latino |
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Il latino stesso che viene oggi insegnato nelle scuole coincide fondamentalmente con quello delle orazioni e dei trattati retorici e filosofici di Cicerone. Si tratta di un modello stilistico che andò progressivamente formandosi nel corso dell'esperienza intellettuale di Cicerone.
Per il suo periodo giovanile è lui stesso a parlarci di una juvenilis redundantia (frondosità giovanile), che si manifestava in un che di retorico e gonfio con presenza di ripetizioni, per una ricerca di effetti formali piuttosto che per l'esigenza di argomentazione.
Successivamente egli dice di essersi moderato (grazie al retore Molone) giungendo alla perfetta maturazione delle sue piu personali e specifiche facoltà. Mette in rilievo la sua piu viva sensibilità stilistica, che si esprime nel saper impiegare indifferentemente bene i tre principali livelli ( tripartita varietas): umile, medio e alto.
Ma l'aspirazione a qualcosa di ampio è forse la spinta piu caratteristica dello stile maturo di Cicerone. Essa si ma infesta soprattutto nel dominio della sintassi. Al cellula fondamentale è qui il periodo. E il periodo di Cicerone è un periodo ampio, con geometrica distribuzione di coordinate e subordinate attorno al centro costituito dalla proposizione principale.
Alla perfetta costruzione dell periodo, concorrono i giochi di parallelismi e contrapposizioni.
Concinnitas armoniosa consonanza delle rispondenze , è questa a disciplinare l'arte di disporre in equilibrio fra loro le singole scritture (i cola di 4-6 piedi, i commata di 1-3 piedi) in modo da ottenere sequenze dotate di un certo adattamento ritmico.
C'è inoltre una seconda fonte di piacevole ritmicità il numerus = sequenze metriche chiamate clausulae.
Cicerone aspira ad unostile geometrico, lucido e chiaro, capace di impressionare lo spettatore sollevandosi con l'aiuto di ure retoriche e strutture ritmiche.
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