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LUCREZIO
Della vita di Lucrezio non ci sono dati precisi. Si pensa che sia nato intorno al 95/99 a.c. e che sia morto nel 51/55 a.c. Sappiamo che ebbe un temperamento solitario e malinconico, sdegnò la politica e la vita mondana. Non pubblicò poesie da vivo: di qui il silenzio e il mistero che avvolgono la sua vita (ne abbiamo solo qualche cenno sommario fornitoci da S. Girolamo). Sofferente, forse, di una nevrastenia acuta, o di una forma di pazzia alternante, pare che si sia ucciso. Se questa morte sia stata conseguenza delle patite delusioni amorose e dello stato pietoso della sua salute, oppure se egli, che in tutto il poema condannò il timore della morte, abbia voluto dimostrare che parlava sul serio, o, ancora, se abbia ceduto alla disperazione per non essere riuscito a trovare nella filosofia epicurea la serenità e il conforto che tanto affannosamente vi aveva cercato, non si può affermare con certezza
Il de rerum, l'unica opera di Lucrezio, natura costituisce l'unico esempio giunto fino ai giorni nostri di opera in versi di contenuto filosofico e ci permette di conoscere i contenuti del pensiero di Epicuro. L'argomento del poema è innovativo, mentre l'invocazione alla dea con la dichiarazione del contenuto del poema, il linguaggio elevato, gli aggettivi numerosi e le ripetizioni sono elementi tradizionali. Il poeta sceglie di scrivere in versi per rendere più "dolce" la sua opera che spiega una disciplina complicata al pubblico. La scelta del poema didascalico è evidente già dalla presenza del proemio e dai suoi contenuti l'inno alla dea, la dedica a un destinatario storicamente determinato e la dichiarazione dei contenuti. L'intenzione didascalica dell'autore appare nel modo di impostare il ragionamento per argomentazioni successive, nella tendenza a ritornare sulle questioni portando numerose prove a sostegno di una tesi e dalla suddivisione del materiale che corrisponde ai settori d'indagine del pensiero epicureo. Il poema ha infatti una struttura ben delineata in tre coppie di libri destinati alla fisica: la teoria degli atomi, del loro movimento e del clinamen; alla psicologia: la natura dell'anima le paure dell'uomo, le sensazioni e l'amore; al cosmo: i vegetali, gli animali, l'uomo e il suo sviluppo e la spiegazione dei fenomeni naturali. Ogni coppia di libri si conclude con un'immagine negativa che ha fatto pensare a un'interpretazione pessimista del pensiero di Epicuro da parte di Lucrezio. Altri aspetti innovativi del poema sono la descrizione particolareggiata del paesaggio primaverile, la spiegazione della natura che prende dalla filosofia di Epicuro. Nella sua poesia, Lucrezio propone una nuova interpretazione delle divinità antiche che hanno solo valore simbolico. La filosofia epicurea infatti vede il mondo divino come privo di turbamenti ed estraneo al mondo umano permettendo all'uomo di superare la paura degli dei. Per tradurre le parole greche usate da Epicuro, Lucrezio usa delle perifrasi cercando espressioni più poetiche. Il poeta utilizza inoltre delle immagini mitologiche per spiegare il ragionamento filosofico e per costruire un inno alla natura. Il de rerum natura può essere considerato espressione di un percorso di vita realizzato da Lucrezio per seguire gli insegnamenti di Epicuro che portano ad eliminare le forti passioni che portano turbamento nella vita dell'uomo, come l'impegno politico e militare. Il bene è quindi raggiungibile dedicandosi allo studio della natura e al sistema che la regola e abolendo i motivi di turbamento.
La tradizionale invocazione alla musa assume i toni di un inno con tutti gli elementi tipici di questo genere; tuttavia si dissocia dalla tradizione per la scelta della divinità e per il significato che assume. L'invocazione a venere sposta l'attenzione dalla divinità ai concetti che esprime l'amore che dà vita e la pace del paesaggio. Venere, inoltre, è la protettrice della gens cui Memmio fa parte. La prima parte del proemio è piena di immagini della primavera durante la quale tutti gli esseri hanno il desiderio di procreare (Venere, inoltre, porta la luce come Epicuro ha illuminato la mente dell'uomo). Il percorso filosofico di Epicuro viene visto come un viaggio nell'infinito allo scopo di svelare i segreti della natura. Nella seconda parte del proemio, Lucrezio chiede sostegno a venere nella composizione dell'opera, dichiara l'argomento, e dedica l'opera a Memmio. In questi versi Lucrezio descrive l'opposizione tra venere, portatrice di pace, e marte, dio della guerra. Memmio era di nobeli origini e aveva intrapreso la carriera militare e politica. Nel 66 a.c. è tribuno della plebe e nel 58 a.c. è pretore. Successivamente viene mandato in esilio ad atene con l'accusa di brogli elettorali. Memmio ha poco rispetto per Epicuro infatti vuole progettare una villa sui resti della sua casa. Era un uomo colto, ma non usufruiva della sua cultura, ed è questo il motivo per il quale Lucrezio gli dedica l'opera.
II) LA CREAZIONE DEL MONDO
Il mondo e gli esseri che ne fanno parte sono causati dal continuo aggregarsi in modo casuale degli atomi in un continuo passaggio dalla vita alla morte. La morte, infatti, è considerata solo come il disaggregarsi di atomi che si trasformano poi in nuova vita. Questa filosofia elimina qualsiasi intervento divino nella creazione della terra e quindi toglie l'idea che il nostro sia l'unico mondo ipotizzando la presenza di un'infinità di mondi e dando agli uomini la certezza che gli dei non si occupano degli affari degli uomini. Di conseguenza non si devono temere né punizioni, né premi da parte degli dei, e non si devono nemmeno fare sacrifici per placarli.
III) IL MAESTRO: Epicuro, pater e inventor.
Nei primi versi del 3° libro, Lucrezio proclama la propria fedeltà al maestro, ribadisce le caratteristiche degli dei e nega il mondo dell'acheronte. Inoltre Lucrezio parla della composizione dell'anima (principio vitale) e dell'animus ( principio intellettivo) che risiedono nel corpo. L'anima, come tutte le altre cose, è composta da atomi, quindi è materiale e mortale
IV) l'origine dei sogni
Le percezioni sensoriali sono immagini che si compongono nell'aria per emanazione degli oggetti. Allo stesso modo, i sogni hanno una spiegazione materiale: sono un proseguimento nel sonno dell'attività consueta giornaliera o la riproduzione delle percezioni che ci hanno colpiti da svegli. Parla inoltre dell'istinto sessuale che viene visto come impulso alla riproduzione che fa nascere nella persone il desiderio d'amore come realizzazione del bisogno di possedere la persona che costituisce l'oggetto dei desideri.
V)
all'inizio del 5° libro Epicuro viene presentato come un dio per la sua capacità di eliminare la paura degli dei sulla base della scienza dando sollievo all'animo. L'autore poi spiega l'origine del mondo per l'effetto combinato di luce e calore, degli esseri viventi e dei fenomeni naturali. Nell'ultima parte del 5° libro, Lucrezio esamina la vita degli uomini sulla terra considerando i passaggi e le tecniche che hanno migliorato la qualità di vita dell'uomo portando così all'uomo moderno con le sue regole per la vita comune, le forme di potere, le leggi, la proprietà e la ricchezza. Questo percorso, oltre ad aspetti positivi, ha anche aspetti negativi come l'incapacità di frenare i desideri di possesso e quindi la guerra, e la produzione delle armi. Il progresso quindi risulta positivo in quanto è determinato dalle capacità dell'uomo di utilizzare l'ambiente a proprio vantaggio, negativo per la difficoltà di controllare e porre dei limiti alle necessità. Il percorso filosofico di Lucrezio si pone come obiettivo l'individuazione dei limiti entro il quale l'uomo può aspirare alla felicità.
VI)
all'inizio del 6° libro Lucrezio esalta atene, la città che ha donato agli uomini l'agricoltura e le leggi e che ha dato i natali a Epicuro.
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