letteratura |
Il movimento trobadorico fu il primo movimento poetico della letteratura europea in volgare, e nasce nel sud della Francia verso la fine dell'XI secolo e si afferma durante il XII e il XIII, con diramazioni in Germania, nella penisola iberica ed in Italia. La civiltà dove essa fiorisce è quella cortese, cioè di corte. Il poeta, il trovatore (da tropus, componimento in versi, con musica, inserito nel canto liturgico), compone per la prima volta in volgare. Il trovatore, un autentico professionista, inventa testo e musica, due elementi inscindibili; infatti la lirica trobadorica è sempre cantata. Tema dominante della poesia trobadorica è la fin'amors, l'amore che raffina, e che trasferisce in ambito sentimentale le modalità del rapporto feudale. Il signore è la donna ed il vassallo è il poeta. Il rapporto amoroso si conura come servizio reso all'amante, con umiltà e obbedienza, alla donna; questa appare distante ed inaccessibile e può riare l'amore dimostrando orgoglio o concedendo una ricompensa. La passione amorosa può essere vissuta dal poeta con felicità o sofferenza: è sempre però tensione positiva generatrice di virtù (per questo l'amore raffina). Quest'amore comporta degli ostacoli: il geloso (il marito) e gli adulatori (gli altri amanti); questo comporta una grande riservatezza da parte del poeta che nella poesia non inserisce il nome vero e proprio dell'amata, ma un segnale.
Il componimento trobadorico deve essere perfetto: le rime sono sempre perfette, perfette simmetrie regolano le strofe e spesso le poesie sono concluse da una tornada, un congedo, che contiene la dedica o il destinatario.
Vi sono due registri principali; c'è quello alto, che comprende il sirventese (schema della canzone, con temi e polemiche morali, letterarie, personali, politiche, nei toni della satira), la tenzone (schema della conzone, con dibattito tra due o più trovatori su tutti gli argomenti possibili) e la spartizione (una tenzone dove però il poeta lascia all'interlocutore un semplice aut aut); c'è poi il registro basso, a cui appartengono la ballata (canzone con ritornello destinata a essere cantata) e la pastorella (dibattito fra un nobile cavaliere e una povera pastorella).
Guglielmo IX, duce d'Aquitania e conte di Poitiers, è il primo trovatore conosciuto. Nato nel 1071, crociato nel 1101 in Terra Santa ed in Sna, sposato due volte, scomunicato, morì a Poitiers nel 1126. Abbiamo di lui dieci componimenti, che trattano principalmente dell'amore cortese, trattando temi che diverranno tipici per i suoi posteri, ma anche dell'amore sensuale, scherzoso e osceno. Scrisse Per la dolcezza della nuova stagione
Per la dolcezza della nuova stagione
Canzone di Guglielmo IX contiene motivi che caratterizzeranno per anni la lirica europea (come la primavera, il segnale e il timore reverenziale verso l'amata). Chiaro esempio di concezione dell'amore come metafora del rapporto feudale.
Cinque strofe di ottosillabi con schema aabcbc.
Jaufre Rudel
Jaufre Rudel, principe di Blaia, partecipò alla seconda crociata nel 1148, nel corso della quale probabilmente morì. La sua attività poetica è documentata da uno scarno canzoniere (con sei sue poesie), caratterizzato dal tema dell'amore lontano; allegoria dell'amore verso la Vergine o verso la Terra Santa; amore reale per una dama lontana; metafora dell'amore cortese. Scrisse Quando le giornate sono lunghe in maggio.
Quando le giornate sono lunghe in maggio
E' la canzone più famosa di Jaufre Rudel e tratta del famosissimo tema dell'amore lontano. Di questa poesia abbiamo anche la vida, cioè la bibliografia. Grazie ad essa sappiamo che Jaufre Rudel fu un nobiluomo, che si innamorò della contessa di Tripoli, senza mai averla vista, tramite le descrizioni dei pellegrini. Scrisse su lei molte canzoni. Per il desiderio di vederla partì crociato, ma lo sorprese una malattia. Fu quindi portato a Tripoli come morto. Appena la contessa venne a sapere tutta la storia, andò da lui e lo prese fra le braccia. Jaufre Rudel percepì che era la contessa, recuperò la vista e l'udito, lodò quindi Dio e poi morì fra le sue braccia. La contessa lo fece seppellire nel tempio con grandi onori e per il dolore della morte dell'amante si fece subito monaca.
Sette strofe unissonans di sette versi ottosillabici ababccd, con parole rima fisse ai versi 2 e 4, seguite da una tirnada di tre versi (ccd).
Rigaut de Berbezilh
Originario della Saintonge, Rigaut de Berbezilh operò nel XII secolo, probabilmente tra il 1140 e il 1157. Di Rigaut restano solo cinque canzoni, una delle quali intessuta di immagini tratti dai Bestiari (enciclopedie sugli animali, in cui oltre ad una analisi scientifica, ne veniva tracciata anche una morale). La sua intera produzione, infatti, fu sempre caratterizzata da immagini tratte dal mondo della natura. Scrissa Ben vorrei sapere se amore
Ben vorrei sapere se amore
In questa canzone e un'interessante similitudine zoologica, tra la tigre e l'inamorato, ripresa da diversi poeti in Italia, come da Stefano Protonotaro in Pir meu cori alligrari (vedi i siciliani).
La canzone è di cinque strofe unissonans, ciascuna di otto versi ottosillabi e decasillabi, a schema abbacddc, seguite da una tornada di tre versi (ddc)
Arnaut Daniel
Arnaut Daniel, famoso presso i contemporanei, elogiato da Dante e Petrarca, attivo fra il 1180 e il 1195, rappresenta forse il culmine della lirica trobadorica per tecnica raffinata e abilità metrica. Ci restano di lui diciotto poesie, ognuna diversa dall'altra per struttura strofica, che si abbina alla propensione per la rima cara, difficile e preziosa quanto oscura. Fu lui a definire la sestina, che diverrà famosa grazie all'uso ne fece Dante. Scrisse Il fermo volere che nel cuore mi entra.
Il fermo volere che nel cuore mi entra
Questa sistina di Arnaut Daniel fu imitata da Dante nella canzone "petrosa" Al poco giorno. Caratterizzata da un lessico aspro e concreto, tratta dell'idea dell'amore come tensione fisica prima che spirituale e sentimentale.
Sei strofe di sei versi ciascuna (un eptasillabo e cinque decasillabi), con schema rimico abcdef, faebdc, cfdabe, ecbfad, deacfb, bdfeca (schema definito "retrogradazione incrociata"); la poesia si conclude con una tornada (eca).
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