letteratura |
Esercizi su "La casa in collina" di C.Pavese
La narrazione è condotta dal protagonista in prima persona.
L'uomo è un professore quarantenne di Torino che si rifugia su un colle torinese per sfuggire alla guerra.
L'ambiente descrtitto è la collina : essa è un luogo che riesuma ricordi della sua infanzia, quando viveva sulle colline di Santo Stefano Belbo, sempre nei pressi di Torino.
La collina rappresenta un luogo protetto, il rifugio al dramma e alla furia della guerra.
Torino, invece, rappresenta proprio il luogo dello scontro bellico, del pericolo.
Infatti era da tempo sottoposta ai bombardamenti.
Il secondo parametro spaziale, dopo la collina è la città di Torino.
Essa serve per rappresentare il dramma della guerra ed è anche fulcro delle vicende narrate.
La vicenda è abientata durante la seconda guerra mondiale.
Nel racconto vengono descritti fatti che vanno dal '43 fino alla fine della guerra nel '45 : vengono citati i bombardamenti su Torino, il crollo del fascismo e la ben nota ritirata nazista in Italia.
Sono inoltre questi i fatti che portano Corrado a spostarsi da un posto all'altro, per sfuggire alle persecuzioni naziste.
Nella ina si parla di come venivano trascorse le giornate prima, durante e dopo la guerra.
Dapprima erano delle tranquille giornate, poi, durante la guerra tutto, nel giorno e nella notte, è pervaso da un senso di insicurezza, di impotenza e di paura.
Corrado, anziche agire partecipando con la resistenza partigiane, preferisce chiudersi in se stesso, questo lo dice esplicitamente.
Ma da come parla delle notti passate a "sentire" le battaglie della città mentre al riparo in collina, si denota come, anche se non lo dice espressamente, egli non sia del tutto sicuro.
Col suo atteggiamento chiuso è come se fosse dietro ad un muro ad ascoltare tutte le atrocità che accadono dall'altra parte della parete, e pur avendo la possibilità di reagire, preferisce non rischiare nulla.
Questo ragionamento verrà poi abbandonato, quando alla fine della guerra vede i corpi dei suoi comni per terra, morti.
Capisce che erano morti per gli altri e che se ci fosse stato lui lì, al loro posto, nulla sarebbe cambiato e questo gli provoca un forte rimorso.
Ad ogni bombardamento la gente si rifugia sulla collina, dove fa anche considerazioni sulla città bombardata e si chiede quando verrà il tanto agonato momento della fine della guerra.
Corradi esprime il desiderio di ritornare un giorno sulle sue colline natie : è solo il lavoro che lo trattiene.
La guerrà è in un certo senso anche utile per lui, poichè lo portà a fare nuove amicizie che non aveva in città.
Il campo semantico richiamato è quello animale, che si denota appunto dai termini usati.
Questi servono per rendere l'idea del pensiero di Corrado, che non volendo partecipare alla guerra, si rifugia alla stregua di un animale impaurito.
Gli altri personaggi del racconto servono solo da contesto, e vengono "usati" da Pavese per far risaltare la personalità di Corrado.
Sono solo una collettività in secondo piano.
) Pavese usa principalmente la tecnica del discorso indiretto libero.
Inoltre vi sono ampie parti con discorsi dettagliati con molti particolari e ampie riflessioni delle persone.
Ad una prima analisi la grande illusione sembrerebbe essere logicamente rappresentata dalla speranza della fine della guerra in tempi brevi.
Invece, la vera grande illusione, è rappresentata dalle aspettative e dalle speranze di Corrado.
Egli non vede il realizzarsi delle sue speranze : spera di ristabilire il rapporto con Cate, ma così non è ; crede di risolvere il dubbio sul presunto lio Dino, ma il dilemma rimane tale.
Spera anche di poter tornare a condurre un vita normale sulla collina, ma la continuazione della guerra glielo impedisce.
Il tutto ha sicuramente molto in comune con la vita condotta da Pavese : anch'egli non vede il realizzarsi delle sue aspettative e in un momento di assoluto sconforto decide di togliersi tragicamente la vita.
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