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'IL NOME DELLA ROSA'
Relazione
Scaletta:
-Introduzione al romanzo: dati sull'autore e sul libro.
-L'artificio del manoscritto.
-I personaggi principali del romanzo: Adso da Melk e Guglielmo da Baskerville.
-La divisione dei giorni.
-PRIMO GIORNO: il riconoscimento del cavallo; l'arrivo all'abbazia; colloquio con Abbone; colloquio con Ubertino; conoscenza di Salvatore, di Severino, di Malachia, di Jorge e di Nicola.
-SECONDO GIORNO: assassinio di Venanzio; interrogati Bencio, Berengario e Aymaro; Abbone prega Guglielmo di risolvere presto il caso; Alinardo descrive la biblioteca; Adso e Guglielmo penetrano nella biblioteca; se Berengario.
-TERZO GIORNO: Adso va da solo nella biblioteca ma poi scappa; Adso fa l'amore con una ragazza e poi si confessa da Guglielmo; viene trovato morto nella vasca da bagno Berengario.
-QUARTO GIORNO: discussione con Severino sui veleni; Guglielmo ritrova gli occhiali; arrivo all'abbazia dei minoriti e dei rappresentanti del Papa; Adso e Guglielmo di nuovo in biblioteca; Salvatore e la ragazza vengono arrestati da Bernardo.
-QUINTO GIORNO: discussione fra minoriti e rappresentanti del Papa; Severino trova il libro; Severino viene assassinato e sparisce il libro; interrogato e minacciato di tortura Remigio confessa gli omicidi; Ubertino parte; Bencio diventa aiuto bibliotecario; discorso di Jorge sull'Anticristo.
-SESTO GIORNO: Malachia muore durante la colazione; colloquio con Nicola; sogno di Adso; partenza delle delegazioni di minoriti e papali; Abbone proibisce a Guglielmo di continuare le indagini; Guglielmo riesce a entrare nel finis africae.
-SETTIMO GIORNO (notte del sesto): Jorge confessa gli omicidi; l'abbazia brucia; Guglielmo pensa di avere fallito il suo compito.
-Addio di Guglielmo ad Adso e ritorno di Adso all'abbazia.
-Conclusioni sul romanzo: opinione personale.
L'autore di questo romanzo è Umberto Eco, nato ad Alessandria nel 1932; pubblica 'Il nome della rosa' nel 1980 riscuotendo grande successo. Questo libro, di genere storico è ambientato in un'abbazia della Toscana nel novembre del 1327 d.C.. L'autore finge, come il Manzoni, di avere trovato un manoscritto molto antico e di ricopiarlo fedelmente traducendolo da un'oscura versione francese all'italiano. I personaggi principali del romanzo sono Adso da Melk, un novizio che è il narratore del racconto e il suo maestro Guglielmo da Baskerville, un monaco ex-inquisitore. Il romanzo è diviso in sette giorni e ciascun giorno si divide in Mattutino, Laudi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespro, Compieta e Notte: questi nomi si riferiscono a diversi momenti della giornata. Il primo giorno, mentre Adso e Guglielmo camminano verso l'abbazia, dei servi dicono loro che è scappato il cavallo dell'Abate; tutti sembrano disorientati tranne Guglielmo che, con grande intuizione trova il cavallo e riesce persino a indovinarne il nome, Brunello. I servi e Adso gridano al miracolo ma Guglielmo afferma che è frutto di un ragionamento logico, come gli ha insegnato il suo maestro Ruggiero Bacone che poi citerà spesso nel romanzo. Così Adso e Guglielmo raggiungono l'abbazia, luogo dove i monaci si dedicano a copiare antichi manoscritti e affidano i lavori dei campi a dei contadini del luogo. Entrati nell'edificio vengono accolti da Abbone, l'Abate, il quale è molto contento di vedere Guglielmo, uomo di grande ingegnosità e astuzia. Abbone chiede a Guglielmo di risolvere l'enigma della morte di un frate, Adelmo che è stato trovato morto sfracellato nel terreno sottostante la biblioteca dell'abbazia. Abbone permette a Guglielmo di visitare tutti i locali tranne proprio la biblioteca dove può entrare solo il bibliotecario. Guglielmo e Adso, terminato il colloquio con Abbone vanno da Ubertino da Casale, un grande amico di Guglielmo ed acerrimo combattente nei confronti della Chiesa ricca e corrotta, in particolare contro Papa Giovanni XXII. Poi conoscono due monaci che vivono nell'abbazia: Salvatore, un uomo dal viso animalesco che utilizza un linguaggio incomprensibile poiché è una specie di 'frullato' di molti dialetti ed è l'aiuto del cellario Remigio; poi familiarizzano con Severino da Sant'Emmerano, il monaco erborista e medico dell'abbazia. Guglielmo, per iniziare le indagini decide quindi di andare nello scriptorium, il luogo dove si copiano le pergamene per la biblioteca. Lì conosce Malachia da Hildesheim, il bibliotecario e Jorge da Burgos, un vecchio cieco da quarant'anni ma molto saggio. Guglielmo vede poi discutere animatamente tre monaci, Berengario da Arundel, Bencio da Upsala e Venanzio da Salvemec, ma non comprende per quale motivo. Nell'abbazia si nota che vi sono dei rancori tra i monaci, soprattutto tra italiani e stranieri a cause di vicende antecedenti. Guglielmo, lasciato lo scriptorium conosce il vetraio Nicola da Morimondi e gli mostra un paio di occhiali di cui va molto fiero perché a quel tempo erano sconosciuti. Nicola, vedendoli, rimane estremamente colpito e dice che qualche giorno li avrebbe riprodotti. Il secondo giorno, dopo alcune ipotesi di Guglielmo sul possibile suicidio di Adelmo, si trova morto nella cucina Venanzio immerso in un lago di sangue pur non avendo ferite ma Guglielmo nota che ha le dita e la lingua nere. Bencio consiglia all'ex-inquisitore di controllare la biblioteca mentre Berengario dice di aver visto il fantasma di Venanzio nel cimitero che camminava verso di lui. Aymaro da Alessandria, un italiano, mormora che sia colpa dell'Abate che, come si vede successivamente, non gli sta per niente simpatico. Abbone prega Guglielmo di risolvere il caso prima dell'arrivo dei funzionari del Papa e Guglielmo decide di penetrare nella biblioteca per prendere il libro su cui stava lavorando, prima della morte, Venanzio. La biblioteca gli viene descritta come un labirinto dal vecchio Alinardo da Grottaferrata ma Guglielmo decide di andarci lo stesso. Adso e il maestro dunque entrano di nascosto quando tutti i monaci sono già nelle rispettive celle ma sentono che c'è qualcun'altro nella biblioteca. I due vedono che sul tavolo dello scriptorium non c'è più il libro di Venanzio e spariscono anche gli occhiali di Guglielmo, il quale senza di essi non può leggere bene. Nella biblioteca ci sono molte trappole tra le quali dei gas che provocano visioni, degli specchi deformanti e degli spifferi d'aria che sembrano dei respiri di fantasmi. Guglielmo trova però, sul tavolo di Venanzio, un codice segreto che prende per cercare di decifrarlo. Il terzo giorno Guglielmo confida ad Adso di aver disegnato una mappa, seguendo una certa logica, della biblioteca per potersi orientare meglio se fossero entrati un'altra volta. Adso preso da una folle curiosità entra da solo nella biblioteca ma ha delle visioni e scappa; all'uscita entra nella cucina e vede una fanciulla sdraiata sul pavimento e preso dall'istinto si mette a fare l'amore; al risveglio non trova più la ragazza perciò decide di andare a confessarsi da Guglielmo che lo perdona e in un certo qual modo lo invidia. Mentre Adso e il maestro sono ancora in chiesa, viene trovato morto Berengario nella vasca da bagno, anch'egli con le dita e la lingua nere; nei suoi abiti Guglielmo trova gli occhiali e capisce chi era stato a fare quei rumori nella biblioteca ma purtroppo il libro non c'è. Il giorno dopo Guglielmo chiede a Severino se esistano dei veleni di colore nero così potenti e Severino gli dice che molto tempo prima gli era sparito un contenitore con del veleno molto forte ma poi non ci aveva più badato, pensando che fosse caduto e si fosse rotto. Guglielmo avendo ritrovato gli occhiali prova ad andare a tradurre il messaggio in codice di Venanzio e riesce a scoprire il titolo del libro su cui il monaco stava lavorando: finis africae. Arrivano poi all'abbazia i minoriti francescani (amici di Guglielmo) e i rappresentanti del Papa guidati dall'inquisitore Bernardo Gui e dal cardinale Bertrando del Poggetto. La notte Guglielmo e Aduso visitano di nuovo la biblioteca senza però trovare grandi indizi e quando escono vedono che Salvatore e la ragazza che aveva fatto l'amore con Aduso arrestati poiché l'aiuto del cellario aveva fatto entrare la ragazza ma nell'abbazia non possono entrare persone che non siano monaci. Il quinto giorno i minoriti discutono con i papali sull'effettiva povertà di Gesù e ne nasce una rissa che viene sedata con difficoltà da Abbone. Durante questa Severino chiama Guglielmo dicendogli di avere trovato un libro strano; Guglielmo, che deve ancora tenere un discorso, dice al medico di rinchiudersi nell'ospedale e di non far entrare nessuno. Finito il discorso però Guglielmo nota molto chiasso intorno all'abbazia e scopre che Severino è stato ucciso, perciò cerca insieme ad Adso il libro nell'ospedale ma senza successo. Solo quando è già uscito dal luogo incriminato capisce di quale libro si tratti e lo aveva avuto persino fra le mani ma una volta ritornato il volume è sparito. Bernardo per far vedere le sue capacità di inquisitore arresta Remigio su confessione di Salvatore; dopo un duro interrogatorio il cellario confessa di essere eretico e, minacciato di tortura, confessa anche tutti gli omicidi. Ubertino, vista la presenza di Bernardo parte per non essere accusato di qualcosa visto che è profondamente nemico del Papa e Bencio viene stranamente nominato aiuto bibliotecario da Malachia. Guglielmo perciò sospetta che sia stato Bencio ad aver portato via il volume dall'ospedale. Jorge fa un discorso su questi omicidi nominando ripetutamente la presenza dell'Anticristo intorno all'abbazia. La mattina del sesto giorno Malachia, entra nella cucina spossato raggiungendo gli altri a colazione ma dopo un pò crolla a terra e muore anch'egli con le dita e la lingua nere. Guglielmo ha un colloquio con Nicola sui predecessori dell'abbazia e Adso ha un sogno strano su tutti gli avvenimenti accaduti che aiuterà il suo maestro a risolvere il caso. Nel frattempo i minoriti e i papali con i prigionieri partono per Avignone, la sede del Papa; Guglielmo viene chiamato da uno sfiduciato Abbone che gli dice di non indagare più poiché ormai non avrebbe potuto risolvere niente. Guglielmo però ha un'illuminazione (dovuta proprio al sogno di Adso e anche al codice) e riesce ad entrare con Adso nella zona della biblioteca del 'finis africae', quella dell'ormai famoso libro, ma sente dei rumori. Arriva la notte e i due trovano Jorge con il libro che dice di avere, proprio in quel momento, ucciso anche Abbone soffocandolo in una stanza della biblioteca. Il vecchio confessa tutti gli omicidi poiché egli aveva messo il veleno rubato a Severino sul 'finis africae' e quelli che avevano girato le ine con il dito inumidito di saliva rimettendolo più volte in bocca, morivano. Perciò le morti sono avvenute in questo modo: Adelmo si è suicidato, Venanzio avvelenato, Berengario avvelenato, Severino ucciso da Malachia che era il servitore di Jorge, Malachia stesso avvelenato per la curiosità e Abbone soffocato. Jorge ha fatto ciò perché in quel libro si parla della filosofia e del ridere che lui odia ma soprattutto poiché pensava (sbagliando) di fare il bene di Dio. Dopo essersi complimentato con Guglielmo per avere risolto il caso, il vecchio inizia a scappare inseguito da Adso e Guglielmo che riescono a riprenderlo ma è ormai troppo tardi perché Jorge, con un volto da diavolo o meglio da Anticristo, mangia le ine avvelenate e con un ultimo sforzo fa cadere la candela di Adso su delle antiche pergamene e lì, con disperazione di Guglielmo, butta il 'finis africae'. Adso cerca con tutte le forze di spegnere l'incendio ma ormai è divampato troppo e non c'è più nulla da fare. Bencio, afflitto, si butta per spegnere l'incendio ma non lo si vede ire più. Guglielmo pensa di avere fallito il suo compito anche se Adso cerca di rincuorarlo dicendogli che ha fatto il meglio che poteva. I due osservano l'abbazia bruciare per tre giorni e tre notti e poi ripartono verso il nord. Arrivati a Monaco di Baviera Adso lascia con grande commozione il maestro che si dirige verso est e lì morirà in seguito per una pestilenza. Adso dopo molto tempo ritorna all'abbazia distrutta e trova solo dei moncherini di pergamene ma decide di prenderli e conservarli lo stesso. Il romanzo, alla conclusione, porta Adso a fare delle riflessioni mistiche sulla morte. Questo libro mi è piaciuto moltissimo, sia perché adoro le storie misteriose, sia perché è scritto con molta accuratezza nei particolari. Un pò noiose sono state le parti in cui i vari personaggi discutevano sul Papa e quelle in cui Adso faceva delle riflessioni personali che ho evitato di citare nella relazione.
FINE
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