letteratura |
Confronto sulle opere
Di
"Ludovico Ariosto & Torquato Tasso"
Ludovico Ariosto, nacque a Reggio Emilia, dove il padre, il conte Niccolò Ariosto, di famiglia nobile ma non ricca, era capitano della cittadella. Dal 1503 al 1517, il servizio presso il cardinale Ippolito d' Este, fratello del duca Alfonso I, gli procurò uno stipendio fisso. Ludovico fu indirizzato dal padre allo studio delle leggi, ma, dopo cinque anni di studi svogliati riuscì ad ottenere dal padre il permesso di dedicarsi alla letteratura. Nel 1500 alla morte del padre, l'Ariosto essendo già tra gli stipendiati della corte d' Este sin dal 1496, come primogenito, dovette provvedere al mantenimento della numerosa famiglia; fratelli da educare o da mettere a posto, sorelle da collocare in matrimonio onorevolmente, liti giudiziarie con gli altri parenti, benefici ecclesiastici da mantenere o da acquistare. Con l'aiuto del fratello Galasso amministrò i beni di famiglia, procurò una sistemazione a fratelli e buone doti alle
sorelle, dimostrando spirito pratico e senso della realtà. Fu abile diplomatico e portò a termine incarichi, anche delicati, per conto del cardinale Ippolito. Nel 1517 però, l'Ariosto si alienò la benevolenza del cardinale rifiutando di seguirlo nell'arcivescovado di Buda, in Ungheria, adducendo come pretesti la salute malferma, l'inverno imminente, l'essere egli l'unico sostegno della famiglia. I motivi reali erano altri: il desiderio di lasciare il servizio del cardinale e l'amore per Alessandra Benucci, vedova del ferrarese Tito Strozzi, conosciuta nel 1513, che sposò nel 1527, segretamente, per non perdere alcuni benefici ecclesiastici di cui godeva. In seguito alternando gli studi prediletti con la coltivazione del modesto giardino, portò a compimento la terza edizione del poema (1532), morendo l' anno successivo, il 6 luglio del 1533. Una modestissima esequie ne accomnava la sepoltura.
Nel 1558 Torquato
Tasso aveva appena compiuto quattordici anni e si trovava col padre ad Urbino,
quando gli giunse la notizia che una scorreria di pirati saraceni aveva toccato
le coste della Campania e messo a ferro e fuoco la natìa Sorrento. La
sorella Cornelia, che viveva assistita dai parenti dopo la morte della madre,
avvenuta due anni prima, era riuscita a salvarsi a stento. La notizia
turbò l'animo dell'adolescente, generando in lui, forse per la prima
volta, un sentimento misto di timore e di sdegno nei confronti del mondo
islamico. Erano quelli, del resto, anni carichi di tensioni per l'Europa: i
Turchi minacciavano l'Occidente cristiano;
preoccupazione il
pericolo di una perdita irreparabile di credito e di prestigio all'interno del
mondo cristiano, guardava con apprensione ad Oriente, giudicando tutt' altro
che remota l'eventualità di un'invasione musulmana dell'Europa.
Sull'onda dell'emozione suscitata in lui da questi avvenimenti, Torquato si
interessò alla storia dei rapporti tra Cristianità e Islam,
approfondendo in particolare lo studio delle crociate. Era ancora vivo in lui
il ricordo della visita fatta da fanciullo al monastero di Cava dei Tirreni
dove era custodito il sepolcro di Urbano II, il papa che aveva bandito la prima
crociata. La sua formazione letteraria, inoltre, gli aveva già fatto
conoscere le opere più illustri della tradizione canterina, dall'Orlando
Innamorato del Boiardo al Furioso dell'Ariosto, nelle quali i nemici da
combattere erano appunto i Mori, sempre pericolosi e temibili, anche se votati
alla sconfitta nella fantasia degli autori. Soprattutto lo appassionò
ARIOSTO |
TASSO |
Poeta cortigiano ma conserva un'autonomia dalla corte Ø Detesta viaggiare (I Satira) Ø Polemizza verso la corte Ø Carattere deciso e poco religioso Ø La sua aspirazione è condurre una vita placida e sedentaria Ø Gli ultimi anni della sua vita sono i più placidi e tranquilli. |
Poeta cortigiano (pienamente dipendente dalla corte) Ø Si sposta in continuazione (<<poeta errante>> nella Gerusalemme liberata). Ø Polemizza ma elogia la corte Ø Carattere contraddittorio (bifrontismo) Ø La sua aspirazione è condurre una vita privi di vincoli imposti dall'ONORE (Mito dell'età dell'oro senza peccato) Ø Anima tormentata che culmina nella pazzia (malato o ammaliato?) |
ORLANDO FURIOSO |
GERUSALEMME LIBERATA |
Ø Continua l' "Orlando innamorato" di Boiardo. Ø Tono MEDIO (realistico quotidiano e comico). Ø FINE: dilettare il pubblico, ironizzare sul decadentismo dei costumi. Ø Pluralità di azioni ed eroi. Ø Alternarsi ed intrecciarsi delle vicende (entrelacement). Ø Vicende IMPOSSIBILI, talora assurde Ø Domina Ø Duplicità dell'errore, ma l'errarae morale è visto con ironia Ø Inchiesta fallimentare ed obiettivi di carattere profano. Ø Spazio ORIZZONTALE (mondanità) Ø Movimento CIRCOLARE. Ø Struttura narrativa APERTA (anche se si ha una tendenza alla chiusura dell'intreccio) Ø L'inizio riprende la narrazione interrotta dal Boiardo. Ø Ha una fine parziale: la vittoria sui Mori ed il matrimonio di Ruggiero. C'è la possibilità di un continuo. Ø Riflette fatti contemporanei. |
Ø Si ispira all' "Iliade" e all' "Eneide". Ø Tono SUBLIME. Ø FINE: didascalico, pedagogico, celebrativo delle idealità religiose, della Maestà della Chiesa e dell'eroismo guerriero. Ø Unicità di azioni e personaggi. Ø Sequenzialità delle vicende. Ø Vicende VEROSIMILI Ø Domina DIO. Ø Duplicità dell'errore, ma l'errare morale è visto in modo drammatico Ø Obiettivi raggiungibili di carattere religioso. Ø Spazio ORIZZONTALE (mondanità) e VERTICALE (alleanza con Dio) Ø Movimento LINEARE. Ø Struttura narrativa CHIUSA: inizio, mezzo e fine Ø Inizio in medias res: ciò che precede l'arrivo dei crociati non è rilevante Ø Ha una fine: conquistato il Santo Sepolcro non c'è motivo di continuare Ø Riflette fatti contemporanei. |
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