letteratura |
Emile Zola
Émile Zola nasce a Parigi nel 1840. Dopo un'infanzia e un'adolescenza trascorse in gravi ristrettezze economiche vive lavorando per l'editore Hachette e facendo il giornalista. Considerato il caposcuola del naturalismo, è spesso al centro di polemiche artistiche e politiche (difesa di Manet e degli impressionisti e la violenta denuncia, J'accuse, del complotto militarista e reazionario legato all'affaire Dreyfus che gli costa un anno di carcere).
Dopo la pubblicazione nel 1857 della sua opera più riuscita, Teresa Raquin, concepisce l'idea di un ciclo di romanzi che, attraverso le vicende di vari personaggi appartenenti allo stesso ceppo familiare, prenda in esame tutti gli aspetti della società. Nascono così I Rougon-Macquart il cui sottotitolo recita: "storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo impero. Il primo romanzo del ciclo, iniziato nel 1871 e che comprende venti volumi, è La fortuna dei Rougon, a cui seguono, tra gli altri, Il ventre di Parigi, sulla dura realtà dei proletari; L'ammazzatoio, contro la piaga sociale dell'alcoolismo; Nanà, ambientato nella buona società borghese; Germinale, descrizione delle lotte sociali di un distretto carbonifero; Il dottor Pascal che nel 1893 chiude il ciclo.
Intanto, nel 1880, contribuisce con Maupassant e altri a Le Serate di Médan, raccolta di novelle che è anche una sorta di manifesto della scuola naturalista. Dal 1894 al 1898 scrive la trilogia Tre città (che ha per soggetto Lourdes, Roma, Parigi) in polemica con la Chiesa cattolica e sulla fede religiosa. L'ultimo progetto è ancora un ciclo, I quattro vangeli, di cui escono Fecondità (1899), Lavoro (1901), Verità (postumo); il quarto romanzo avrebbe dovuto essere Giustizia, ma non fu mai scritto per la morte improvvisa dell'autore, avvenuta nel 1902 a causa delle esalazioni di una stufa, e sulla quale il sospetto di un attentato non è mai stato del tutto dissipato.
Opere principali
Teresa Raquin (1867); La fortuna dei Rougon (1871); Il ventre di Parigi (1873); L'ammazzatoio (1877); Nanà (1880); Pot-Bouille (1882); Il paradiso delle signore (1883); Germinal (1885); La bestia umana (1890); La disfatta (1892); Il dottor Pascal (1893); Lourdes (1894); Rome (1896); Paris (1898); Fecondità (1899); Lavoro (1901); Verità (postumo).
Germinal
Insorti per la fame ed eccitati dalle distruzioni che hanno messo in atto, gli scioperanti affluiscono verso la casa del direttore Hennebeau. La moglie e alcuni invitati, che hanno trovato rifugio in un fienile, osservano questa miseria in rivolta che minaccia la loro posizione sociale acquisita.
Parte V, cap. 5
«Urlanti e gesticolanti, le donne erano apparse; un migliaio o poco meno; scarmigliate dalla corsa, mal coperte da cenci che lasciavano intravedere qua e là la pelle, dei corpi di femmine sfiancate a forza di liare. Alcune tenevano fra le braccia l'ultimo nato, lo sollevavano, lo mostravano come brandissero e agitassero un simulacro di vendetta e di lutto. Altre, più giovani, procedevano impettite come muovessero alla battaglia, impugnando bastoni; mentre le vecchie, simili a furie scatenate, urlavano così forte che nei colli scarniti le corde si tendevano quasi a schiantarsi. Seguiva la valanga degli uomini; duemila forsennati; manovali, braccianti, staccatori; una massa pigiata e confusa che avanzava compatta al punto che non vi si distingueva più nulla: camiciotti di tela o maglie a brandelli, tutto spariva in un'unica tinta terrea.. [].
In quel momento il sole tramontava, insanguinando la piana della cupa porpora dei suoi ultimi raggi. Tinti da quella porpora, uomini e donne seguitavano a marciare simili a beccai imbrattati di sangue, e fu come se, non più una folla, ma un fiume di sangue dilagasse per strada. []
Si levò allora un grido che soverchiò la Marsigliese:
Pane! Pane! Pane!»
Germinal
Stefano Lantier, della dinastia dei Macquart, va a lavorare nelle miniere di Montsou, a contatto con un mondo di sofferenza e di iniquità che tenta di combattere proandando tra i minatori gli ideali del socialismo evoluzionista di Marx e della prima internazionale da poco fondata a Londra. L'amico Suvarin, un russo cupo e sognatore, ha invece idee più radicali: attende la nuova rivoluzione impersonata da Bakunin, che abbatterà l'idra borghese. L'errata politica finanziaria adottata dal Secondo impero mette in crisi la Comnia delle miniere che abbassa i salari e cerca di dividere gli operai. Scoppia invece un grande sciopero che si prolunga per mesi e Stefano guida le rivendicazioni dei comni. All'intervento della forza militare, che provoca numerosi morti, Suvarin mette in opera il suo disegno nichilista: quando a poco a poco, spinti dalla miseria delle loro famiglie, gli operai tornano in miniera, i pozzi franano e l'acqua invade le gallerie. Stefano e la giovane Caterina, la fanciulla di cui è innamorato, vi restano imprigionati: la giovane muore e Stefano, salvato dalle squadre di soccorso, si dirige a Parigi sperando in una prossima redenzione del popolo.
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