
CONTENUTO: Questo brano del
coro dell'atto quarto dell'Adelchi è dominato dal tema della provvida
sventura Manzoniana in relazione alla morte di Ermengarda. La donna viene
incitata a liberare la mente dai terrestri ardori, forse dall'Io lirico
di Manzoni. Il pensiero poi si rivolge alle altre donne infelici, consumate e
già morte a causa del dolore, accostandovi poi l'immagine di Ermengarda
che, trovatasi dalla parte degli oppressi invece che degli oppressori, è
incitata a morire in pace, col volto che si ricomponga come quando era
fanciulla, ignara di un destino avverso, in visione di un buon augurio di
salvezza divina. C'è quindi il paragone tra il volto sereno di
Ermengarda e la serenità del contadino che, al tramonto vedendo il sole
squarciare le nuvole, spera in un giorno più sereno. Ai versi 103 - 104
vediamo, sottolineato da un enjembement, provvida
sventura spesso ricorrente nell'idea religiosa di Manzoni, che sta a
significare la possibilità di riscattarsi di una colpa, nel caso di
Ermengarda le colpe del suo popolo cui fu prodezza il numero, / cui fu
ragion l'offesa, / e dritto sangue - Fase di Problematizzazine" class="text">il sangue, e gloria / il non aver pietà.
STILE: Al verso 93 vediamo
"brando", una metonimia (ura retorica che consiste nel trasferire un termine
dal concetto a cui propriamente si applica ad un altro in cui è in
stretto rapporto di dipendenza) che sta per "spada". Nel passaggio sono
presenti termini eruditi di origine latina, come al verso 92 "orbate" e al
verso 94 "indarno" oppure al verso 112 "fallace" (dal latino fallax). Al verso 97 e 103 è presente una
anafora, cioè una ripetizione di una parola, in questo caso "te", quasi
a sottolineare il senso di colpa che viene addossato ad Ermengarda. Altra
anafora è presente ai versi 99 - 100 con " . cui . cui . ". Nel passaggio
sono presenti molti enjembements, il più
notevole dei quali e quello ai versi 103 - 104 con "provvida / sventura" quasi
ad evidenziare ciò che sarà un tema caratteristico nel Manzoni.
Ai versi 114 - 115 si trova un ulteriore enjembement
della strofa che termina con "Così . " per sottolineare la
continuità del paragone tra il volto di Ermengarda e lo stato d'animo del contadino
che sull'alba si rasserena per un giorno più sereno.