COMMENTO DELL'ADDIO MONTI DI
ALESSANDRO MANZONI
L'addio monti è una vera e propria poesia
che si trova alla fine dell'VIII modulo dei promessi sposi. Lucia saluta i
suoi amati monti che sorgono dalle acque del lago di Como, e le loro cime
inuguali che sono notate solo dalle persone che erano cresciuti lì.
Quelle cime erano impresse nella sua mente e da Manzoni vengono paragonate alle
sagome dei familiari di Lucia. Passa poi a descrivere i fiumi dei quali Lucia
conosceva il rumore che questa volta viene paragonato al rumore delle voce dei
suoi familiari. Saluta poi le case bianche che sembravano come delle pecore al
pascolo. Manzoni passa a descrivere una persona che andava via da quei luoghi
in cerca di fortuna e dice che quei luoghi erano più belli dei desideri
che aveva, dice inoltre che quella persona andava via solo perché sapeva che in
seguito sarebbe tornata da ricca; mano a mano che se ne andava quelle ure
diventavano sempre più piccole e l'aria si faceva pesante data la
vicinanza della città. In città le case erano tutte attaccate e
le strade davano un senso di soffocamento. Si ritorna ora a Lucia che non
avrebbe mai pensato di partire da lì se non spinta dalla forza
oppressiva di Don Rodrigo, Lucia dice che con l'andare via di lì stava
perdendo tutti i desideri e tutte le abitudini. Lei è costretta ad
andare via di lì e a conoscere altri monti e non riesce neanche a
pensare al momento del ritorno. Verso la fine inizia a salutare la casa nativa
nella quale aveva imparato a riconoscere il rumore dei passi di Agnese e Renzo.
Saluta la casa di Renzo(straniera) passando davanti la quale, spesso diventava
rossa dalla vergogna e nella quale voleva vivere con il suo amato; saluta anche
la chiesa nellla quale il suo animo era spesso rassicurato dai canti della domenica
e dove il suo amore doveva essere consacrato. Alla fine della poesia c'è
una frase molto importante, forse la più importante del romanzo nella
quale Manzoni dice che Dio non turba mai la felicità dei suoi li se
non per prepararne una più grande e balla.(In questa frase Manzoni
predice il lieto fine del libro)