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Giovanni Verga

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Giovanni Verga


Nato nel 1840 a Catania da una famiglia di nobili origini e di tradizioni liberali, Giovanni Verga si dedica fin dalle sue prime prove alla letteratura civile e patriottica di ascendenza byroniana, nella quale, gradatamente, il romanticismo eroico si converte in romanticismo passionale, espresso nel romanzo Una peccatrice del 1866 e più ancora in Storia d'una capinera (1871) che lo consacra al successo. Dopo un soggiorno a Firenze, in quegli anni capitale d'Italia, nel 1872 Verga si stabilisce a Milano. Qui frequenta i ritrovi letterari e il mondo aristocratico-borghese, le cui passioni sofisticate vengono descritte in opere come Eva (1873), Eros (1874), Tigre reale (1875).

Nel 1874 pubblica anche il "bozzetto siciliano" Nedda, con cui inaugura il genere della novella e la sua adesione al verismo, variante italiana del naturalismo. In questa sua nuova stagione, che trova compiuta espressione nei Malavoglia (1881), Verga adotta la poetica dell'impersonalità per rappresentare epicamente e coralmente un mondo di gente umile, quasi primitiva, in lotta con l'avverso destino a cui soccombe quando si stacca dalla religione, dalla famiglia, dal lavoro. In quegli stessi anni appaiono anche le sue novelle più riuscite: la serie di Vita dei campi e quella delle Novelle rusticane, da cui trae materia anche per i suoi drammi, come Cavalleria rusticana. Nel suo secondo grande romanzo, Mastro don Gesualdo, l'impianto narrativo è quello del romanzo di costume, caratterizzato dai molti quadri successivi descritti dall'autore con il solito realismo distaccato. Verga trascorre gli ultimi anni a Catania in scontroso e lungo silenzio, dove muore nel 1922.




Opere principali

I carbonari della montagna (1861); Sulle lagune (1863); Una peccatrice (1866); Storia d'una capinera (1871); Eva (1873); Eros (1874); Tigre reale (1875); Vita dei campi (1880); I Malavoglia (1881); Il marito di Elena (1882); Novelle rusticane (1883); Per le vie (1883); Vagabondaggio (1887); Mastro don Gesualdo (1889); I ricordi del capitano d'Ancre (1891); Cavalleria rusticana (1894); In portineria (1895); La lupa (1896); Dal tuo al mio (1906).




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