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IL CAVALIERE INESISTENTE il libro è un racconto fantastico/epico, perché narra le avventure di cavalieri medievali

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IL CAVALIERE INESISTENTE.


Genere: il libro è un racconto fantastico/epico, perché narra le avventure di cavalieri medievali.


Sintesi: il libro comincia con l'organizzazione di una battaglia, condotta da Carlo Magno e la presentazione di alcuni cavalieri e paladini. Si scopre immediatamente uno dei protagonisti della storia, il paladino Agilulfo, uno strano cavaliere, perché sotto la sua corazza non c'era niente, come se non esistesse!

Si fa poi la conoscenza di un giovane cavaliere, intenzionato a vendicare il padre e a diventare un paladino, ovvero Rambaldo, che viene istruito da Agilulfo e che si innamora del cavaliere che lo ha salvato in battaglia (Bradamante).



Bradamante è invece invaghita di Agilulfo che però non la ricambia perché è troppo impegnato a fare il suo dovere di cavaliere e obbedisce a tutti gli ordini del re.

Torrismondo invece, vuole essere l'antagonista di Agilulfo e lo accusa di non aver realmente compiuto un'impresa di cui va portandosi dietro la fama. Così Agilulfo per dimostrare di aver ragione parte per un lungo viaggio alla ricerca della presunta madre di Torrismondo, seguito da Bradamante che lo ama troppo, da Rambaldo che ama invece Bradamante e Torrismondo che vuole trovare l'ordine dei cavalieri del sacro Graal, che crede siano suo padre

Insomma, dopo varie ricerche e peripezie, Agilulfo ritrova la presunta madre di Torrismondo che in verità non era la sua vera madre e dimostra di aver realmente compiuto ciò che aveva detto (ovvero aveva salvato la vergine mentre stava per essere violentata da alcuni briganti che secondo Torrismondo erano i cavalieri del sacro Graal), Torrismondo trova quella che crede sia la sua madre dopo essersi imbattuto nei cavalieri del sacro Graal, ma non riconoscendola e innamorandosi, fa l'amore con lei, dopo come la riconosce dispiaciuto crede che sia sua madre, invece ella gli spiega come sono andate realmente le cose e che non era suo lio in verità, così Torrismondo si fidanza con lei, Agilulfo invece credendo di non essere riuscito a preservarla dal voto di castità decide di non farsi più trovare e lascia la sua armatura a Rambaldo, quest'ultimo indossata la corazza va da Bradamante e fa anch'egli l'amore con lei. Dopo che lei lo riconosce lo ricaccia, ma infine lo rincontra nel convento dove lei ogni tanto andava a scrivere e riflettere e si innamora di lui.


Luogo: la vicenda si svolge fra le camne della Francia, Parigi all'inizio, l'Inghilterra, le coste africane e di nuovo in Francia in luoghi non precisati.


Tempo: la vicenda è ambientata durante il periodo di Carlo Magno, il suo regno e in generale durante l'epoca cavalleresca del Medio-evo.


Personaggi: Agilulfo, protagonista insieme a Rambaldo, Bradamante e dopo anche il suo scudiero e Torrismondo dell'intera vicenda. Lui è un paladino, ma è un cavaliere speciale, perché dietro la sua corazza e la sua armatura egli non esiste, non c'è niente di lui, a parte la sua presenza, il suo corpo è inesistente.

Ha una personalità forte e nobile, è un vero paladino, è quasi un cavaliere perfetto e non ammette errori, soprattutto da parte sua, per questo non esiste, perché è inumano non sbagliare mai e lui rappresentando la ura di paladino ideale non può esistere ma è come il traguardo che ogni cavaliere cerca di pregersi.

Rambaldo è un giovane cavaliere, ancora inesperto ma che vuole arrivare a diventare paladino, desideroso di imparare e forse rischia con questa sua fretta di non arrivare da nessuna parte, anche perché si distrae facilmente con tutto ciò che gli capita davanti agli occhi, come il bisogno di vendicare suo padre, di diventare come Agilulfo, di seguirlo e imparare da lui, ma lottando e facendo quello che vorrebbe fare in battaglia, inoltre si innamora di Bradamante e lascia da parte ogni cosa pur di avere il suo amore.

Bradamante è una donna con una personalità strana, è forte ed essendo l'unica donna più o meno se la passano tutti diciamo, ma rimane comunque orgogliosa e tutta d'un pezzo, è un cavaliere imbattibile e passa periodi lunghissimi della sua esistenza a chiudersi in un convento dove rimane giorni, mesi e forse anche anni a riflettere su se stessa e su ciò che gli capita, ama Agilulfo perché è diverso dagli altri, ma poi si accorge di Rambaldo perché è l'unico realmente innamorato di lei.

Torrismondo è un cavaliere alla ricerca dell'ordine cavalleresco superiore del sacro Graal, nel quale crede di identificarsi, ma una volta conosciuto scopre che non è ciò che si aspettava da dei cavalieri nobili come loro, perché questi non difendono i poveri ma li sfruttano e li attaccano. Fanno il gioco dei prepotenti e di quelli che si credono più forti e potenti, quindi Torrismondo combatte al fianco degli oppressi liberandoli dalla schiavitù imposta dai cavalieri del Graal, dimostrando di essere un cavaliere giusto e dagli intenti nobili nonostante avesse cercato tempo prima di mettere in discussione l'operato di Agilulfo, forse per invidia o per la presunzione di mettere a tacere colui che non può fallire mai.

Sofronia è la presunta madre di Torrismondo, è la vergine salvata da Agilulfo.

Carlo Magno è l'autorità più grande della Francia e di lui hanno tutti rispetto o quasi.


Narratore: il narratore appare inizialmente esterno alla vicenda, invece più avanti si scopre che è una suora del convento e dopo ancora si scopre che è il cavaliere Bradamante, quindi interno alla vicenda.


Stile e linguaggio: il linguaggio è abbastanza facile da capire anche se contiene diversi significati nascosti, inoltre contiene qualche gergo medioevale che arricchisce il racconto e lo pone nella categoria di romanzo cavalleresco.


Temi: Calvino ci vuole dare una rappresentazione cavalleresca della vita pura e semplice, con i suoi individui diversi per modo di fare e di comportarsi, ma comunque in qualche modo simili anche all'uomo moderno, il quale è ormai irriconoscibile in una società perché tutti gli individui sembrano quasi uguali tra di loro, come se non ci fossero diversità, eppure Agilulfo, il cavaliere inesistente e tutti gli altri cavalieri appartengono a una cerchia di persone che forse purtroppo non esistono più se non nell'immaginazione di Calvino.

Egli da a ognuno dei suoi personaggi una personalità propria e reale, li fa vivere nei suoi libri le diverse situazioni che gli pone davanti e sembra quasi che siano loro a comportarsi di conseguenza e non la penna di Calvino a scrivere il seguito della storia.

Cavalieri come quelli non esisteranno più, troppo onesti o leali per sopravvivere in un mondo odierno oppure troppo buffi per apparire seri (come sono in verità) agli occhi della gente.

Calvino ci regala una storia fatta di persone, amori, situazioni, problemi, sentimenti, sensazioni, azioni e tutto quello che uno si deve aspettare dalla vita.

Anche se i suoi personaggi non potranno esistere mai a noi ci piace pensare che personaggi come Agilulfo e il suo scudiero pazzo (che poi tanto pazzo non era, solo guardava le cose da un punto di vista differente e ragionava per istinti e in modo un po' strano avvolte), Rambaldo con i suoi desideri e amori, Bradamante con i suoi problemi di donna e tutti gli altri personaggi con le loro storie a parte, che poi alla fine si intrecciano e mescolavano insieme in uno strano gioco, un po' disordinato ma comunque logico; esistano veramente e non solo nell'immaginazione ma anche sotto forma di appunto, cavalieri inesistenti.



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