letteratura |
I Rimatori Realistici
Nel 1200 accanto alla corrente Stilnovistica nacquero altri rami, esempio dato da Guido Guinizzelli in cui all'amore si dava un senso simile alla morte e all'angoscia. I rimatori realistici trovavano il loro luogo comune nella Toscana ed erano uomini dotti delle borghesia che contrapposero al sentimento idealizzato dell'amore, i sentimenti di ogni giorno nella loro schietta immediatezza derivati dalle circostanze della realtà in cui si vivevano. Un esempio sono le liti, le riapacificazione, il vizio del gioco, i peccati di gola . .
Così i propri sentimenti non venivano più filtrati da una ricerca di perfezione interiore, ma manifestati così com'erano.
La borghesia comunale riuscì ad esprimersi sia nella concezione e nelle immagini idealizzate dello Stil Novo, e sia nella più immediata visione realistica.
Esempi di autori realistici furono: Rustico Filippi, Cecco Angiolieri e Folgòre da San Gimigliano.
Rustico Filippi fu famoso per una serie di sonetti in cui veniva descritta una galleria di personaggi colti nei loro difetti, e venivano descritti per mezzo di caricature. A volte poteva diventare una presa in giro e si pensa che quelle persone fossero state avversari politici.
Scrisse "Quando Dio Messer Messerino".
Cecco Angiolieri fu uno dei più importanti tra i rimatori realistici.
Le poche cose che sappiamo della sua vita furono estrapolate dalle sue opere; così dovette appartenere a una famiglia guelfa nobile ed avere moglie e li; però non seppe fare né il marito e né il padre poiché si indebitò molto e dovette subire numerosi processi.
Ci ha lasciato un canzoniere dove si trovano tutti i suoi difetti: la passione per Becchina (l'Amore), l'amore per il gioco (il Dado), e il vizio del bere (la Taverna). Inoltre spiegava che i suoi migliori comni e i buoni parenti erano i fiorini cioè i soldi. Quindi aveva una visione della vita prettamente materialistica.
Altri autori ebbero una concezione realistica-spirituale ed altri una concezione realistica-materialistica.
Folgore da San Gimigliano fu una persona più seria e non fece caricature su personaggi. Ci ha lasciato dei componimenti sui giorni della settimana e sui mesi (corona dei mesi e della semana).
Egli descrisse soprattutto un'età che volge al fine in cui dominava l'avidità e la rozzezza.
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