letteratura |
È giusta o sbagliata? Perché? Perchè uccidere chi ci vuole bene?
EUTANASIA:RIFLESSIONI E CONDANNE
Nei riguardi della sofferenza di una persona cara, che con il suo entu-siasmo,con la sua vitalità ci ha ac-comnato per lungo tempo, do-vremmo cercare di essere sereni (per quanto si possa) e soprattutto non materialisti perché la vita non termina con l'ultimo sospiro,l'ultimo gemito,ma da qui ne inizia un'al-tra,migliore ed eterna. Naturalmente bisogna avere fede,bisogna credere nel Dio generoso che ci ha donato la vita. Ma il dolore a volte ci annebbia la vista,non ci fa capire più niente,an-zi cancella tutte le cose positive che abbiamo e ci fa vedere solo il buio. Morire vuol dire rinascere a vita nuo-va,per sempre. Ma noi non possiamo considerarci custodi di un 'testa-mento biologico',a sostegno dell'eu-tanasia,perché,come lo ritengono nu-merose persone,eutanasia è uguale o-micidio.
Come molti considerano ingiusta la 'dolce morte',altrettanto numerosi ri-tengono ingiusto l'accannimento tera-peutico.
Allora cos'è che va veramente bene?
È una domanda complicata.E cosi anche la risposta.
Perché il progresso scientifico ha fatto passi da gigante nel trovare e produr-re medicinali sempre nuovi e potenti per scongere le più disparate ma-lattie diffusesi nel corso del tempo. Ma una è ancora deciasa a dar guer-ra,ad uccidere:il cancro.
Ed è anche per questo che motivo che non rassegnarci ad aprire (anzi a spa-lancare) le porte a 'sorella morte' (co-me la chiamava sette secoli fa San Francesco).è pur vero che la morte fa parte del ciclo della vita,che la vita è
un dono di Dio,che un bene più prezioso non esiste, ma molti non accettano queste realtà,questi concet-ti.
Ma come facciamo a condannare la pena di morte,il suicidio,la violenza sessuale (o,peggio,la pedofilia) e poi approviamo l'eutanasia?Questi sono tutti reati conto la persona,contro la dignità di ciascuno. È pur vero che i settanta,gli ottant'anni che noi vivia-mo sono un granello di sabbia in confronto all'eternità,ma la vita va vissuta in pieno.
Staccare la spina o inniettare farmaci per decidere che un'altra vita deve finire non è concepibile.
Ognuno può,anzi deve, avere un'opi-nione in merito,senza lasciarsi sor-prendere o abbindolare da nessuno. Ma l'eutanasia è una realtà,ormai; bisogna solo sperare,e pregare,che l'Italai non si adegui all'Olanda (unico Statoal mondo,per ora,ad aver legaliz-zata l'eutanasia) perché la religione, pur rimanendo un'opinione libera e discutibile, era,è e sarà sempre uno dei pochi veri 'pilastri morali' della nostra Italia.
Pensando all'eutanasia e alla voglia di farla finita, pensiamo a chi, dopo me-si, o addirittura anni, si risveglia dal coma.
Anche di fronte alle frenesie quotidiane che ormai non ci lasciano più tempo nemmeno per noi stessi, occorre una riflessione per cercare di capire che la vita è un dono unico ed irripetibile. Cerchiamo di sfruttarne tutti i momenti, anche in vista di quel capolinea,la morte,che ci attende non per sottrarci alle tante gioie e piaceri di questo mondo,ma per aprirci la
strada a quella realtà superiore ed infinita chiamata eternità.
L'eutanasia è ingiusta,è un vero e proprio omicidio.Pensiamoci.
E cerchiamo di opporci a tutti coloro che la ritengono giusta:non con aggressività o cattiveria,ma con amo-re.
Come dovremmo porci con chi soffre e ha davanti a se solo pochi attimi ancora da vivere.
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