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GAIO VALERIO CATULLO
A chi potrei donare questo nuovo, grazioso libretto, dalla ruvida pomice appena levigato? Oh Cornelio, a te: infatti eri solito ritenere che queste mie "Nugae" (leggerezze, bazzecole) valessero qualcosa,sin da quando, unico fra gli Italici, osasti trattare la storia di ogni epoca in tre volumi colti, per Giove, e ponderosi. Perciò abbi questo libro, quale che sia, comunque sia; che possa, o Vergine Musa, durare più di una generazione.
Grammatica e sintassi:
Cui..dono: ind. in luogo di cong., perché è una domanda retorica.
Libellum: diminutivo di "liber" (cfr. il Neoterismo e i diminutivi).
Corneli: voc. in -i della II decl. in -ius.
Solebas..nugas: "solebas" regge l'inf.va "putare", che regge "esse". "aliquid" è pred.del oggetto.
Italorum: gen.partitivo.
Iuppiter: interiezione tipicamente colloquiale.
Quidquid: pron.indefinito.
Libelli: gen.partitivo dipendente da hoc.
Tibi: dat.etico con sfumatura colloquiale (cfr. al verso 3).
Quod: nesso relativo.
Plus+abl.: II term. di paragone (forma altern. a "quam"+c.del I term.).
Saeclo: forma sincopata per "saeculo"(generazione).
Analisi retorico-stilistica e commento:
CARME I : è scritto in endecasillabi faleci, che rendono ritmo e metrica leggeri ed aggraziati. Si apre con una dedica in apertura (cfr."Corneli,tibi"v.3) che indica il destinatario, Cornelio Nepote, estimatore di C. sin dagli esordi.
Al v.1: allitterazione della L, l'uso di "libellum", diminutivo di "liber" tipico del Neoverismo, mette in evidenza anche la brevità dei componimenti contenuti."Lepidum" deriva da "lepos" (grazia, leggiadria), termine chiave della poesia neoterica.
Al v.1-2: omoteleuto in -um (lepid-um, nov-um, libell-um, expolit-um); il rif. ad un'attività concreta è volto ad indicare il rapporto fra autore e libro (anche nel senso del oggetto fisico).
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