letteratura |
Arthur Rimbaud
Nato a Charlleville, nelle Ardenne, nel 1854, da una famiglia borghese agiata, religiosamente osservante e tradizionalista, Arthur Rimbaud riceve un'educazione rigida e autoritaria. Nel 1870 fugge da casa alla volta di Parigi, dove, caduto il Secondo impero, scoppia la rivolta popolare che culmina con la Comune. Non si sa per certo se Rimbaud sia mai arrivato a Parigi; inizia comunque una lunga peregrinzione ininterrotta alla ricerca di se stesso, testimoniata dalla famosa lettera "L'Io è un altro", che preannuncia molti temi presenti nella sua futura produzione letteraria. Nel 1871 termina il poemetto Il battello ebbro, che manda a Verlaine in cerca di approvazione. Questi, entusiasta per la novità poetica del testo ricevuto, chiama Rimbaud a Parigi e tra due si instaura una forte relazione, per la quale Verlaine rinuncerà al legame con la giovane moglie. Rimbaud, allora diciassettenne, e Verlaine trascorreranno insieme gli anni 1872 e 1873, viaggiando in Belgio, Inghilterra e nuovamente in Belgio. Ma il giovane poeta è di temperamento irrequieto, mal sopporta i legami e prova insofferenza anche per l'amicizia particolare con Verlaine, che respinto reagisce sparando a Rimbaud. Verlaine finisce in una prigione in Belgio, mentre Rimbaud si rimette presto dal ferimento. Nello stesso 1873 scrive Una stagione all'inferno e inizia la stesura delle Illuminazioni, stampate solo nel 1886, a cura di Verlaine. Lasciato il Belgio, riprende la peregrinazione per l'Europa, si reca nelle colonie olandesi, per tornare poi in Europa, che percorre al seguito di un circo. La salute malferma, aggravata da una condotta di vita dissipata, lo costringono a rientrare a casa.
Nel 1880, quando ormai si è già ritirato dalla letteratura, accetta di fare l'agente commerciale in Abissinia per conto di una grossa comnia. La sua popolarità come poeta cresce nel 1884, quando Verlaine pubblica l'opera critica I poeti maledetti, in cui tra i poeti esordienti include anche Rimbaud.
Nel 1891 Rimbaud è costretto a rientrare in patria, in seguito a un tumore a un ginocchio, che gli viene amputato all'ospedale di Marsiglia. Muore pochi mesi dopo.
Opere principali
Il battello ebbro (1871); Una stagione all'inferno (1873); Illuminazioni (1886).
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