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IL ROMANZO
Nella letteratura antica il romanzo non aveva un posto molto importante, non aveva neppure un nome. Il termine nasce nel medioevo e indicava uno scritto volgare, contrapposto al latino, narrante storie leggendarie, avventurose e fantastiche, sorte in ambiente feudale e cavalleresco. Il genere del romanzo moderno nasce al di fuori della cultura classica, che si assesta nelle sue forme più caratteristiche fra il '600 e il '700, fino a raggiungere la sua massima fioritura nel corso dell'800.
I romanzi greci, conservati per intero, sono tutti di età ellenistica e romana. Risalgono al periodo anteriore alla 2^sofistica (2°-l°sec. a.C.). Il romanzo nasce dunque in età ellenistica, quando la prosa, usata fino a allora per l'informazione oggettiva, fu utilizzata anche per l'invenzione fantastica. Il romanzo greco aveva davanti a sé la storiografia come punto di riferimento, e come essa usava la prosa. A differenza di essa, il rom. si rivolgeva ad un pubblico di livello culturale meno elevato, presentandosi come letteratura d'intrattenimento e consumo. Le trame sono molto complicate e avventurose, particolarmente adatte a generi che si rivolgono ad un pubblico vasto dai gusti semplici e ingenui. È una letteratura di evasione, pur facendo riferimento a situazioni e sentimenti comuni, in modo da ottenere un audience vasta e partecipe. L'eroe del romanzo, a differenza degli eroi tragici e i personaggi della commedia antica, non ha una dimensione sociale; la sua è una storia personale e privata che riguarda gli individui e si rivolge agli stessi. L'amore nel romanzo sta al centro della vicenda, e in esso si identifica il lettore, che vuole il 'lieto fine'; lo scioglimento risulta sempre felice. Spesso vengono richiamate anche le grandi divinità sovranazionali, come Iside o il Sole. Rilevante fu anche l'influsso delle religioni misteriche, anche se non si può dire che il rituale misterico abbia dato origine al romanzo, ma che esso, usando il vocabolario del suo tempo, ha attinto anche dal repertorio delle metafore religiose. Esistevano vari tipi di rom.: la fissità dell'intreccio permetteva una grande variabilità sia di vicende che di toni; si passa da romanzi d'amore a storie di viaggi meravigliosi, o a racconti fantastico-utopistici. Il romanzo greco, pur essendo una letteratura di consumo, non significa che fosse di basso livello o senza ambizioni artistiche: sono infatti gli unici testi di età ellenistica e romana che rappresentano il modo di vivere della gente comune. Riflette la mentalità della sua epoca più di quanto non faccia la fredda produzione della 2^sofistica.
In passato si credeva che la letteratura latina derivasse le sue origini da quella greca, e in particolare dalla "Fabula Milesia" di Aristìde di Mileto (2° sec. a.C.): era caratterizzata dal realismo e dall'erotismo, due elementi presenti sia in Petronio che Apuleio, i quali a loro volta presentano vari legami col romanzo greco (per esempio le traversie della coppia di innamorati, come nel "Satyricon", è un elemento fisso del romanzo greco, così come l'eros e gli intenti religiosi che ritroviamo nelle "Metamorfosi").
PETRONIO
Intelligenza, acutezza critica, cultura, uomo raffinato e dissoluto. Padronanza della lingua adeguata ai personaggi. Introduce i dialetti del tempo. In lui libertinaggio e signorilità "convivevano" armoniosamente.
Satyricon:
La narrazione viene fatta in prima persona da Encolpio, che insieme ad Ascilto e allo schiavetto Gitone, che si presta ai loro turpi voleri sessuali facendoli anche litigare tra loro, vanno vagabondando in avventure inconsuete in vari luoghi dell'Italia meridionale. Più avanti nel racconto e anche la ura del vecchio Eumolpo, un vecchio e sudicio, ma intelligente, letterato con una vera e propria mania per la poesia, che sostituisce, come comno protagonista, Ascilto.
Il passo più ampiamente svolto nel racconto è certamente quello dell'immane banchetto nella sontuosa casa del ricchissimo Trimalchione: colui si può definire un mix di bonomia, goffaggine e furberia; non per niente si assiste alle cose più impensabili durante questa "cena". Compaiono in questa parte del racconto anche la moglie di Trimalchione, Fortunata, e alcuni dei suoi servi. Nel racconto, non raramente, sono inseriti dei versi di opere famose e non, con lo scopo di "commentare" le varie vicende narrate e descritte.
L'opera di Petronio denota una grande fantasia dell'autore, e caratteri briosi ed armoniosi. La sua arte narrativa è esperta e finissima, e la sua lingua presenta insieme costrutti arcaici, classici, forme grecizzanti ed arditi neologismi. Si può quindi considerare anche come importante documento storico.
APULEIO
Cultura molto vasta sia in campo greco che latino; grande dedizione ai problemi filosofico~religiosi (ellenismo); stile descrittivo ricco, grande ricerca di effetti.
Tra le sue opere minori compaiono: l'unica orazione giudiziaria del suo periodo (denominato decadente); Florida, in 4 libri, si tratta di un'antologia che tratta di parecchi e svariatissimi problemi culturali; Scritti Filosofici, in 3 trattati, di cui uno è il riassunto delle dottrine platoniche, un altro tratta dei dèmoni suddividendoli in 2 categorie, e il terzo è dedicato alla teologia cosmica.
Le Metamorfosi o Asino d'oro
È un'opera in prosa divisa in 11 libri; lo svolgimento della vicenda è intercalato con continue digressioni; tutto ruota intorno alla materia greco~orientale. Si può dire composto di 3 parti diseguali: a) il racconto della metamorfosi di Lucio in asino, b) le novelle intercalate, c) l'iniziazione del protagonista ai misteri di Iside ed Osiride. La trama è la seguente:
Lucio sta viaggiando in Tessaglia, Grecia, smanioso d'assistere ai prodigi magici per cui è famosa questa regione. Sapendo che la moglie del suo ospite è una famosa maga, decide di farsi trasformare da questa in un uccello; ma sbaglia unguento e diventa non un uccello, bensì un asino. Sa che forse potrà riavere le vecchie sembianze solamente il giorno seguente. Si adatta quindi con dolore alla sua nuova condizione. Le principali vicende che poi lo vedono implicato sono: la dura vita in una caverna di ladroni, da cui fugge con una loro prigioniera per poi essere subito ripreso; vengono poi liberati di nuovo dal fidanzato di lei. Lucio vive per un po' di tempo felicemente insieme ai 2 sposi. Ma essi vengono uccisi da un rivale geloso: viene dunque venduto a una banda di sacerdoti della dea Siria. Altre simili vicende si susseguono finché l'asino non viene venduto a 2 cuochi di un ricco signore, presso i quali se la "spassa" più allegramente. Ma poi decide di fuggire e giunge a Cencrèa. Qui, svegliatosi nelle prime ore della notte, dice una preghiera alla Luna, e, riaddormentatosi, sogna la stupenda ura di Iside. Il giorno dopo, seguendo le istruzioni da lei avute, riesce a riacquistare l'originale sembianza di uomo, nella quale, però, non vivrà più in modo impuro come un tempo: purificatosi, ottiene la consacrazione a sacerdote di Iside. Infine, recatosi a Roma, è assunto dal collegio sacerdotale di Osiride.
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