Che cos'è l'anima?
Per rispondere a questa domanda
Omero, rifacendosi alle sue opere: l'Iliade e l'Odissea,direbbe
che l'anima è qualcosa di altro rispetto al corpo,che è solamente
contenuta in esso e che nella morte lo abbandona, e va sottoterra,dove continua
ad esistere come una visione, un'ombra, un fumo, senza entità. L'anima
ha dunque una propria esistenza che va al di la della sfera del terreno e si
può affermare che ha la vita in se e non in quanto risiede nel corpo.
I personaggi dell'epos omerico sono
in ogni caso abituati dalle loro scelte esistenziali a convivere con l'idea
della morte , nella consapevolezza che essa incombe su di loro in ogni momento
,nei suoi aspetti più sanguinosi e violenti ,tanto che "morire" ed
"uccidere" sono forse i due verbi che ricorrono con maggiore frequenza nei
racconti degli aedi e nel pensiero degli eroi. Quando Ettore si accomiata da
Andromaca afferma :"io dico che nessun uomo , una volta che è nato
,può sfuggire al destino ,sia vile o sia valoroso".
IL nucleo della questione
è proprio in queste parole: il destino che deve essere svolto dall'
uomo, perché si conservi l' equilibrio dell' universo, è quello di
essere mortale, e a questo destino non può in alcun modo sottrarsi.
Tuttavia gli è concessa un'importante possibilità di scelta:
quella di dare un senso alla propria vita e alla propria morte. IL guerriero
cerca di compensare la breve vita con il ricordo eterno delle generazioni
future.
Pertanto,
ciascuno di questi grandi personaggi è perfettamente consapevole della precarieta' della propria esistenza, che può
essergli tolta in ogni momento:"all' alba, al tramonto, o nel pieno del giorno
e qualcuno mi strapperà la vita in battaglia".
Queste sono
le parole di Achille a Licaone, uno dei li di Priamo, un attimo prima di
colpirlo a morte. Tale certezza, pero', non-spaventa
l'eroe, ne diminuisce la sua volonta' di azione;
anzi, rappresenta una sfida continua a compiere il massimo sforzo, a dare il
meglio di sé, per conquistare una fama imperitura, nel tempo effimero e incerto
che gli è concesso dal suo destino di uomo.
Tuttavia, i poeti, rifiutandosi di considerare
la morte come un annullamento totale, ci rappresentano talvolta gli eroi mentre
cercano di esplorarne il mistero, viaggiando verso il mondo crepuscolare dei
defunti e conversando con le loro ombre. Nell'epica omerica, l'eroe che
affronta il "viaggio" per antonomasia è Odisseo; seguendo le istruzioni
della maga Circe ,egli intraprende la sua straordinaria avventura per consutare sul proprio futuro l'ombra del vate Tiresia ,il famosissimo indovino tebano
,al quale ,unico fra tutti i veggenti ,gli dei hanno concesso di profetare
anche dopo la morte. Odisseo salpa dunque verso l'oceano, il fiume primordiale
che circonda la terra con un anello di acque e sulla sua sponda Odisseo compie
il rito necromatico :sacrifica una bestia dalla pelle
nera ,l'unica che era accettata dagli dei dell'oltretomba ,poi gli si mise
vicino in modo da non far avvicinare le altre anime prima di quella di Tiresia che doveva bere per primo (infatti nell'antichita' si credeva che le anime di chi avesse bevuto il
sangue di una vittima sacrificale avrebbe acquisito la facolta'
di parlare per un certo arco di tempo).
Omero inoltre ci illustra la
strutturazione dell' oltretomba
: a capo
del regno dei morti c'era Ade ,divinità di
morte e dolore, al suo fianco Persefone ,lia di Demetra. Insieme ad Ade vanno
poste alcune divinità minori quali :Hypnos ,il
sonno. Le Keres ,e le terribili
Erinni. Ade ricevette da suo fratello Zeus il regno dei
morti ,che è situato ad un immane distanza dal centro della terra e si
suddivide in tre parti :la prima era l'Erebo oscuro ,o Campo degli Asfodeli ,dove la maggior parte delle persone
errava sotto forma di 'ombre'della loro immagine terrena. La seconda
era il tartaro dove erano mandate le persone malvagie per scontare tramite
delle pene atroci i mali commessi in vita. La terza erano i Campi Elisi , un
luogo dorato dove regnavano pace e delizia e dal quale era possibile tornare in
vita ,dopo aver bevuto le acque del fiume Lete ,che
avevano il potere di far dimenticare la propria esistenza passata. Se una
persona si guadagnava un posto nei campi elisi per tre volte, veniva inviata
nell'isola dei beati ,dove sarebbe restato in eterno. Per stabilire in quale di
questi tre mondi sarebbe dovuta andare l'anima Ade
prepone tre giudici:Eaco, Minosse
e Radamanto. A guardia del regno degli inferi c'era
Cerbero ,lio di Tifeo ed Echidna. L'essere che ci
viene descritto come cane dalle molte teste , e le cui criniere erano
costituite da letali serpenti. Ed infine per condurre le anime negli inferi
c'era Caronte che le traghettava sull'altra sponda
dell'Acheronte, che insieme con lo Stige , il Cocito ,il Periflegetonte ed il Lete ,era uno dei fiumi che circondavano l'oltretomba.