latino |
74 Igitur, ut ad propositum meum redeam, rationalem quidem puto medicinam esse debere, instrui uero ab euidentibus causis, obscuris omnibus non ab cogitatione artificis sed ab ipsa arte reiectis. Incidere autem uiuorum corpora et crudele et superuacuum est, mortuorum discentibus necessarium: nam positum et ordinem nosse debent, quae cadauer melius quam uiuus et uulneratus homo repraesentat. 75 Sed et cetera, quae modo in uiuis cognosci possunt, in ipsis curationibus uulneratorum paulo tardius sed aliquanto mitius usus ipse monstrabit.
.Dunque, per otrnare al mio proposito, ritengo che la medicina debba essere razionale, veramente ho dato istruzioni grazie alle cause evidenti,avendo escluso tutte quelle oscure, non grazie alle ipotesi ma grazie alla stessa arte (la medicina). Mentre incidere i corpi dei viventi è crudele e inutile, è necessario per chi impara incidere quelli dei morti. Infatti essi devono sapere la posizione e l'ordine che il cadavere mostra meglio di un uomo vivo e malato.
Ma anche le altre cose, che possono essere conosciute solo nei vivi, la stessa pratica mostrerà nelle stesse cure dei malati poco più tardi ma in modo più mite.
Liber II
1 Igitur saluberrimum VER est; proxime deinde ab hoc HIEMS;periculosior AESTAS; AUTUMNUS longe periculosissimus !
2 Ex tempestatibus vero optimae aequales sunt, sive frigidae, sive calidae: pessimae, quae maxime variant: quo fit ut autumnus plurimos opprimat ;nam fere meridianis temporibus calor ;
nocturnis atque matutinis, simulque etiam vespertinis, frigus est.Corpus ergo, et aestate et subinde meridianis caloribus relaxatum,subito frigore excipitur; sed ut eo tempore id maxime fit,
sic quandocumque evenit, noxium est.
3 Ubi aequalitas autem est, tamen saluberrimi sunt sereni dies;meliores pluvii quam tantum nebulosi nubilive:optimique hieme, qui omni vento vacant;aestate quibus favonii perflant.
Si genus aliud ventorum est,salubriores septemtrionales quam subsolani vel austri sunt;
sic tamen haec ut interdum regionum sorte mutentur.
4 Nam fere ventus ubique a mediterraneis regionibus veniens, salubris; a mari, gravis est.Neque solum in bono tempestatum habitu certior valetudo est,sed priores morbi quoque, si qui inciderunt, leviores sunt, et promptius finiuntur. Pessimum aegro caelum est quod aegrum fecit; adeo ut in id quoque genus, quod natura peius est, in hoc statu salubris mutatio sit.
5 At aetas media tutissima est, quae neque iuventae calore, neque senctutis frigore infestatur. Longis morbis senectus, acutis adulescentia magis patet. Corpus autem habilissimus quadratum est, neque gracile neque obesum. Nam longa statura, ut in iuventa decora est, sic matura senectute conficitur, gracile corpus infirmum, obesum hebes est.
La primavera è dunque la più salubre, subito dopo questa l'inverno; più pericolosa che salubre l'estate; l'autunno è molto pericoloso.
. Fra i climi sono ottimi quelli che restano uguali (in termini di temperatura), pessimi quelli che cambiano molto; perciò accade che l'autunno opprima i più (la maggior parte delle persone). Infatti a mezzogiorno è caldo, di notte e al mattino così come la sera, è freddo. Il corpo dunque, rilassato per l'estate e per il calore del mezzogiorno, è preso da un improvviso freddo. Ma mentre ciò accade, così come ogni qualvolta accade, è nocivo.
Dove dunque c'è uguaglianza (di temperatura), i giorni sereni sono molto salutari; meglio quelli piovosi che quelli nebbiosi o nuvolosi. In inverno sono ottimi solo quelli che mancano di vento, in estate quelli in cui soffiano i venti dell'ovest. Se c'è un qualche genere di venti, sono più salubri quelli settentrionali piuttosto di quelli che vengono da dove sorge il sole (est).
Tuttavia ciò cambia dalla regione (in cui ci troviamo). Infatti il vento che viene dalle regioni mediterranee è quasi ovunque salubre, se viene da mare è nocivo. E non solo c'è una salute più certa in un clima stabile, ma anche i morbi precedenti sono più lievi e finiscono più velocemente.
Ma il tempo peggiore per il malato è quello che ha causato la malattia, così che un cambio di genere (di tempo) che è peggio per natura in quello stato, è più salubre.
L'età di mezzo è sicurissima (è difficile ammalarsi) perché non è disturbata né dal calore della gioventù, né dalla freddezza della vecchiaia. La vecchiaia soffre di malattie droniche, la giovinezza di acute. Il corpo in grande salute ha una forma quadrata (è proporzionato) e non è né grosso né magro. Infatti una struttura slanciata che in gioventù è bella, così viene persa nella vecchiaia avanzata. Il corpo gracile è infermo, quello obeso ha anch'esso degli acciacchi.
[2] Caput igitur, eaque, quae in ore sunt, non lingua tantummodo
palatoque <terminantur,> sed etiam quatenus oculis nostris exposita sunt.
In dextra sinistraque circa guttur venae grandes, quae
sfa??t?de? nominantur, itemque arteriae, quas ?a??t?da? vocant, sursum
procedentes ultra aures feruntur. At in ipsis cervicibus glandulae positae
sunt, quae interdum cum dolore intumescunt.
[3] Deinde duo itinera incipiunt: alterum asperam arteriam nominant, alterum
stomachum. Arteria exterior ad pulmonem, stomachus interior ad ventriculum
fertur; illa spiritum, hic cibum recipit. Quibus cum diversae viae sint, qua
coeunt exigua in arteria sub ipsis faucibus lingua est; quae, cum spiramus,
attollitur, cum cibum potionemque adsumimus, arteriam claudit. Ipsa autem
arteria, dura et cartilaginosa, in gutture adsurgit, ceteris partibus residit.
Constat ex circulis quibusdam, compositis ad imaginem earum vertebrarum, quae
in spina sunt, ita tamen ut ex parte exteriore aspera, ex interiore stomachi
modo levis sit; eaque descendens ad praecordia cum pulmone committitur.
Quindi il capo e ciò che c'è in bocca, non sono collegati solo con la lingua ed il palato, ma anche con quelle cose che sono visibili ai nostri occhi. Nei lati destro e sinistro, attorno alla gola, ci sono grandi vene che si chiamano sfagitidi e anche le arterie che si chiamano carotidi, che procedono verso l'alto e vanno oltre le orecchie. E nello stesso collo sono poste le ghiandole che a volte si gonfiano con dolore.
Poi iniziano due passaggi: uno lo chiamano arteria ruvida, l'altro stomaco. L'arteria esteriore porta al polmone, lo stomaco più interno al ventricolo; quella l'aria, quello prende il cibo. Poiché sono diversi i percorsi dove si riuniscono, c'è una piccola lingua nell'arteria sotto le stesse fauci che quando respiriamo o deglutiamo, quando abbiamo preso cibo o bevanda, si chiude. Allora la stessa arteria rigida e cartilaginosa è prominente nella gola, nelle altre parti è in dentro. È costituita da certi anelli composti a immagine delle vertebre che sono nella spina dorsale, cosicchè dalla parte esteriore è ruvida, nella parte interna dello stomaco è liscia; e questa scendendo al precordia (ciò che c'è prima del cuore) si congiunge con il polmone.
[1] Igitur calvaria incipit, ex interiore parte concava, extrinsecus gibba, utrimque levis, et qua cerebri membranam contegit et qua cute capillum gignente contegitur; eaque simplex ab occipitio et temporibus, duplex usque in verticem a fronte. Ossaque eius ab exterioribus partibus dura, ab interioribus, quibus inter se conectuntur, molliora sunt; interque ea venae discurrunt, quas his alimentum subministrare credibile est. [2] Rara autem calvaria solida sine suturis est; locis tamen aestuosis facilius invenitur; et id caput firmissimum atque a dolore tutissimum est. Ex ceteris, quo suturae pauciores sunt, eo capitis valetudo commodior est: neque enim certus earum numerus est, sicut ne locus quidem. Fere tamen duae <in>super aures tempora a superiore capitis parte discernunt; tertia ad aures per verticem tendens occipitium a summo capite diducit.
Dunque comincia il teschio, concavo nella parte interna, convesso all'esterno. Liscio in entrambe le parti, sia dove copre la membrana del cervello sia dove è coperto dalla pelle che genra i capelli; e questo è semplice dal dietro e dalle tempie, dupplice dalla fronte fino al vertice. E le sue ossa nelle parti esterne sono dure, in quelle interiori che si congiungono tra loro son più molli. E fra di loro scorrono le vene che probabilmente portano il suo alimento.
Inoltre rari sono i teschi duri senza suture; tuttavia in luoghi più caldi vengono trovati più facilmente e questa testa è molto resistente al dolore e dura; e nei capi in cui le suture sono meno la salute è migliore. E infatti non è certo il numero delle suture e nemmeno la posizione (di esse). Tuttavia di solito due spaccature sopra le orecchie separano le tempie dalla parte superiore del capo, una terza si allunga alle orecchie attraverso il vertice che separa la parte ocipitale dalla cima del capo.
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta