CANTICO DELLE CREATURE
Nell'anno 1224, fu scritto uno
dei più primi testi letterari teocratici, ossia "Il Cantico delle
Creature", il quale lo si può definire anche come "Il Cantico dello
frato Sole" a causa del suo contenuto altamente teocratico. Il creatore di
codesta a parer mio, splendida opera, risulta essere Francesco d'Assisi, egli
dapprima lio d'imprenditore, decide di rinunciare ad ogni più comune
bene al fine di operare come meglio poteva, la parola di Dio, la quale ribadiva
la nullità dei beni terreni in confronto alla reale ed elevata
importanza dei valori che avevano come fine ultimo la salvezza dell'anima. Egli
scrive questa opera così ricca di speranza e di profondo amore nei
confronti di Dio, proprio nel periodo in cui la sua vita giungeva al termine,
però nonostante tutto, ciò non è facilmente constatabile proprio
perchè, se la si legge con maggior attenzione, si potrebbe notare, a
partire dal 27° verso della sua splendida opera, che egli considera la morte
come una "sorella", in quanto questa rappresenta la comunione con la vita
eterna, poiché S. Francesco sostiene che vi sia una sostanziale differenza fra
la morte "terrena" e quella spirituale. Infatti secondo la parola del nostro
Gesù, il corpo non è null'altro che la dimora della nostra anima,
facendoci così comprendere l'immortalità di quest'ultima nei
confronti della scontata mortalità del nostro corpo. Già da
questi versi che vedono come protagonista una ben lieta morte, dovremmo capire
il tema centrale di quest'opera, ossia la lode al nostro amato Signore, e al
suo operato. È incredibile come il nostro Santo (S. Francesco fu poi
canonizzato nel 1228), abbia incorporato in essa parole così piacevoli
da leggere,parole pure, parole ricche di gioia e di amore, che, per la loro
meravigliosità, non potevano avere come destinatario altri se non nostro
Signore. Essa risulta essere scritta con una semplicità disarmante,
semplicità che meritano appunto le creature e la natura. Inoltre, gli
aggettivi, anche per un singolo soggetto possono variare, come ad esempio il
sole, che viene rapportato a Dio come la luce che ci indica la retta via e ci
protegge, viene espresso in diverse circostanze, come ad esempio quella del
"iorno", ossia il giorno che risulta far parte anch'esso dei membri appartenenti
alla luce, tutto ciò risulta strutturato in maniera precisa e non che
piacevole quindi alla lettura. Inoltre, codesta opera segue una precisa e per
nulla casuale struttura gerarchica al quale vertice si pone "la frato Sole"
che, anche se in maniera indiretta, risulta presente in tutta l'opera, seguono
poi "lo frato Vento", l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco. Secondo il mio
semplice parere, in quanto per la società non sono che una comune
studente, questa composizione esprime con un'arte precisa e raffinata, i puri
sentimenti di S. Francesco, poiché la dolcezza e la delicatezza che si ha nei
primi versi e puntualmente ogni volta che si ha un nuovo tema, non lasciano
trasparire altro che un uomo che ha rinunciato al piacere e alla ricchezza,
vestendosi con una vergognosa Iuta, tutto per amore di Dio. Penso che un uomo
così non vada soltanto studiato, penso che un uomo così vada
soprattutto ammirato.