerone, nonostante i tentativi di mitigare la pena, non rimase
altro che partire per
Catone, invece, venne allontanato da
Roma col pretesto di una delicata missione a Cipro, cosicché Cesare
partì per
Accadde però che Pompeo venne in urto con Clodio a causa della sua politica troppo spergiudicamente demagogica. I sostenitori di Cicerone approfittarono di questo conflitto per ottenere la riabilitazione di Cicerone, il quale rientrò solennemente a Roma nel 57, con i beni restituiti. Pompeo si avvicinò sempre di più al senato, Cicerone, per riconoscenza, gli attribuì poteri straordinari per la durata di 5 anni e lo insignì della carica di proconsole.
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