latino |
LE PROPOSIZIONI
INFINITIVA
Notum est hostes appropinquare è noto che i nemici si avvicinano
Dicebam me beatum esse dico che sono felice (di essere felice)
PER RICONOSCERE: il verbo della principale della soggettiva è impersonale
Verbo della subordinata all'infinito e soggetto all'accusativo
Se l'infinito è: Presente rapporto di contemporaneità
Perfetto " " anteriorità
Futuro " " posteriorità
Nella oggettiva se il soggetto della reggente corrisponde a quello della subordinata, allora nella subordinata ci deve essere il SE, se invece il pronome di terza persona si riferisce ad un altro elemento, allora si mette l'EUM
Marius dicit se beatum esse Mario dice di essere felice
Marius dicit eum beatum esse Mario dice che egli (riferito ad un altro) è felice.
Tempo principale Contemporaneità Congiuntivo presente
" " Anteriorità Congiuntivo perfetto
" " Posteriorità Participio futuro + sim, sis, sit,..
Tempo storico Contemporaneità Congiuntivo imperfetto
" " Anteriorità Congiuntivo piùcheperfetto
" " Posteriorità Participio futuro + essem, esses
Serve per indicare la fine o lo scopo dell'azione espressa nella reggente.
La proposizione finale è introdotta dall'UT (che) nelle frasi positive, dal NE (che non) nelle frasi negative o dal QUO se nella subordinata c'è una forma di azione.
Se nella reggente c'è un tempo principale (presente o futuro semplice), allora nella subordinata c'è il congiuntivo presente; se nella reggente c'è un tempo storico (imperfetto, perfetto, piùcheperfetto) allora nella subordinata c'è il congiuntivo imperfetto.
Haedui legatos ad Caesarem mittunt ut auxilium rogent Gli Edui mandano ambasciatori a Cesare perché chiedano (per chiedere) aiuto
RELATIVA FINALE
La funzione finale può essere espressa da una proposizione relativa con il verbo al modo CONGIUNTIVO; è però necessario che nella reggente ci sia un termine al quale il pronome relativo possa riferirsi.
Complures legationes Pharnaces ad Domitium misit; quae de pace agerent Farnace mandò a Domiziano parecchie ambascerie che (perché) trattassero della pace.
COMPLETIVA
Si intendono per proposizioni completive quelle proposizioni subordinate che hanno nel periodo la funzione di completare il significato del verbo della proposizione reggente. Esistono quindi proposizioni completive oggettive o proposizioni completive finali; seguono le stesse regole delle proposizioni finali e oggettive. Queste proposizioni dipendono soprattutto da verbi che esprimono: ordine, richiesta, ammutinamento, preghiera, volontà . ; cioè: impero, iubeo, moneo, oro, rogo, postulo, peto, suadeo, persuadeo .
NARRATIVA
Esprime un processo temporale e causale; può quindi tradurre una proposizione temporale o causale.
Questa subordinata ha il verbo al modo CONGIUNTIVO ed è introdotta dal CUM.
I tempi del congiuntivo sono regolati dalla consecutio temporis.
I rapporti tra la principale e la subordinata sono di contemporaneità e anteriorità (la subordinata rispetto alla principale). In italiano la contemporaneità è espressa con il gerundio
presente, l'anteriorità con il gerundio passato.
Cum perveniam, amicum video / Giungendo (quando, allorché, mentre giungo) vedo l'amico.
CONSECUTIVA
Serve per indicare una conseguenza.
La proposizione consecutiva è introdotta dalla congiunzione UT, quando è affermativa, e da UT NON (UT NEMO, UT NULLUS, UT NIHIL, . .) quando è negativa, ha sempre il verbo al modo CONGIUNTIVO nei tempi presente, imperfetto, perfetto. E' per lo più anticipata nella proposizione reggente da avverbi: ITA e SIC = così, TAM (davanti ad aggettivi ed avverbi) e TANTUM (davanti a verbi) = tanto, ADEO = a tal punto; o da aggettivi TANTUS = così grande, TALIS e IS = tale. L'uso dei tempi nella proposizione consecutiva non è regolato dalle stesse norme che regolano i tempi delle altre proposizioni col congiuntivo (consecutio temporis).
Esistono anche le relative con valore consecutivo.
Numquam imperator ita paci credit ut non se praeparet bello Un generale non crede mai tanto alla pace da non prepararsi alla guerra.
INTERROGATIVA DIRETTA
E' una domanda. Introdotta da pronomi e aggettivi o da avverbi (CUR? QUID?= Perché?; QUOMODO?= in che modo; QUANDO?= quando?; UBI?= dove? . .)
Quando non è presente nessuno di questi termini, allora si trovano le particelle interrogative:
-NE: quando si tratta di una domanda vera e propria e quindi la risposta è incerta
NUM: quando la domanda è retorica e ci si aspetta una risposta negativa
NONNE: quando la domanda è retorica e ci si aspetta una risposta positiva
Cur me verberas? Perché mi percuoti?
Num negare audes? Forse osi negare?
Nonne animadversit? Forse non vedi?
INTERROGATIVA INDIRETTA
Serve per formulare una domanda in forma indiretta. Dipende da verbi come chiedere, interrogare, sapere, ignorare, dire. Il verbo dell'interrogativa indiretta è sempre al modo COGIUNTIVO.
I rapporti di tempo tra la principale e la subordinata sono regolati dalla consecutio temporis.
Ad te quid scribam nascio Non so che cosa scriverti (ti scriva, scrivo)
Nella interrogativa indiretta il -NE e il NUM si trasformano in SE; il NONNE rimane.
Altra proposizione: INTERROGATIVA INDIRETTA DISGIUNTIVA (o . ,o . ), dove il primo membro è introdotto dall'UTRUM e il secondo da AN.
Caratteristico costrutto latino. Assoluto da absolutus, sciolto, infatti non ha alcun legame con la reggente; e ablativo dal fatto che si forma con il participio presente o passato del verbo, + il sostantivo, tutti e due in ablativo.
Audiente utroque exercitu, loquitor Afranius Mentre entrambi gli eserciti ascoltano, parla Afranio
Eurydice, Amynta mortuo, ad Iphicratem confugit. Euridice, morto Aminta, si rifugiò presso Ificrate
Con il participio presente, l'ablativo assoluto possono averlo tutti i verbi, con il participio passato solo i d.i.t.a., cioè i deponenti intransitivi e i transitivi attivi. Participio presente traduce gerundio presente, participio passato traduce gerundio passato passivo.
Esistono alcuni ablativi assoluti fissi, come:
deis adiuvantibus = con l'aiuto degli dei
mortuo rege = dopo la morte del re
duce hortante = per esortazione del comandante
teste Lucio = per testimonianza di Lucio
Romulo rege = essendo re Romolo
CAUSALE
Enuncia la causa per cui si compie l'azione espressa nella reggente.
E' resa in latino con l'indicativo introdotto dalle congiunzioni QUOD, QUIA, QUONIAM
Quoniam iam nox est, in vestra tecta discendite Poiché è ormai notte, ritiratevi nelle vostre case.
TEMPORALE
Esprime le circostanze di tempo relative a quanto si afferma nella reggente.
E' introdotta da varie congiunzioni come: CUM (quando, allorché), UBI (come, allorché, quando), DUM (mentre, finché, per tutto il tempo che), ANTEQUAM (prima che), POSTQUAM (dopo che).
L'uso dei tempi verbali coincide con l'italiano, DUM si usa sempre con l'indicativo presente e sta ad indicare contemporaneità.
Patrem ubi vidi, vim lacrimarum profudi Come vidi mio padre, sfogai la piena delle lacrime.
NESSO RELATIVO
Il nesso relativo opera una connessione tra 2 periodi per mezzo di un pronome relativo che riprende un termine del primo periodo. Equivale ad un dimostrativo o un determinativo preceduto da una congiunzione coordinante. Il nesso relativo si ha solo dopo un forte segno di interpunzione.
PROLESSI DELLA RELATIVA
Si ha una prolessi della proposizione relativa quando la proposizione relativa precede la principale; il pronome relativo viene poi richiamato nella reggnte da un dimostrativo o da un determinativo.
Quod honestum est, id bonum est Ciò che è onesto è buono (La qual cosa è onesta, quella è buona).
PERIFRASTICA ATTIVA E PASSIVA
ATTIVA
-Imminenza Stare per .
-Intenzione Avere intenzione di .
-Capacità o potere di compiere un'azione Avere la possibilità di .
-Influttebilità L'essere destinato a .
PARTICIPIO FUTURO + SUM
Mediolanum venturus sum Ho intenzione di venire a Milano
PASSIVA
-Dovere
-Necessità Di compiere un'azione
GERUNDIVO + SUM
Noi dobbiamo amare la patria
La patria deve essere amata da noi
Patria amanda est nobis
Compl. Ogg. Diventa soggetto
Soggetto diventa comp. d'agente e va in dativo
Quando ci sono 2 dativi nella frase, il compl. Ogg. della perifrastica va in compl. d'agente.
GERUNDIO sostantivo verbale
GERUNDIVO aggettivo verbale.
COSTRUZIONE PERSONALE E IMPERSONALE
COSTRUZIONE PERSONALE
-Hae puellae mihi non videntur sudulae esse
-Queste fanciulle non mi sembrano essere solerti
-Non mi sembra) (che queste fanciulle siano solerti
--Mihi videris esse puer soliers
--Tu sembri a me essere un ragazzo intelligente
--Mi sembra che tu sia un ragazzo intelligente
Traducendo dal latino bisogna far diventare la persona che sembra come soggetto. Il verbo videor si coniuga col soggetto.
COSTRUZIONE IMPERSONALE
Il verbo viene usato alla 3° persona impersonale con una proposizione infinitiva in funzione di soggetto.
Optimum visum est consulem revocari Sembrò un'ottima soluzione richiamare il console
Nella costruzione impersonale c'è la principale senza soggetto e una subordinata soggettiva che ha la funzione di soggetto.
COSTRUZIONE AL PASSIVO DEI VERBI
DICO, NARRO, FERO, TRADO, PUTO, PERHIBEO, EXISTIMO, INVENIO, REPERIO, AUDIO, NEGO
-nei tempi semplici hanno la costruzione personale
-nei tempi composti e nella perifrastica passiva hanno la costruzione impersonale
IUBEO, SINO, VETO, PROHIBEO
-si costruiscono sempre personalmente.
VERBI IUBEO E IMPERO
IUBEO: accusativo della persona che viene comandata + infinito del verbo.
IMPERO: dativo della persona che viene comandata + ut e il congiuntivo con i tempi regolati dalla consecutio temporis.
VERBI ASSOLUTAMENTE E RELATIVAMENTE IMPERSONALI
ASSOLUTAMENTE IMPERSONALI
Miseret, miseruit, miseritum est, miserere = avere compassione
Paenitet, paenituit, paenitere = pentirsi
Piget, piguit, pigitum est, pigere = provare rincrescimento, fastidio
Pudet, puduit, puditum est, pudere = vergognarsi
Taedet, pertaesum est, taedere = odiare, essere stanco
Si costruiscono con l'accusativo della persona che prova il sentimento e il genitivo della cosa che determina il sentimento, tranne che si tratti di un pronome neutro, sennò va in accusativo.
La cosa che determina il sentimento può essere rappresentata anche da un pronome neutro singolare, un infinito, una proposizione soggettiva, una causale introdotta da quod o un'interrogativa indiretta.
Qualora questi verbi dipendano da un verbo servile si trovano all'infinito mentre il verbo servile diventa impersonale.
Se si tratta di un verbo servile di volontà, questo si mantiene personale e il verbo impersonale passa al congiuntivo senza ut.
Quando un impersonale si trova in una dipendente all'infinito o al congiuntivo, l'accusativo della persona che prova il sentimento è espresso dal se.
RELATIVAMENTE IMPERSONALI
Decet = conviene
Dedecet = è sconveniente
Fugit = sfugge
Fallit = sfugge
Iuvat = piace
Latet = sfugge, è nascosto
Praeterit = è ignoto
Si costruiscono con l'accusativo della persona e ammettono come soggetto un sostantivo, un pronome neutro, una proposizione infinitiva o un'interrogativa indiretta.
Sono determinati dall'ablativo strumentale della cosa di cui uno è degno o indegno.
Dignus es verberibus multis. Sei degno di molte frustate.
La cosa di cui si è degni o indegni è espressa con una proposizione relativa al modo congiuntivo quando è rappresentata da un singolo verbo o da un'intera proposizione. I tempi del cong. Sono pres. o imp.
OPUS EST (OCCORRE)
- impersonale: verbo esse alla 3° pers. singolare, la cosa in ablativo, la persona in dativo.
- personale: la cosa è soggetto in nominativo, con cui concorda il verbo esse, la persona che ha bisogno si esprime in dativo. Questa costruzione se la cosa è pronome o aggettivo neutro.
Presente: contemporaneità alla reggente sia nel presente che nel passato che nel futuro. Forma e valore attivi.
Perfetto: anteriorità rispetto alla reggente in qualsiasi tempo. Forma passiva, valore passivo nei verbi transitivi attivi; valore attivo nei deponenti transitivi e intransitivi.
Futuro: posteriorità rispetto al verbo reggente in qualunque tempo. Forma e valore attivi
COMPLEMENTI AL GENITIVO
PREZZO: indica il prezzo di un oggetto. Va al genitivo quando il prezzo è indeterminato con le espressioni avverbiali: tanti, quanti, pluris, minoris. Altrimenti lo si trova al caso ablativo. Si trova con i verbi "stimare, valere, costare, vendere, comprare e simili".
STIMA: con i verbi che indicano stima morale; la misura della stima è espressa da forme avverbiali al genitivo: magni, pluris, parvi, minoris, tanti, quanti. In latino la misura della stima è sempre espressa.
COLPA: con i verbi giudiziari come: accuso, insimulo, damno, absolvo. Esprime la colpa di cui è accusata o assolta una persona si esprime di norma al genitivo.
PENA: con i verbi giudiziari come: damno, condemno, multo, solvo. Il complemento che indica la pena si esprime: -Col genitivo quando la pena è indeterminata e generica; -Con l'ablativo strumentale quando è espresso in che cosa consiste la pena.
INTEREST: IMPORTARE
La persone a cui importa in genitivo se è un sostantivo o un pronome non personale. Se è pronome personale si usa ablativo singolare femminile se pronome di 3°persona genitivo. La cosa che importa va al: pronome neutro nominativo/infinito o proposizione subordinata con acc.e inf.o con congiuntivo+ut/ne. Quanto la cosa importa con forme avverbiali. Il fine per cui la cosa importa ad+acc.
Verbi intransitivi che reggono il dativo per il passivo ammettono solo la forma impersonale.
-Il verbo latino è impersonale alla 3°persona singolare, mentre in italiano si concorda con il soggetto.
-Il verbo latino regge il dativo che corrisponde al soggetto in italiano.
-Il complemento d'agente è uguale in entrambe le lingue.
Quando questi verbi sono all'infinito, dipendenti da verbi servili, si rende impersonale il verbo servile.
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