letteratura |
Charlotte Bronte e 'Jane Eyre'
VITA
Charlotte Bronte nasce il 21 aprile 1816. La sua è una famiglia abbastanza fuori dal normale. Il padre, pastore, il cui vero nome era Porunty, di origine contadina e laureato a Cambridge, era uno stravagante erudito autore di scritti che comincio a firmare Bronte da quando Nelsano fu nominato da Ferdinando di Borbone duca di Bronte ; la madre era colta e non priva di impulsi letterari, le quattro sorelle e il fratello.
Vivevano in una casa annessa alla Chiesa in mezzo alla verde e selvaggia brughiera inglese.Lo spettacolo, infatti che si poteva osservare dalle finestre era quello del cimitero e delle camne .Questo ambiente quasi claustrofobico stimola la fantasia dei fratelli .
La morte segna duramente i bambini Prima la madre , in seguito al decesso della quale è la zia che si occupa dei li affidandoli a un collegio per li di poveri pastori;quindi le due sorelle maggiori per la tubercolosi contratta appunto all'interno del collegio.
Dopo l'episodio anche Charlotte, Patrik, Emily e Anne vengono ritirati dal collegio.
Charlotte studia il francese per trasferirsi in Francia.
Si trasferì a Bruxelles , dove studia e si innamora del professore Hegar, uomo sposato con li.
Quindi ritorna in Inghilterra dove diventa istruttric3e, mestiere che però non la soddisfa, allora cerca di aprire una scuola con la sorella, ma l'iniziativa fallisce. Intanto la famiglia attraversa una grave crisi dovuta alla malattia mentale del fratello.
Nel 1846 consegna a un editore le poesie di Emily e nello stesso anno esce il suo primo romanzo "Il professore ", seguito nell'anno successivo da "Jane Eyre" che ottiene un notevole successo, benché susciti alquanto scalpore.
Nel 49 si reca a Londra e nel 54 sposa un pastore anglicano. Dopo solo nove mesi di matrimonio muore, prima ancora di dare alla luce il suo bambino ,le sue ultime parole sono: "Sono felice".
Un grande sviluppo industriale e commerciale, lo sfruttamento delle colonie e la pace per i borghesi caratterizzano l'epoca in cui vive Charlotte Beantè.
A questa enorme espansione economica si contrappone, però un atteggiamento mentale piuttosto chiuso e ipocrita.
Il mondo borghese in questi anni è impegnato di formalismo, perbenismo, convenzionale moralismo.
È tempo di puritanesimo e di tanta ipocrisia, ipocrisia che si manifesta nella tolleranza per lo sfruttamento minorile e per lo schiavismo.
La condizione femminile è alquanto disagiata. La donna borghese è segregata in casa, luogo dove può coltivare solo inutili interessi. Ad esempio le viene insegnato il ricamo, ma non il cucito ma non l'italiano con lo solo scopo del canto.
In questi anni; però nasce il femminismo. Fondatrice del movimento femminista inglese è Mary Wallstonecraft, anche madre di Mary Godwin futura moglie del poeta Shellej e autrice di Frankenstein.
Con il femminismo si diffonde negli ambienti borghesi inglesi il desiderio di partecipare alla vita sociale.
Quindi nasce una certa filantropia,(che si esprime con l'aiuto ai poveri, agli orfani, ai malati) che in seguito diventa organizzata da associazioni che preparano le donne alla loro futura attività. In questo clisma, nella seconda metà del secolo, emerge la ura dell'istitutrice, ura che ritorna nella vita e nelle opere della Bronte.
JANE EYRE
La ura di Jane Eyre è una ura di donna molto diversa e innovativa rispetto ai canoni del tempo.
È innanzitutto molto passionale, anche se la sua grande passionalità è tenuta sotto controllo da una volontà ferrea, volontà che viene sostenuta da radiati principi morali e da un enorme rispetto e dignità per se stessa. Durante tutto il corso del romanzo traspare la voglia di verità di Jane, la ricerca di giustizia e la capacità di ribellarsi a tutto ciò che non è giusto ed onesto.
Tutto ciò si esprime in una pungente eloquenza usata in ogni momento in cui sia richiesta.
Tutte queste doti, unite anche al fatto che Jane viene presentata, contrariamente all'uso letterario contemporaneo, piuttosto brutta, vanno a formare la ura di un'eroina eccezionalmente forte e diversa. Questa ura di donna si contrappone alle altre ure maschili presenti nel romanzo a partire dal signor Rochester. Proprio il primo incontro tra Jane e il suo padrone lo dimostra: egli cadde da cavallo, bisognoso di aiuto, Jane lo soccorre.
È un uomo incapace di affrontare il suo dramma ed infatti parla a Jane della sua vita passata facendo ricorso a sole illusioni, senza esplicitare la natura della sua colpa. Egli è infatti attratto dalla franchezza di Jane, dote di cui è privo.
Rochester è quindi un tipico eroe Byroniano, lacerato da segreti inconfessabili, angustiato da colpe segrete.
Altro personaggio maschile di rilievo nel romanzo è St. John. È un uomo duro e freddo, con la ragione ha piegato tutti i suoi istanti naturali e i suoi sentimenti, come nel caso dell'amore che prova per Rosemond, sentimento che non vuole riconoscere né a se stesso né agli altri.
La sua è una religiosità fredda, comandata a ragione, non ha nulla a che vedere
Dal signor Rochester. Proprio il primo incontro tra Jane e il suo padrone lo dimostra: egli cade da cavallo e, bisognoso di aiuto, Jane lo soccorre.
E' un uomo incapace di affrontare il suo dramma ed, infatti, parla a Jane della sua vita passata facendo ricorso a sole allusioni, senza esplicitare la natura della sua colpa. Egli è infatti attratto dalla franchezza di Jane, dote di cui è privo.
Rochester è quindi un tipico eroe Byroniano, lacerato da segreti inconfessabili, angustiato da colpe segrete.
Altro personaggio maschile di rilievo del romanzo è St. John.
E' uomo duro e freddo, con la ragione ha piegato tutti i suoi istinti naturali e i suoi sentimenti, come nel caso appunto dell'amore che prova per Rosemond, sentimento che non vuole riconoscere né a se stesso né agli altri.
La sua è una religiosità fredda, comandata a ragione, non ha nulla a che vedere con quella di Jane, più vera, più sincera e più immediata.
Su St. John manca completamente la dimensione dell'amore, piegata sotto all'irrinunciabile dovere di moralità.
Quest'assenza di amore è probabilmente anche la causa della sua sensazione di superiorità, della sua presunzione, cose che lo fanno apparire dispotico e scostante.
Anch' egli è però, nel profondo, un uomo immensamente debole. Questa sua caratteristica emerge quando propone a Jane di sposarlo per accomnarlo nelle sue missioni. Jane, anche se è disposta a seguirlo, rifiuta il matrimonio, legame di cui St. John ha bisogno per sentirsi sicuro di un'eterna presenza al suo fianco nei momenti difficili.
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