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Giovenale (50/60 .d.C. 130/140 d.C.)
Vita
Giovenale nacque tra il 50 e il 60 .d.C. e morì tra il 130 e il 140 .d.C. Dalle testimonianze di Marziale si pensa che Giovenale sia stato di condizione modesta, addirittura è possibile sia stato un cliens (a cui fa riferimento nelle sue opere). A Roma esercitò l'attività di avvocato e di declamatore e forse anche maestro di scuola. Sulla sua difficoltà di vivere egli scrisse 16 satire in esametri raccolte in 5 libri.
Opera
Nella I satira
Giovenale espone il proprio programma: fare una rassegna dei vizi degli uomini
e all'obiezione che la satira potrebbe risuscitare risentimenti, egli dice che
parlerà male solo dei morti.
Temi e stile della satira di Giovenale
Giovenale rinnova fortemente i caratteri delle satire, che composte in esametri, si rifanno ai modelli di Lucilio e Orazio. Da Lucilio egli prende la vis polemica, ma come Orazio, senza potersi permettere bersagli precisi e con vincoli di libertà molto forti.
Giovenale, al contrario di Orazio che si esprime con la bonarietà del colloquio e parla con sorridente ironia, è rabbioso e le sue satire sono invettive contro i vizi della società. Egli non segue alcuna filosofia in quanto vuole solo condannare la società.
Rispetto ai modelli mancano nell'opera di Giovenale i riferimenti autobiografici, i dialoghi vivaci, i mimi, gli excursus narrativi, gli apologhi.
Nelle satire di Giovenale i personaggi hanno forza autonoma. Così la satira di Giovenale si accosta agli epigrammi di Marziale, che sono una ricca galleria di personaggi, con la differenza che Marziale ride dei tipi e dei vizi della società che descrive mentre Giovenale manifesta solo sdegno ed una rabbia insopprimibile.
Nelle satire Giovenale denuncia la condizione dei letterati della sua società, attanagliati dalle difficoltà economiche e umiliati dal successo delle "star" dello spettacolo.
Giovenale vede nel presente solo il male e la degradazione sempre più pesante della società che ha perso i sani principi e valori della società arcaica e contadina,quali la parsimonia, la fides e l'onestà morale.
Giovenale individua la causa della decadenza nel denaro e nell'afflusso di stranieri. Nella prospettiva del cliens romano che vede in pericolo i propri piccoli privilegi, gli stranieri, soprattutto i Greci, rappresentano il "diverso", che ha alterato senza rimedio il tessuto sano della società.
Il poeta critica anche i nobili, corrotti e rammolliti dai vizi più turpi sono capaci solo di vantarsi dei loro antenati.
Alle donne contemporanee, che vivono in assoluta libertà da regole e da principi etici, vengono contrapposte le spose e madri dell'antichità, custodi del focolare domestico, fedeli, pudiche e incorruttibili.
Lo stile di Giovenale è ciò che lo allontana dal genere letterario della satira. Infatti manca del tutto la varietas, la forma dialogica, l'uso del sermo cotidianus è limitato, l'ironia e la comicità sono quasi assenti. Assomiglia molto di più ad una tragedia ed è usato un registro alto.
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