Il
verismo italiano
Ben
presto si diffuse l'immagine di Emile Zola nell'intera Italia negli ambienti
culturali Milanesi di sinistra, repubblicani e socialisti. Il più grande
sostenitore di Zola e del realismo fu Felice Cameroni. La sinistra milanese
colse subito l'importanza delle nuove tendenze ma rimase prigioniera delle sue
aspirazioni confuse e velleitarie. Le formulazioni teoriche erano
pressochè eterogenee e poco precise.
Una
teoria coerente del nuovo linguaggio fu elaborata da Luigi Capuana
e Giovanni Verga.
La
visione di Capuana è la seguente:
- Esaltazione dell'opera zoliana
- Respinta la subordinazione della
letteratura a scopi estrinseci come la dimostrazione sperimentale di tesi
scientifiche e l'impegno politico sociale.
- Il positivismo ed il naturalismo
esercitano una vera e radicale influenza nel romanzo contemporaneo, ma
soltanto nella forma , e tale influenza si traduce nella perfetta
impersonalità
- Il naturalismo perde la sua
volontàdi far scienza ed il suoimpegno politico diretto e si
traduce solo in un modo particolare di fare letteratura.
- La scientificità non deve
consistere nel trasformare la narrazione in un esperimento , per
dimostrare le tesi scientifiche, ma nella tecnica con cui lo scrittore
rappresenta che è simile al metodo dell'osservazione scientifica
- La scientificità si manifesta
nella forma artistica e questa maniera di rappresentazione si manifesta
nel concetto di impersonalità dell'opera d'arte
Queste teorie possono essere collegate e
completate dalle teorie di Giovanni Verga:
- La rappresentazione artistica deve
conferire al racconto l'impronta di cosa realmente avvenuta e deve quindi
riportare documenti umani
- Non basta che ciò che viene
raccontato sia reale ma deve essere anche raccontato in modo tale da porre
il lettore faccia a faccia col fatto nudo e schietto
- Lo scrittore deve eclissarsi , non deve
ire nel narrato con le sue reazioni soggettive, le sue riflessioni,
le sue spiegazioni ma deve mettersi nella pelle dei suoi personaggi e
vedere le cose con i loro occhi
- Il lettore deve essere introdotto negli
avvenimenti senza che nessuno gli spieghi gli antefatti e tracci un
profilo dei personaggi
- La teoria dell'impersonalità non
è una vera e propria teoria dell'arte ma solo una definizione di un
procedimento tecnico di conseguire determinati effetti artistici.
La tecnica narrativa del Verga
La tecnica narrativa del Verga è
caratterizzata da:
- La ssa del narratore onnisciente.
Il punto di vista dello scrittore non si avverte mai nelle opere di
Verga:la voce che racconta si colloca tutta all'interno del mondo
rappresentato è allo stesso livello dei personaggi
- Nella narrazione sembra che a raccontare
sia uno dei personaggi, che non e direttamente nella vicenda ma ne
resta anonimo.
- Abbiamo una rappresentazione degli
ambienti popolari e rurali e la visione non è quella dello
scrittore borghese (vedi Rosso Malpelo)
- Se la voce narrante commenta e giudica i
fatti non lo fa secondo la visione colta dell'autore ma in base alla
visione elementare e rozza della collettività popolare, che non
riesce a cogliere le motivazioni psicologiche
- Il linguaggio non è quello che
potrebbe essere dello scrittore ma un linguaggio spoglio e povero
L'ideologia verghiana
I punti fondamentali dell'ideologia
verghiana sono i seguenti
- L'autore deve eclissarsi dall'opera e non
deve intervenire in essa poiché non ha il diritto di giudicare la materia
che rappresenta
- Le posizioni alla base della ideologia di
Verga sono pessimistiche, la società è dominata dal
meccanismo della lotta per la vita , un meccanismo crudele che si basa sul
principio del più forte,
- La lotta per la vita diviene dunque ora
una legge di natura, immodificabile à non si possono dare
alternative alla realtà presente
- L'impersonalità stessa è
espressione della visione pessimistica
- Un simile pessimismo ha una valenza
fortemente conservatrice
- Questo pessimismo non implica una
accettazione acritica della realtà, una convivenza con essa ma
consente al Verga di cogliere con grande lucidità ciò che vi
è di negativo in quella realtà.
- Il pessimismo non è limite della
rappresentazione verghiana ma condizione del suo valore conoscitivo e
critico
- Rimangono immuni infatti i miti
contemporanei come il mito del progresso ed il mito del popolo
- Vi è una sostanziale assenza di pietismo
sentimentale nei confronti del popolo
- In verga non è presente neppure il
populismo di tipo romantico e reazionario, prteso nostalgicamente verso
forme passate di vita.
- Non vi è una mitizzazione del
mondo rurale . Il pessimismo induce Verga a vedere che anche il mondo
primitivo della camna è retto dall'interesse economico,
dall'egoismo, dalla ricerca dell'utile , dalla forza e dalla sopraffazione
che pongono gli uomini in continuo contrasto fra di loro
Il verismo di Verga ed il naturalismo di
Zola
Argomento
|
Verga
|
Zola
|
Posizione
politica
|
Verga
è un galantuomo conservatore. Egli rifiuta l'impegno politico nella
scrittura
|
Zola
è uno scrittore democratico borghese che ha di fronte a sé una
realtà dinamica
|
Impersonalità
|
Immergersi
ed eclissarsi nell'oggetto
|
Distacco
dello scienziato che si allontana dall'oggetto
|
Il
linguaggio popolare
|
E'
in bocca sia al narratore che ai personaggi dialoganti
|
Si
trova solo nei dialoghi dei personaggi ma non nel narratore
|
Tecnica
narrativa
|
Tra
il narratore ed i personaggi non vi è un distacco netto ed il
narratore lo fa sentire esplicitamente. Il pessimismo è sempre
presente
|
Non
esiste niente di simile alla tecnica delle regressione, la voce riproduce
sempre il modo di vedere le cose dell'autore.Intervento dal punto di vista
scientifico
|
Lo svolgimento dell'opera verghiana
- Il periodo preverista
Nasce a Catania nel 1840 da una famiglia
di agiati proprietari terrieri. Assorbì il fervente patriottismo ed il
gusto letterario romantico come testimonia il romanzo Amore e patria. Si
iscrisse a 18 anni all facoltà di legge a Catania ma non terminò
i corsi e si dedicò al lavoro letterario e giornalistico politico.I
testi su cui forma il suo gusto in questi anni, più che classici
italiani e latini, sono gli scrittori francesi moderni (Dumas, Sue,
Feuillet).Queste letture di intrigo o sentimentali insieme ai romanzi storici
italiani lasciano una impronta sensibile nei suoi primi romanzi. Nel '65 lascia
la provincia e va a Firenze, ove venì a contatto con la vera
società letteraria italiana.Nel '72 si trasferisce a Milano ed entra in
contatto con gli ambienti della Scapigliatura. I suoi romanzi giovanili furono:
- I carbonari della montagna
- Una peccatrice, autobiografico
- Storia di una capinera, romanzo
sentimentale e lacrimevole
- Eva, storia di un pittore siciliano. E'
una protesta per la nuova condizione dell'intellettuale emarginato dalla
società borghese
- Eros, storia del progressivo inaridirsi
di un giovane aristocratico
- Tigre Reale, che analizza il traviamento
di un giovane innamorate di una donna fatale divoratrice di uomini
- L'approdo al Verismo: la Vita dei campi
In Verga avviene una crisi e nel '78 esce
un racconto su una materia e da un linguaggio della sua narrativa anteriore: Rosso
Malpelo. Si tratta della prima opera della nuova maniera verista,
ispirata ad una forte impersonalità. In essa rimangono identici i toni
melodrammatici dei romanzi mondani, ancora sostanzialmente estranei alla
impersonalità verista, con un gusto tutto romantico per una
realtà esotica.
La conversione in verità non
è così netta tra i due momenti del narrare verghiano. L'approdo
al verismo non è una brusca inversione di tendenza ma il frutto di una
chiarificazione progressiva di propositi già radicati , la conquista di
strumenti concettuali più maturi. In particolare sono da sottolineare:
- Le basse sfere che non sono il punto di
partenza del suo studio dei meccanismi della società, poiché in
esse tali meccanismi sono meno complicati e possono essere individuati
più facilmente
- Si nota un notevole influsso dell'
Assommoir di Zola per la ricostruzione di ambienti e psicologie popolari
- Si nota anche un influsso di Capuana
La nuova narrativa presentata da Verga in
Rosso Malpelo si completa in Vita dei Campi.
- Cavalleria rusticana
- La lupa
- Jeli il pastore
- Fantasticheria
- L'amante di Gramigna
- Guerra di Santi
- Pentolacia
In questi racconti spiccano ure
caratteristiche della vita contadina siciliana e viene applicata la tecnica
della impersonalità, con l'eclissi e la regressione della voce
(rappresentazione del personaggio dal suo punto di vista). In questo periodo
Verga è ancora in contraddizione tra le tendenze veristiche,
pessimistiche e materialistiche e quelle romantiche della sua formazione
- Il ciclo dei Vinti ed i Malavoglia
Nel creare questo ciclo Verga si
differenzia almeno in parte da Zola. Verga infatti non focalizza il ciclo
sull'intento scientifico di seguire gli effetti dell'ereditarietà ma di
tracciare un quadro sociale passando in assegna tutte le classi , dai ceti popolari,
alla borghesia, alla aristocrazia. . Alla base è il principio di
della lotta per la sopravvivenza ricavato dalle teorie già presentate da
Darwin. Verga non si sofferma sui vincitori ma sui vinti.
I malavoglia
E' il primo romanzo del ciclo e' I
Malavoglia. Storia di una famiglia di pescatori siciliani.
- Viene presentato un mondo che non del
tutto arcaico ed immobile ma il romanzo è la rappresentazione del
processo per cui la storia penetra in quel sistema arcaico e ne disgrega
la compattezza, rompendone gli equilibrio
- Proprio dalla partenza di 'Ntoni per il
servizio militare prende le mosse la vicenda ed ha inizio la serie di
gravi difficoltà economiche e di sventure che rompono l'equilibrio
tra la famiglia Toscano ed il sistema sociale del villaggio
- I Malavoglia sono costretti a diventare
negozianti , da pescatori che erano sempre stati. Essi subiscono un
processo di declassazione , passando da proprietari di una casa e di una
barca a quella di nullatenenti.
- Il personaggio in cui si incarnano le
forze disgregatrici della modernità è il giovane 'Ntoni .
Egli è uscito dall'universo chiuso del paese, è venuto in
contatto con la realtà moderna. Emblema è il conflitto
col nonno che rappresenta lo spirito tradizionalista per eccellenza
- Sotto queste forze disgregatrici la
famiglia si disgrega.
- Verso la fine si ha però una
parziale ricomposizione, anche se alla fine il romanzo termina con la
partenza di 'Ntoni dal villaggio
- Si ha un passaggio dal premoderno al
moderno come evoluzione del romanzo, un percorso continuato da
Gesualdo
- Nei Malavoglia si ha un superamento
dell'idealizzazione romantica de mondo contadino, il romanzo
rappresenta infatti la disgregazione di quel mondo e
l'impossibilità dei suoi valori
- Si ha un tipo di struttura narrativa che
è bipolare. Si tratta di un romanzo corale, popolato da personaggi
senza che spicchi un protagonista. Il coro si divide in due:
- I Malavoglia che sono caratterizzati
dalla fedeltà ai valori puri
- La comunità del paese, pettegola
insensibile sino alla disumanità
- La straniamento dei valori e la loro
impraticabilità per cui i valori visti con gli occhi della
collettività appaiono strani e non vengono compresi , vengono
stravolti e deformati
- Rappresentazione critica della lotta per
la vita, secondo un metro di giudizio spietato
Dai Malavoglia a Mastro Don Gesualdo
IN questo periodo viene pubblicato il
Marito di Elena. Quindi le Novelle rusticane, che ripropongono personaggi,
ambienti della camna siciliana, in una prospettiva più amara e
pessimistica.
Mastro don Gesualdo
Uscito nel 1889 è una storia della
ascesa sociale di un muratore che con la sua intelligenza ed energia accumula
enormi ricchezze. In particolare sono da evidenziare:
- Il livello sociale di questo si è
elevato rispetto ai Malavoglia ed alle novelle: non si tratta più
di un ambiente popolare , di contadini, ma di un ambiente borghese ed
aristocratico
- Il livello del narratore si innalza e
ciò fa sì che torni a coincidere con quello dell'autore
reale
- Rimane fedele al principio della impersonalità
- Il Gesualdo ha al centro una ura di
protagonista, che si stacca nettamente dallo sfondo popolato di ure
- Il punto di osservazione dei fatti
coincide con la visione del protagonista
- Se la bipolarità dei
personaggi depositari dei valori e rappresentanti della legge della lotta
per la vita. Il conflitto fra i due poli si interiorizza e passa
all'interno dell'unico personaggio di Gesualdo
- Si interiorizza il conflitto valori ed
economicità. Gli impulsi generosi e i bisogni affettivi sono sempre
soverchiati dall'attenzione gelosa all'interesse
- Abbiamo un trionfo della
economicità
- Verga approda qui ad un verismo
conseguente ed il suo pessimismo è divenuto assoluto da poter
rappresentare in atto nessuna alternativa ideale ad una realtà dura
e disumanizzata
- Dalla lotta epica per la roba Gesualdo
non ha ricavato che odio, amarezza e dolore
- Gesualdo diviene eroe della
modernità, del self - made man che si costruisce da sé il suo
destino, un eroe della dinamicità e dell'intraprendenza ma il
giudizio su questo progressismo è estremamente negativo
- L'ultimo Verga
A continuare il ciclo è La duchessa
di Leyra, non completato. Ad interrompere il ciclo non si sa bene cosa sia
stato.
Dal 1893 Verga torna a vivere
definitivamente a Catania
Muore nel gennaio del 1922, l'anno della
marcia su Roma
Analisi delle opere del Verga
- T199:NEDDA Il mondo contadino:
umanitarismo, patetismo, idillio
Lunga novella di ambiente siciliano,
pubblicata nel 1874. I punti fondamentali sono questi:
- Nedda non è l'inizio del verismo
verghiano
- Vi sono dei contenti che saranno tipici
delle opere successive, ma mancano i tratti distintivi del verismo
verghiano
- Non vi è l'eclissi dell'autore:
spesso l'autore interviene nell'opera
- Gli interventi rivelano l'atteggiamento
umanitario dell'autore dell'intellettuale illuminato che si sdegna dinanzi
alle miserie della povera gente. Egli si china verso i miseri con
pietà sentimentale e paternalistica
- Vi è una evocazione idillica della
camna, secondo i principi esotici in voga nei tempi di Verga
- T200:LETTERA A SALVATORE VERDURA Il primo
progetto dei vinti
- Il ciclo vuole ricostruire la fisionomia
della vita moderna italiana attraverso una serie di quadri dedicati ai
vari livelli della scala sociale
- Motivo centrale è la costruzione
della lotta per la vita
- Si ha un superamento della visione
romantica di un mondo popolare come paradiso di autenticità, capace
di conservare intatti quei valori che sono distrutti dalla società
moderna
- Il progresso come onda innarrestabile che
travolge i più deboli
- Ogni quadro deve avere una fisionomia
speciale per cui la forma si deve adeguare alla realtà
rappresentata
- M21: LOTTA PER LA VITA E DARWINISMO
SOCIALE
Verga risente nella sua nozione di lotta
per la vita dell'influenza di Darwin ed iin particolare delle sue teorie sulla
origine della specie e sul principio di selezione naturale. Questo significato
stato traslato in termini sociali nei romanzi di Verga ed anche mal
interpretato in Marx
La dottrina del darwinismo sociale vede la
società umana reagolata dalle stesse leggi dell'eliminazione presenti
negli animali.
Queste teorie rispecchiano l'inizio di una
prima crisi della coscienza borghese che non riesce a dominare concettualmente
la realtà
- T202: PREFAZIONE ALL'AMANTE DI GRAMIGNA
Impersonalità e regressione
Lettera indirizzata a Salvatore Farina.
- Impersonalità
- Teoria della regressione
- Scarnificazione del racconto
- Rifiuto di una facile drammaticità
- Ricostruzione scientifica dei processi
psicologici à fiducia nelle leggidi causa ed effetto che regolano
la vita
- T203: PREFAZIONE AI MALAVOGLIA I vinti e
la fiumana del progresso
- La fiumana del progresso è il
grande processo di trasformazione della realtà contemporanea
avvenuto in particolare in Italia
- Vi è una impostazione fondamentalmente
materialistica, che esclude i moventi ideali dell'agre dell'uomo o
comunque li considera subordinati a quelli materiali
- Lo scrittore sottolinea come la forma sia
strettamente inerente al soggetto, la forma è un fattore
indispensabile perché l'osservazione raggiunga la verità
- Verga non partecipa a quella mitologia
del progresso che era dominante nell'opinione comune della sua epoca, ma
la negativizza
- Pessimismo
- T204: LECLISSE DELL'AUTORE E LA
REGRESSIONE DEL MONDO RAPPRENTATO
- Lettere a Capuana
- Lettere a Cameroni
- Lettere a Torraca
- T205: FANTASTICHERIA Da Vita dei Campi
Novella scritta prima del 1878, pubblicata
sul Fanfulla della Domenica. L'autore si rvolge ad una donna dell'alta
società che efermatasi nel villaggio di AciTrezza perché affascinata dal
mondo pittoresco dei pescatori , dopo quarantotto ore ne fugge annoiata. I
punti fondamentali sono:
- Il testo già presenta il germe dei
futuri Malavoglia, abbozzati i personaggi di padron 'Ntoni , Luca, Mena,
Lia. Manca il coro del paese
- Idealizzazione del mondo rurale
- Assenza dell'impersonalità, la
voce narrante rappresenta direttamente l'autore narrante ed il suo mondo.
- T206: ROSSO MALPELO
- E' considerato il primo testo verista
dell'autore.
- Il narratore è al livello dei
personaggi
- Vi è una certa
inattendibilità del narratore essendo non onnisciente. Il narratore
non capisce le motivazioni dell'agire di Malpelo
- Vi sono valori quali la pietà
filiale , il senso della giustizia, l'amicizia, la solidarietà
altruistica. Il punto di vista del narratore basso con le sue deformazioni
esercita su questi valori un processo di straniamento
- Negazione della praticabilità dei
valori, pessimismo espresso tramite la narrazione dal punto di vista dei
minatori della cava
- Straniamento rovesciato, nel senso che
poiché chi conduce il racconto è proprio ci è portatore di
quella visione disumana, di ciò che dovrebbe sembrare strano,
l'insensibilità totale dei valori, finisce per apparire normale.
- Smentita della mitizzazione romantica del
popolo, il mondo popolare non è affatto mitizzato nostalgicamente
come paradiso di innocenza e di autenticità ma è dominato
dalle stesse leggi che regolano gli strati più evoluti
- Visione pessimistica del ragazzo indurito
dalla società. Rosso ha colto in modo perfetto le regole che
dominano la realtà.
- Nonostante la consapevolezza dell'eroe
egli è anche orgoglioso e per questo motivo riesce ad andare contro
questa società
- In Rosso si proietta il pessimismo di
Verga
- M22: LO STRANIAMENTO
Per i formalisti russi è definito come
identificazione dell'arte con l'artificio, cioè attraverso procedimenti
tecnici con i quali si costruisce un discorso letterario, in modo tale da
adottare per narrare un fatto e descrivere una persona , un punto di vista
completamente estraneo al soggetto.
- T209: LA ROBA dalle Novelle Rusticane
- Ssa dei valori , con l'abbandono
definitivo d ogni mitizzazione nostalgica e romantica del mondo rurale, il
polo positivo dei valori puri se e la realtà risulta tutta
dominata dalla logica dell'interesse e della forza
- Il centro tematico è quello della
dinamicità sociale del self- made man
- Il narratore è in sintonia con il
personaggio
- Celebrazione iperbolica dell'accumulo di
ricchezze di Mazzarò
- Carattere faustiano dell'eroe nel suo
sogno di potenza senza limiti
- Critica della religione della roba, del
legarsi agli oggetti materiali sino alla morte con conseguente critica del
progresso
- La conclusione è un misto di
comicità e tragicità, nelle galline e nell'inseguire i suoi
beni impotente e nella morte presentatisi davanti al protagonista
Mazzarò
La critica verghiana
- c50:Luigi Russo
Scrisse una monografia sul Verga. Russo afferma
la grandezza di Verga solo se si stacca l'arte di Verga dall'ambito della
cultura positivistica e naturalistica era nata per costituire una immagine che
poetesse essere accettata dal nuovo gusto dominante. Liberando il Verga dal
verismo considerato come limite impoetico, e presentando la sua analisi della
Sicilia Rurale come romantica regressione nel mondo dei primitivi. Verga
è un legttimo continuatore della linea del romanticismo manzoniano
- Leo Spitzer
Viene posta al centro dell'indagine l'immagine
dei mezzi tecnici con cui Verga costruisce la sua narrazione , che hanno una
originalità ed una importanza eccezionali e che erano trascurati dalla
critica idealistica e da quella sociologico-marxista. Questa tecnica si
rispecchia nel racconto corale e nell'anima folkloristica del villaggio.
- Romano Luperini
Viene rovesciata l'impostazione critica
della critica marxista precedente, affermando che merito di Verga è
proprio quello di non avere offerto alcuna immagine positiva e mitizzata del
popolo. Il rifiuto del progressismo costituisce la fonte , non il limite, della
riuscita verghiana, perché gli consente un rapporto lucidamente conoscitivo e
critico con la realtà. Il valore dell'opera di Verga è indicato
proprio nel suo carattere negativo. Luperini vede le ragioni di questa
validità proprio nel verismo verghiano, nella sua visione crudelmente
materialistica e pessimistica , che nega ogni abbandono idealizzante e da
origine ad una negazione demistificante della realtà. Al Verga lirico e
romanticamente nostalgico cantore dei primitivi si contrappone un Verga tutto
diverso, crudamente verista.