Cicerone Filippiche
IV, 2
Infatti chi è che non comprenda
questo, che, se Cesare non avesse preparato l'esercito, il ritorno di Antonio
non sarebbe avvenuto senza danno? Infatti così faceva ritorno, ardente
per il vostro odio, bagnato dal sangue dei cittadini romani che aveva fatto
uccidere a Suessa, a Brindisi, affinché non pensasse
a nulla se non alla rovina del popolo romano. Inoltre quale difesa della vostra
salvezza e salute c'era, se l'esercito di Cesare, dei fortissimi soldati di suo
padre, non ci fosse stato? Delle cui lodi ed onori, che a lui sono dovuti
divini e immortali grazie a meriti divini e immortali, il senato
decretò, assentendo alla mia richiesta, poco prima che si presenti una
proposta ad ogni prima occasione. Per il quale decreto, chi non vede che
Antonio è stato giudicato nemico? Come infatti possiamo chiamarlo, il
senato decide particolari onori da ricercare per coloro che comandano eserciti
contro di lui? Che? La legione Marzia, che a me sembra abbia tratto per volere
divino, da quel dio, quel nome da cui consideriamo generato il popolo romano,
non ha giudicato essa stessa, con le sue deliberazioni, prima del senato,
Antonio nemico? Infatti, se quello non è nemico, è necessario che
giudichiamo nemici quelli che lasciarono il console. Ottimamente e a proposito,
o Quiriti, con il vostro plauso avete acclamato
l'azione meravigliosa del Marziali: i quali si sono
rivolti all'autorità del senato, alla vostra libertà, a tutto lo
stato, lasciarono quel nemico, ladrone, assassino della patria. E non solo
fecero ciò con animo e fermezza, ma anche con ponderazione e saggezza:
ad Alba si fermarono in una città favorevole, fortificata, vicina, di
uomini fortissimi, di cittadini fedelissimi e ottimi. La quarta legione,
imitato il valore di quella legione, con il comandante Egnatuleio,
che il senato lodò per merito poco prima, ha raggiunto l'esercito di
Cesare