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Livio Andronico
Vita:
Le date di nascita e di morte sono ancora incerte ma di sicura si sa che visse durante il periodo in cui Roma era in lotta contro Taranto. Andronico fu di origine Tarantine e fu preso come schiavo dai romani. Grazie al suo padrone che lo considerò uomo dotto, egli diventò grammaticus e insegnò latino e greco.
Le tappe principali di Livio furono due:
nel 240 a.C. quando compose il suo primo testo Drammatico rappresentato a Roma;
nel 207 quando compose un partenio (canto di fanciulle) in onore a Giunone.
Infine egli fu iscritto al "Collegium scribarum histrionumque" dove ottenne meriti e glorie.
Opere
Esordì grazie alla composizione di opere sceniche di Coturnata che ci sono pervenuti solamente non più di una sessantina di frammenti.
Delle tragedie ci rimangono solo i titoli: Ahilles, Aegisthus, Aiax mastigòphorus, Equos Troianus, Hermìona, Andromeda, Danae e Tereus.
Ma l'opera più importante fu la traduzione dal greco dell'Odissea di Omero.
Fonti:
Le notizie riguardanti Livio Andronico si basano sui testi scritti di Cicerone e Livio. A volte spesso nelle date non coincidono, ma di certezza più sicure sono le date della prima rappresentazione, il 240 a.C. e della composizione de Partenio, il 207 a.C.
Come già detto prima l'opera più importante di Livio Andronico fu la traduzione dal greco dell'Odissea che doveva avere il titolo di "Odusio".
Scelse di tradurre l'Odissea invece dell'Iliade poiché i viaggi di Ulisse potevano attrarre di più l'attenzione dei Romani che erano bellicosi e forti.
Grazie a questa opera di traduzione permise alle persone meno colte che non conoscevano il greco, di leggere l'Odissea nella lingua latina.
Da ciò che si è detto si potrebbe pensare che questa traduzione non avesse importanza artistica in quanto sembrerebbe una semplice traduzione. Invece Livio Andronico rielaborò la struttura poiché tradusse l'esametro greco in versi saturni e cercò di riadattare quel linguaggio arcaico alla socetà romana. Quindi da questo punto di vista si poteva parlare di una traduzione poetica. Inoltre a volte, per rendere la narrazione più vicina alle persone romane che la leggeva cambiava vocaboli o addirittura intere preposizioni. Cercò di dare concretezza ad immagini astratte e come nella versione di Omero c'erano ricorrenti alcuni epiteti (es. "piè veloce" per Achille).
Inoltre da diversi critici è stato considerato poeta arcaico poiché adottava una terminologia non adatta al suo tempo, altri pensavano che siccome la letteratura Latina era nata con questo autore, egli aveva voluto usare questi termini per diventare testimone di quel tempo.
Per aiutarsi nella traduzione poetica egli invocò la musa italica Camena (divinità italica delle acque)CasmenCarmen (e quindi poesia) e non si rifece alle muse greche.
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