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LA CAMERA DEL RE
Prima di ricevere questa sistemazione, nel 1701, la stanza fu usata per i ricevimenti al tempo di Luigi XIII ed era prospiciente ai giardini, da un lato, e il cortile di marmo, dall'altro. Con la costruzione della galleria degli specchi, a partire dal 1679, fu privata della vista dei giardini.
Gli ornamenti, in cui spiccano il bianco e l'oro, sono particolarmente curati. Gli alti pilastri scanalati e dorati sono gli unici elementi che sussistono della decorazione originaria. Dietro ad una balaustra in legno dorato si trova il letto del re. Le due poltrone, il fondo dell'alcova, i tendaggi, il baldacchino ed il copriletto sono in broccato d'oro e argento appositamente rifatto dalle manifatture tessili di Lione nel 1980 sul modello originale.
Al disopra del letto, sul fondo reticolato a rosette, un altorilievo di Nicolas Coustou, la Francia che veglia sul sonno del re. In origine nella camera vi era un solo camino, quello su cui poggia il busto di Luigi XIV di Coysevox. Luigi XV fece costruire il camino sul lato opposto. La parte superiore della cornice dello specchio rappresenta un'innovazione stilistica. Tra la cornice a modiglioni e il soffitto sono sistemati cinque dei nove dipinti eseguiti da Valentin de Boulogne (1590 - 1632), pittore francese di ispirazione caravaggesca operante a Roma, rafurante i quattro Evangelisti e il tributo di Cesare. A questi si aggiunge un altro dipinto, Agar nel deserto, di Giovanni Lanfranco (1582 - 1647), allievo di Carracci. Notevoli i medaglioni sopra le porte, tra cui un autoritratto di Van Dyck.
LA CAMERA DA LETTO DEL RE NEL GRAND TRIANON
La stanza era servita da camera da letto a Luigi XIV e successivamente a suo lio, Gran Delfino, nel 1705, prima di essere riadattata per l'imperatrice Maria Luisa. Nel 1805, il muro divisorio già al tempo di Luigi XIV, poi demolito, venne ripristinato in corrispondenza delle colonne. Nel 1950 fu abbattuto di nuovo.
La balaustra dell'alcova fu eseguita nel 1810 da Marcion, rinomato ebanista che faceva parte del gruppo degli artisti assunti al Garde Meuble, il magazzino degli arredi di Corte. La console à double face è opera di un altro celebre mobiliere: Jacob Desmalter. Il servizio da the in porcellana di Sevres è appartenuto a Maria Luisa. Il letto che vediamo attualmente era stato commissionato da Napoleone per il palazzo delle Tuileries. E' in questo letto che spirò il re Luigi XVIII nel 1824. Le iniziali sono quelle di Luigi Filippo che lo fece trasportare al Trianon. Il cassettone, di Carlo X, venne realizzato nel 1827 da Werner per la parte in ebanista e per la parte decorativa in bronzo da Guillaume Deniere; quest'ultimo fu uno dei maggiori fornitori del mobilio di corte al tempo di Luigi Filippo e di Napoleone III. Sulle casse della biancheria in stile Impero, ai lati del letto, risaltano le cifre di Marie Amelie, consorte di Luigi Filippo, re dei Francesi.
Questa camera, particolarmente suggestiva per le memorie storiche, possiede, oltre gli arredi citati, dei pregevoli vasi di Sevres, notevoli dipinti e un magnifico tappeto di colori tenui. Ricordiamo che tutti i tappeti sono copie di originali antichi che sono andati dispersi, ad eccezione di quello del salone degli specchi che attualmente si trova all'Ambasciata di Francia a Washington.
IL SALONE ROTONDO
Questa anticamera possiede in particolare una magnifico pavimento in marmo policromo a disegni geometrici rafurante una stella. Al di sopra del cammino, un quadro di Verdier, Borea che rapisce Orizia. Un altro dipinto del medesimo artista rafura Giunone e Teti. Le sovrapporte sono di Francois Alexandre Desportes ( 1661-l743).
IL SALONE FRESCO
All'epoca di Napoleone questo salone fu adibito a sala del consiglio. Carlo X vi tiene all'ultimo consiglio dei ministri, nel luglio del 1830,prima di partire per Rambouillet, sulla via dell'esilio.
Gli arredi sono del tempo di Napoleone: il mobile porta documenti di Jacob Desmalter, i sedili ricoperti di arazzi di Beauvais, l'orologio di precisione e il termometro. Il dipinti rafuranti vedute di Versailles sono di J.B. Martin; al di sopra del cammino, Vertunno e Pomona di Bertin.
Il salone delle sorgenti trae il nome dal giardino delle sorgenti, ora sso. Vi si notano pregevoli dipinti J.B. Martin, Chastelain, Housse e della scuola di Monnoyer (per i quadri con motivi floreali).
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