letteratura |
I promessi Sposi
Tre sono le stesure del romanzo: 1823 'Fermo e Lucia' poi Sposi Promessi (concezione pessimistica, viva predilezione romantica-giansenistica dell' autore) 1825-27;
Promessi Sposi, storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Manzoni ( il pessimismo si addolcisce nella fiducia e nella certezza dell' intervento della Provvidenza Divina- concezione religiosa meno rigida e tono bonariamente umoristico).
1827: revisione della lingua, ripulita da francesismi e da Lombardismi durante un soggiorno a Firenze.
Tra il 1840 e 1842 il romanzo fu dato alle stampe e illustrato dal pittore Gonin, era la stesura definitiva.
La vicenda del romanzo passa attraverso tre fasi:
Dal 1° al 18° modulo segue il trionfo del male, l' umana commedia con spunti lievemente comici, ne sono protagonisti Renzo e Lucia.
Dal 19° al 32° modulo segue l' intervento della provvidenza, è una fase drammatica, ricca di contrasti, in cui sono protagonisti il Cardinale Borromeo e l' Innominato.
Dal 33° modulo alla fine segue il trionfo del bene e ne è protagonista la Provvidenza.
Fonti: l' occasione per scrivere il romanzo fu dato al Manzoni dalla lettura della storia milanese del Ripamonti e del saggio di economia di Melchiorre Gioia, in cui, fra le altre era riportata una 'grida' del governatore di Milano contro chi agiva per favorire o contrastare matrimoni. Dal Ripamonti il Manzoni trasse gli argomenti della Monaca di Monza, dell' Innominato e scene del lazzaretto, dalle opere di MelchiorreGioia e del Verne trasse gli elementi di economia e giurisprudenza, da Walter Scott trasse la forma del romanzo storico ( ma mentre Walter Scott spiegava la storia ai fini pittoreschi e romanzeschi, d' effetto, Manzoni la sentiva come cosa viva, operante senza speranza e con profondo rispetto).
Le vicende narrate si svolgono dal 7/11/1628 agli ultimi mesi del 1630, durante la dominazione snola ( guerra, carestia, peste); alcuni personaggi sono storici anche se trasformati dall' artista( Innominato forse, Bernardino Visconti, la monaca di Monza, forse A.Maria Leyva; Fra Cristoforo forse Cristoforo Picenoral, cremonese, Don Abbondio : forse un prete conosciuto dal Manzoni, Federico Borromeo e i rappresentanti del governo Snolo), altri sono inventati, ma collocati in una perfetta cornice storica, come Don Ferrante.
Diffusi sono i motivi politici ( dominazione snola=dominazione austriaca), quindi il romanzo è opera patriottica, fedele allo spirito del risorgimento.
Giudizio del Sapegno: la vocazione narrativa del Manzoni , implicita nella storia delle opere minori, giova a chiarire la genesi naturale del romanzo: Non si possono negare le ragioni morali che presiedono all' ispirazione del romanzo , infatti il giudizio morale è una norma ideale che dall' interno illumina le invenzioni fantastiche e coordina in una concezione organica, ma quello che colpisce nel romanzo è l' incalzante ritmo narrativo, l' umana e poetica 'verità' delle cose e delle persone.
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