letteratura |
COMMENTO DE "IL SABATO DEL VILLAGGIO"
di Giacomo Leopardi
Questo componimento si può, certamente, ritenere uno tra i più celebri e i più significativi del poeta Leopardi.
Quest'idillio è stato composto a Recanati subito dopo l'altrettanto celebre idillio "La quiete dopo la tempesta", fra il 20 e il 29 settembre del 1829, e pubblicato per la prima volta ne "Canti" del 1831.
Nell'idillio Leopardi fa delle descrizioni e delle riflessioni sul sabato pomeriggio.
Fondamentalmente, il componimento si può dividere in tre nuclei, in base all'argomento che trattano.
Il primo di essi descrive il paesaggio durante il crepuscolo del tardo pomeriggio del sabato, quando la gente pensa con sollievo al tanto aspettato riposo del giorno successivo. E allora Leopardi, inizia a "scrivere con gli occhi" e, con un'ottima descrizione ci racconta della giovinetta che torna dalla camna, portando con sè il frutto del lavoro e dei fiorellini che le serviranno il giorno dopo per abbellirsi; della signora anziana, che seduta sulle scale a filare con le vicine, ricorda con gioia della sua giovane età, quando anch'essa si abbelliva e danzava con gli amici. Subito dopo il poeta descrive la discesa della sera, delle ombre e della luna. E allora suona la campana, che annuncia la festa che sta per arrivare. Sulla piazza dei ragazzini in gruppo giocano e fanno un lieto rumore. Nel frattempo il contadino torna con sollievo a casa, dove lo attende una sobria cena. Poi, quando intorno si spengono tutte le luci e regna il silenzio, si sente il falegname lavorare, il quale si affretta per consegnare l'opera prima che sorga l'alba, in modo da poter godere anche lui del meritato giorno di riposo.
Nel secondo nucleo, Leopardi offre delle riflessioni personali su questo giorno, che secondo lui, è il più gradito della settimana, perchè durante la domenica il pensiero del lavoro che ci attende nel giorno successivo, accomnerà il trascorrere delle ore.
Nel terzo e ultimo nucleo, Leopardi si "rivolge" ad un ragazzo immaginario, consigliandogli di godersi quest'età così bella che è la giovinezza, paragonata ad un giorno allegro, chiaro, sereno, che precede la maturità.
Nel primo nucleo, si possono rilevare due importantissimi temi dell'idillio: la giovinezza, rappresentata dalla donzelletta e la vecchiaia, rappresentata dalla vecchierella messe in contrapposizione rispettivamente come età della speranza ed età della memoria.
Il metro dell'idillio è di strofe libere di endecasillabi e settenari. Una tecnica utilizzata è quella della similitudine ("è come un giorno d'allegrezza pieno"). Inoltre l'utilizzo di espressioni vaghe ("in sul calar del sole", "incontro là dove si perde il giorno",) lascia al lettore la possibilità di costruirsi un'immagine mentale di ciò che accade quasi del tutto personale.
Il componimento si può globalmente considerare molto visivo, per l'utilizzo di molte espressioni che descrivono il paesaggio ("torna azzurro il sereno e tornan l'ombre",), e uditivo perchè Leopardi descrive bene anche i suoni del crepuscolo ("or la squilla dà segno", "i fanciulli gridando", "fischiando il zappatore",).
Il linguaggio usato è ricercato con sfumature popolari o dialettali ("il zappatore",).
La poesia mi è piaciuta molto perchè Leopardi ha saputo descrivere un giorno della settimana con così tanta spontaneità e gioia tale da conferirla anche ai suoi versi.
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