letteratura |
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Fedor Dostoevskij
Fëdor Michajlovic Dostoevskij, lio di un aristocratico decaduto che esercitava la professione di medico, nasce a Mosca nel 1821.
Allevato in un ambiente devoto e autoritario, nel 1837, alla morte della madre, viene internato alla scuola del genio militare di Pietroburgo che frequenta controvoglia, già risolutamente deciso a dedicarsi alla letteratura. Rinuncia infatti alla carriera subito dopo aver conseguito il diploma e scrive il suo primo romanzo, Povera gente, che ottiene un grande successo di critica. I romanzi successivi (Il sosia; Le notti bianche) deludono i suoi primi estimatori, specie il critico Belinskij che lo ha acclamato come un nuovo grande scrittore, e lasciano indifferente il pubblico.
Nel 1849, per avere aderito a un circolo di intellettuali socialisti, Fëdor viene condannato a morte con tutto il gruppo, quindi graziato dallo zar Nicola I (una messinscena punitiva) e condannato a quattro anni di Siberia e ad altri quattro di arruolamento forzato. Ritorna alla letteratura dopo il matrimonio avvenuto nel 1857 con una giovane vedova, quando dà alle stampe due romanzi: Il villaggio di Stepancikovo e Il sogno dello zio.
Nel 1861 comincia l'attività giornalistica per la rivista "Il Tempo", nella quale appaiono Memorie da una casa di morti (racconto dell'esperienza siberiana) e Umiliati e offesi. Dopo un viaggio in Inghilterra, Francia e Germania che suscita in lui aspri giudizi sulla civiltà occidentale, fonda con poca fortuna il periodico "Epoca" e dà alle stampe Memorie del sottosuolo seguito da Delitto e castigo che gli procura grande fama ma pochi guadagni.
Ormai vedovo, sposa nel 1867 la propria stenografa Anna Snitkina e pubblica Il giocatore, romanzo dai toni autobiografici in cui descrive la sua rovinosa passione per la roulette. Per sfuggire ai creditori che costantemente lo perseguitano, ripara quello stesso anno all'estero con la moglie e scrive L'idiota, poi al suo ritorno in Russia pubblica nel 1873 I demoni. Segue un periodo di grande attività che culmina con I fratelli Karamazov e che si protrae fino al 1880, praticamente alla vigilia della morte giunta improvvisa a Pietroburgo nel 1881.
Opere principali
Povera gente (1846); Il sosia (1846); Le notti bianche (1848); Il villaggio di Stepancikovo (1859); Il sogno dello zio (1859); Memorie da una casa di morti (1861-62); Umiliati e offesi (1861); Memorie del sottosuolo (1865); Delitto e castigo (1866); Il giocatore (1867); L'idiota (1868-69); I demoni (1873); L'adolescente (1875); Diario di uno scrittore (1876-81); I fratelli Karamazof (1879-80).
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