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VIRGILIO
Le Bucoliche
Le Bucoliche sono dieci eloghe( componimento poetico di argomento poetico) in esametri( verso di sei piedi della poesia latina e greca). Alcune sono lirico-narrative, altre sono in forma dialogica. In queste poesie scritte al tempo delle guerre civili è esaltata una vita semplice: fatta di umili lavori, nell'ozio e nel silenzio tra gare di canto all'ombra delle querce e faggi. I pastori non sono rozzi e primitivi: sono idealizzati e sembrano poeti fuggiti dalle città per vivere al contatto della natura. Virgilio cerca la pace nel sano lavoro e l'accettazione religiosa della propria sorte.
Le Georcighe
Virgilio iniziò a comporre le Georgiche nel 37 a.C. L'opera è una grande poesia sulla vita dei campi. L'idea di celebrare l'agricoltura gli venne da Mecenate protettore di poeti e artisti dell'età augustica.
Il primo libro tratta della coltivazione della terra nel giro delle quattro stagioni. Prevalentemente è descritta la natura con i suoi prodotti.
Il secondo libro è gioiso, si parla della vigna e del dio Bacco. È celebrata la vita campestre in contrapposizione alla città.
Il terzo libro tratta dell'allevamento del bestiame con commossa partecipazione dell'uomo e dei suoi sentimenti.
Nel quarto libro sono contate le api in modo entusiastico. Nella vita delle api Virgilio ritrova l'immagine della società umana in cui il singolo individuo ha dei doveri per il benessere della collettività.
Sulla tomba di Virgilio è scolpito il seguente distico:
'Mantua me geniu't.
Calabri rapuère,
tenet nunc Parthenope:
cecini pascua, rura, duces.'
Mantova mi generò.
Le Puglie mi strapparono alla vita,
mi custodisce Napoli:
cantai i pascoli, i campi, i condottieri.
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