letteratura |
Titolo: Il piccolo principe.
Autore: Antoine de Saint-Exupèry.
Anno di pubblicazione: Bompiani.
Casa editrice: 1949.
Trama: Il Libro si apre sul ricordo dell'autore di quando a sei anni decise di abbandonare una delle sue più grandi passioni, il disegno. Da quel momento, ci spiega, si interessò di aerei. Dopo questa breve prefazione, Exupèry inizia a raccontare il suo incontro, durante una disavventura con l'aereo nel deserto africano, con il Piccolo Principe. Da una frase inaspettata, quanto semplice " Mi disegni, per favore, una pecora? " ebbe inizio il loro rapporto.
Il principe raccontò la sua storia spiegando da dove proveniva all'autore e intanto gli poneva curiose domande sulla vita sulla terra. Ad esempio "E' vero che le pecore mangiano gli arbusti" oppure " A cosa servono le spine sui fiori". Domande legittime per lui, che era padrone di un piccolo pianeta nella galassia, dove possedeva una rosa per lui rara, tre vulcani e doveva difendersi dalla crescita di arbusti giganteschi, i baobab. Nei suoi viaggi che compì per cercare un occupazione e per istruirsi, entrò in contatto con diversi personaggi, e ognuno si distingueva per una particolarità. Per primo incontrò un re che abituato a comandare (anche se sul suo pianeta era solo)
lo accolse con "ecco un suddito". Il principe, però, arrabbiato per questa sua arroganza e prepotenza, decise di abbandonarlo. Il secondo pianeta era abitato da un vanitoso che appena lo vide si affrettò a dire:- "Ah ecco la visita di un ammiratore". Ma poiché quest'ultimo non sentiva altro che lodi se ne andò anche da qui. Seguì il pianeta dell'ubriacone, personaggio confuso che affermava di bere per dimenticare la vergogna di bere. Il Piccolo se ne partì subito perplesso.
Seguirono altri strani pianeti abitati nell'ordine da un uomo d'affari, da un uomo che accendeva il suo lampione e dal vecchio geografo.
Nel suo viaggiare fece anche la conoscenza di una volpe, che addomesticò per poterla riconoscere ricordare e far sì che diventasse la sua unica e rara volpe.
Quando era ormai passata una settimana il Principe dovette ritornare sul suo piccolo pianeta per prendersi cura dei suoi vulcani, ma soprattutto della sua rosa. Perché ciò avvenisse si fece mordere da un serpente sotto gli occhi di Exupèry. L'indomani il suo corpo non venne ritrovato in modo tale che ogni volta che l'autore guardasse le stelle si sentisse vicino al amico dai capelli dorati.
Protagonista: A mio avviso il vero protagonista è il Piccolo Principe, perché l'autore svolge una funzione marginale, rispondendo alle sue domande, affascinato dalla sua vitalità.
Egli è un essere minuto dal viso dolce, dai capelli dorati e dalle sembianze umane. Di umano ha però solo questo, perché il suo modo di pensare, le sue ingenue, ma comunque sagge, riflessioni non possono appartenere a chi, come vuol far sottintendere Exupèry, viva nel mondo d'oggi.
Egli ha sei anni e si distingue per il voler sempre porre domande, impegnandosi a trovare sempre una risposta. Ama stare in comnia, sfugge alla solitudine ed è per questo che affronta un lungo viaggio.
Il suo modo di comportarsi e le sue riflessioni cambieranno la vita dell'autore. La sua vita, prima insignificante e superficiale, acquisterà un valore fondamentale e capirà l'importanza di tutto ciò che lo circonda.
Luoghi: La storia è ambientata nel deserto africano, luogo in cui l'autore, a causa di un'avaria all'aereo, aveva dovuto atterrare. Le digressioni del Principe, invece, parlano di asteroidi fantastici ambientati nella galassia, ognuno con sue particolarità.
Tempo: Il tempo è contemporaneo alla vita dell'autore, quindi recente.
Tipo di narratore: Il narratore del Piccolo Principe è lo stesso pilota, ovvero Saint-Exupèry. Egli narra in prima persona, tranne quando racconta le storie del Principe.
Commento: La fiaba di Exupèry è stata
molto interessante e ricca di spunti di riflessione.
Ad una prima lettura può apparire come una storia destinata a rallegrare
le giornate di qualche ragazzino, aiutati anche dai diversi disegni
dell'autore, ma approfondendo scopriremo che non è così.
L'ottica è quella dei bambini che riescono a cogliere involontariamente la vera essenza della vita, perché ancora lontani dai problemi, dalle invidie e dalle diatribe che appartengono solo ai grandi.
Lo scopo dell'autore vuole forse essere quello di rivalutare il loro mondo e ricordarci che tutti siamo stati bambini. Molti possono essere gli esempi di queste ipotesi.
I " grandi " sono interessati solo ai numeri, a cose concrete, e non hanno spazio o tempo per tenerezze e emozioni. " Se voi gli parlate di un nuovo amico vi domandano solo che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? . " ( Pg. 23 r 3-4 )
Inoltre gli uomini viaggiano veloci verso la carriera, i soldi e il successo, non accorgendosi di ciò che li circonda; persone care, oggetti e la stessa natura, vanno valorizzate se si vuole apprezzare la vera vita.
Il Principe ci dice che " gli uomini si imbucano nei rapidi, ma non sanno più che cosa cercano . Allora si agitano, e girano intorno a se stessi . " ( Pg. 107 r 1-4 )
Giudico, pertanto, il libro molto positivamente e ringrazio Exupèry per avermi insegnato qualcosa di molto importante.
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