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IL TERRORE DELLA MORTE (3, 870-884)
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Onde qualora tu veda un uomo compiangere se stesso Perché dopo la morte accadrà che il suo corpo sepolto imputridisca, o vada distrutto dalle fiamme o dai morsi delle fiere, è lecito arguirne che non parla sinceramente, o cela nel cuore un'angoscia segreta, anche se egli stesso nega |
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di credere che alcuna sensibilità potrà sopravvivergli. Non mantiene, ritengo, quel che promette e le premesse del suo ragionare, né si sradica del tutto dalla vita balzandone fuori, e forse inconsapevolmente fa vivere qualcosa di sé dopo la morte. Infatti quando da vivo immagina il suo futuro postumo |
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E che uccelli e fiere lacerino il suo corpo defunto, egli commisera se stesso; non riesce a separarsi di lì, non sa separarsi abbastanza dal suo corpo gettato, ma si sente compenetrato con esso e restandogli vicino lo contamina con il suo senso. |
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