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IL TEMA DELLA SCOMPARSA DI UN CARO IN CATULLO

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IL TEMA DELLA SCOMPARSA DI UN CARO IN CATULLO


Il tema della perdita di una persona cara è ricorrente in Catullo, in particolare il dolore per la ssa del fratello è presente in ben tre carme e in uno è il tema principale

Il carme 101, appunto, narra del viaggio in Bitinia compiuto dal poeta tra il 57 e il 56 a.C. al seguito di Gaio Memmio e del dolore per la morte prematura del fratello.

La poesia inizia con un accenno alla distanza della tomba da Roma che non va inteso come un richiamo alla distanza del viaggio, che risulterebbe riduttivo, ma all'impossibilità di un frequente    "mutam nequiquam alloquere cinerem".

Il tema della lontananza è presente anche nei carme 65 e 68, in cui si marca il fatto che la morte sia avvenuta in terra straniera nei pressi del luogo dove un tempo sorgeva Troia che viene definita appunto come comune tomba d'Asia e Europa e che viene ripetuta per ben tre volte in tre versi per ricordare bene al lettore che il luogo dove è avvenuta la morte è un posto maledetto. La città, che fece perdere la vita al fiore degli eroi Argivi, fa perdere la vita al fratello del poeta anch'egli un forte guerriero, tanto che Catullo tra tutti i rammarichi inserisce anche il fatto di non poterlo più sentire raccontare le sue imprese.

Un altro tema ricorrente in tutte tre le poesie è la tristezza che ha provocato questo evento nel poeta che sembra soffrire di più del morto stesso: nel carme 101 nel verso due miseras è rivolto a inferiae per ipallage, cioè le offerte non sono tristi in se ma è triste l'animo di chi le compie. Anche nel carme 68 nel verso 93 il misero non è riferito al fratello bensì al poeta, un accorgimento che usa Catullo per marcare il forte dolore che ha dentro di se forse ancor più grande del rammarico del fratello per essere morto.

Il tema della morte del fratello venne ripreso in epoca umanistica da Marullo; nel suo Epigramma 22 riprende il carme 101 di Catullo contaminandolo con il carme 68 dello stesso poeta. Infatti, viene ripreso sia il tema della lontana, sia quello dell'infelicità del fratello, sia quello della morte metaforica della casa tratto dal carme 68.



Lo stesso tema viene ripreso ancora più tardi da Foscolo che nella poesia In morte del fratello Giovanni riprende alcuni dei temi dei carme di Catullo come la distanza e l'immenso dolore. A differenza di Catullo la poesia inizia con un periodo ipotetico a sottolineare il fatto che il poeta non ha neanche la certezza di poter portare al fratello le sue lacrime cosa invece sicura per Catullo; quindi Foscolo esprime allo stesso modo dei suoi colleghi il rammarico per la prematura ssa del fratello e per il fatto che ha lui forse non gli sarà concesso il dono di poter piangere sulla tomba.

Il fatto che lo stesso tema venga trattato da tre famosi autori in tre epoche completamente diverse sta a significare che è stato e sarà un argomento con cui autori di ogni fama si cimenteranno, la rappresentazione del dolore, infatti, è un cardine portante della poesia che a volte viene preso troppo alla leggera. Una cosa molto strana è il fatto che gli autori non abbiano trovato altre parole se non quelle dei carme di Catullo, più che elogi funebri ai rispettivi fratelli le poesie di Marullo e di Foscolo sembrano elogi al grande poeta latino.


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