IV CATILINARIA, L'argumentatio
modulo 4
Vedo che fino a questo momento sono due le proposte, l'una di Decimo
Silano, che è del parere che coloro i quali hanno tentato di distruggere
questo nostro stato debbano essere puniti con la morte, l'altra quella di
Cesare il quale respinge la pena di morte, accetta tutte le durezze delle altre
pene. Entrambi propendono per una pena di estrema severità, sia in
relazione al proprio prestigio sia in relazione alla gravità del crimine
commesso. L'uno ritiene che non si debba permettere che godano della vita e di
quest'aria che noi tutti respiriamo, per un solo istante, coloro i quali
tentarono di privare della vita noi tutti , che tentarono di privare della vita
il popolo romano, che tentarono di distruggere l'impero, che tentarono di
estinguere il nome del popolo romano e ricorda che si è fatto ricorso a
questo genere di pena nei confronti dei cittadini non buoni in questo stato.
L'altro intende che la morte non è stata fissata dagli dei immortali per
punire una colpa, ma, o come legge di natura o come liberazione dalle fatiche e
dai dolori. Pertanto mai i saggi l'affrontarono malvolentieri, gli uomini
coraggiosi spesso anche volentieri. Il carcere invece, ed in particolare quello
a vita, certamente fu escogitato come pena esemplare di un crimine terribile.
Prescrive che essi vengano divisi tra i municipi. Codesta proposta sembra
comportare elementi di ingiustizia se tu voglia prescriverlo d'autorità,
se tu voglia chiederlo sembra comportare difficoltà. Tuttavia venga deliberata
se il senato accetta la proposta.
Io infatti me ne farò carico e come
spero, troverò persone tali da non ritenere adeguato al prestigio che
rivestono esimersi dall'attuare ciò che avrete stabilito per la comune
salvezza (comune interesse). Aggiunge una grave punizione per i municipi se
qualcuno di loro spezzerà i vincoli (dovesse sfuggire dal carcere);
prescrive che siano circondati da guardie terribili ed adeguate al crimine
commesso da questi uomini sciagurati,
sancisce che nessuno possa alleggerire la pena di coloro che condanna né
attraverso l'intervento di un senatore, né attraverso l'intervento popolare;
strappa perfino la speranza la quale sola è solita consolare gli uomini
in miseria. Ordina inoltre che i beni vengano confiscati, lascia solo la vita a
questi uomini criminali; e se l'avesse strappata avrebbe, tutto in una volta,
tolto molti dolori dell'animo e del corpo (spirituali e fisici) e ogni pena dei
delitti. pertanto affinché fosse posta dinanzi agli occhi dei malvagi una
qualche ragione di timore in vita, quei famosi nostri antenati vollero che
taluni supplizi di tal fatta fossero fissati agli inferi per i criminali,
poiché evidentemente comprendevano che, rimossi questi supplizi, la morte di
per se stessa non si doveva temere di per se stessa.