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Mostellaria «La commedia dello spettro»
Approfittando dell'assenza del padre (il mercante Teopropide), Filolachete sperpera e s'indebita per la meretrice del cuore, Filemazio. Il ritorno improvviso di Teopropide costringe l'astuto Trazione, servo di fiducia del giovane scapestrato, ad inventare bugie e stratagemmi, sempre nuovi e sempre effimeri, per tenere il mercante lontano dalla propria casa e dai festini che vi si celebrano: le trovate più felici riguardano la casa stessa («non avvicinarti, è infestata da uno spettro!») e i debiti contratti da Filolachete («per comprarsi una nuova casa, ha dovuto prendere una forte somma ad usura»). Alla fine la verità salta fuori, ma per l'intercessione di un amico, il giovane è perdonato e il servo assolto. I motivi centrali sono quello della casa, del suo aspetto esteriore e del suo misterioso e quasi magico interno, della sua solidità architettonica e della sua usura dovuta a intemperie e trascuratezza, e quello della bontà e della corruzione.
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