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ULISSE E POLIFEMO: LA RISPOSTA DEL CICLOPE
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yclops, pietatem adversus deos et reverentiam in szepplices contemnens, sic Ulixi respondit.'In verbis tuis, advèna, magna sagacitas inest. Hominum vero mortalium nemo (nessuno) prudentior te est. Tamen si speras me erga te sociosque tuos clementem esse posse, lorrge a vero abes. Mihi nulla cura deorum est, quorum numquam timor in animis Cyclopum fuit. Dei enim rebus h_ umanis minime intersrcnt, nec vobis prodesse potèrunt. Iovis pluviae et nives mihi non obsunt, quia numquam mihi ovium pelles defuerunt, nec Izcppiter ipse suis fzclminibus me ter-rére potest, quod' haee spelunea locus tutissimus est. Donum igitur, quod' tibi libenter do, aequo animo accipe: te post socios tuos vorabo!': Haec verba ceteris terrorem iniecerurrt, sed Ulixes metu non opprirnebatur et impio Cydopi insidias parabat, ut se sociosque servaret.
Il ciclope disprezzando il rispetto nei confronti degli dei e il rispetto verso i supplici rispose così a Ulisse:"nelle tue parole o straniero c'è una grande sagacia. Nessuno degli uomini mortali in verità è più prudente di te e i tuoi comni, sei di gran lunga lontano dalla realtà. Io non ho nessun timore degli dei, il timore dei quali non fu mai negli animi dei ciclopi. Gli dei infatti partecipano minimamente alle cose umane e non potranno giovare a voi. Le piogge e le nevi di Giove non mi sono di danno poiché non mi mancano mai le pelli delle pecore, ne lo stesso giove con i suoi fulmini non può spaventarmi poiché questa caverna è un luogo sicurissimo. Dunque accetta il dono che do a te liberamente con animo umile ti divorerò dopo i tuoi comni!" queste parole accesero negli altri il terrore ma Ulisse non era preso dalla paura e preparava insidie all'empio ciclope per salvare se e i suio comni.
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