letteratura |
L'IDEOLOGIA VERGHIANA
In 'Fantasticheria' è espressa l'ideologia di Verga. La sua ideologia si basa su quello definito l'ideale dell'ostrica che rimane sempre attaccata al suo scoglio. Questo vuol dire attaccamento ossessivo al luogo d'origine e che non prevede cambiamenti sociali. Verga ha una visione ciclica, una visione del ritorno. Quest'ideologia è il frutto del pessimismo di Verga, di ciò che pensa della vita, che non si può cambiare mai. Egli trova così supporto nel pessimismo, nelle leggi che regolano l'uomo, ha un'ideologia conservatrice, che tende a conservare e non ammette passaggi, quindi ogni persona è ancorata al suo strato sociale e non può distaccarsene.
Contrariamente agli autori dell'800 egli è un verista perché descrive la realtà così come dice Alberto Asor Rosa, come 'la tazza del consolo' (= consolazione). Secondo Asor Rosa gli scrittori precedenti a Verga cercavano di consolare ed erano stati populisti nel cercare di vedere sempre l'aspetto positivo del popolo. Verga, invece, fa si che noi lettori stiamo dalla parte degli ultimi, di chi non cambia e così ci stimola al cambiamento.
Verga porta ad essere progressisti, a leggere nella ribellione un tentativo per uscire dallo stato sociale di cui parla. Verga, con il rifiuto della 'tazza del consolo', fa sì che il lettore assuma un carattere critico nei confronti della dura legge della vita. Verga è il primo autore che rifiuta il populismo, dice che il popolo non si può liberare.
Verga afferma che la società umana è dominata dal meccanismo della 'lotta per la vita', un meccanismo secondo il quale il più forte schiaccia il più debole. Gli uomini sono mossi dall'interesse, dall'egoismo e dalla sopraffazione. Questa è una legge di natura che è immodificabile perciò non si possono dare alternative alla realtà esistente, né nel futuro, né nel passato.
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