letteratura |
Il dibattito politico - culturale che si svolge in Italia tra le due guerre , ha inizio inun particolare condizione storica del nostro paese , quale era venuta a crearsi soprattutto con l`avvento del fascismo.
Il nuovo regime , infatti , fa sentire la sua soffocante influenza sugli intellettuali con il richiamo all`ordine e con "La ronda" ripropone il modello di cui i classici propugnado una prosa d`arte il cui fine è quello di raggiungere una forma perfetta , non certo di volgersi ai problemi della realtà sociale e di stabilire un rapporto fra scrittore e vita nazionale.
"Il selvaggio , forse la rivista di letteratura più vicina al regime , si fa portavoce di un movimento di cultura e di custume noto con il nome "STRAPAESE" che contrappone al cosmopolitanismo e all`esterofilia le forme più nobili della tradizione italiana.
Una ben diversa concezione dell`attività letteraria è invece teorizzata da Antonio Gramsci che su "Ordine Nuovo" e in una serie di appunti pubblicati , poi nei quaderni del carcere , delinea il nuovo ruolo dell`intellettuale quello cioè di una partecipazione attiva ai problemi della società.
Il teorico marxista pone in luce la costante frattura tra intellettuali e popolo , da cio`la mancanza di opere che rispondono all`esigenze della collettività e che siano solo espressione di un ellite di intellettuali.
Così Gramisci arriva al concetto di una letteratura nazional-popolare , e i cui scrittori hanno una funzione educatrice facendo propri i sentimenti popolari.
Qualificante poi per la nuova ura di intellettuale è la dimensione politica : egli è "organico" , cioè inserito nella vita politica e sociale , in modo da agire sull`ideologia e il custume spigendo all`impegno.
Sulla rivista "Solaria" si va poi delineando il quadro vario e complesso della nuova letteratura italiana : accanto a scrittori che si rifugiano nella memoria astraendosi dalla realtà , altri si aprono invece ai problemi sociali acquistando graduatamente una più netta consapevolezza del proprio ruolo di intellettuali.
Le origini del neorealismo in letteratura risalgono agli esperimenti di alcuni scrittori ( Moravia , Vittorini , Pavese , Bilenchi , Bernari ) , che nel decennio precedento eil secondo conflitto mondiale supoerarono la generale sfiducia verso il romanzo , nei limiti consentiti dalla situazione politica italiana , e tentarono una narrativa volta alla rappresentazione della realtà sociale contemporanea nei suoi aspetti proletari e borghesi.
La posizione di questi scrittori determina una ripresa democratica che ha ripercussioni notevoli sul piano culturale , diventando una vera e propria letteratura d`opposizione , di un orientamnento realsitico questo nuovo corso si suole indicare con il nome di Neorealismo ( termine introdotto nel 1930 dal critico militante Antonio Bocelli ad indicare un arte volta all` analisi dell`ambiente sociale e all`oggettivismo psicologico ).
Il Neorealismo non è né una scuola né un gruppo di scrittori operanti secondo un programma e una poetica comuni , ma una tendenza della nuova narrativa che presenta aspetti e caratteri molto complessi e talvolta contraddittori.
Il denominatore comune va ricercato soprattutto nelle riprese del romanzo , come genere letterario antitetico alla lirica soggettiva e alla prosa d`arte , ritenute entrambe lontane dalla relatà.
E` ovvio dunque , il recupero dei modelli realistici ottocenteschi soprattutto del Verga , ignorati dalla cultura decadente del primo novecento.
I precedenti della cultura neorealistica sono stati ricercati in quelgli scrittori che , dopo il `30 in ploemica con il fascimo , parevano aver realizzato gli ideali della nuova generazione e che da ora , dopo il `45 operavano anch`essi nella nuova direzione , anche se oggi pare che in essi prevalessero i moti lirici e la sensibilità caratteristica del decadentismo.
Secondo altri invece il Neorealismo fu un movimento che si nutrì di un modo nuovo di guardare la realtà , di una nuova morale e di una nuiova ideologia , che erano proprie della rivoluzione antifascista.
In quanto in esso vi fu la consapevolezza del fallimento della classe dirigente e del nuovo ruolo che per la prima volta nella storia si erano conquistate le masse popolari . . .
Si proponeva allora rispetto alle prime avanguardie del `900 di rompere gli schemi culturali di questa classe dominante.
In questo senso rientrano nel neorealismo molti scrittori anche occasionali, sulla resistenza , diari di prigionia , testimonianze sulla guerra che si pubblicarono dopo il `45 e si imposero il gusto per uno stile nudo e scarno estraneo agli artifici letterari , aspirante all`immediatezza e alla semplicità.
E` innegabile quindi che negli scrittori neorealistici avendo per la maggior parte scritto nel dopoguerra , troviamo una letteratura influenzata dal pensiero Marxista e Gramsciano , ma è pure evidente che il Neorealismo accolse in sé molti temi cari alla letteratura intimistica e all`autobiografismo.
Ed è grazie ad esso che svero i residui di gusto vociano e rondista a lungo presenti nella prosa del Novecento.
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