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A proposito del cattolicesimo del Manzoni bisogna esaminare i motivi. Il suo cattolicesimo non è né mistico né contemplativo infatti la morale non va mai disgiunta con la logica. Per avere un'idea chiara sul cristianesimo di Manzoni bisogna rifarsi alla sua educazione illuminista. Il solo affermare che la logica deve essere sempre presente è un motivo illuminista. Per Manzoni la poesia non è uno sfogo ma deve essere anche una riflessione sentita cosi come egli stesso afferma. L'illuminismo lasciò la sua impronta anche nella religione. Nel trionfo della libertà il Manzoni aveva cantato le idee dei giacobini(libertà, uguaglianza, fraternità) poi diventa cattolico ma non ripudia queste idee che diventano piuttosto patrimonio del suo cristianesimo quindi il suo cristianesimo ha aspetti illuministi.
Il suo cristianesimo è ricco di sensibilità per i problemi sociali e si rifà al cristianesimo arcaico ovvero a quello povero e pre-costantiniano. Egli fu il più grande espressore del romanticismo poiché rappresenta l'uomo religiosamente perché aderisce al cristianesimo, perché affronta tutti i problemi ma cerca di conciliarli con la tradizione e le idee di rinnovamento poste dalla Rivoluzione Francese.
Il cattolicesimo del Manzoni va considerato nella cornice di quel cattolicesimo liberale che è stato un potente lievito di progresso dei paesi cattolici durante il secolo scorso.
Nessuno è mai riuscito a rintracciare nella sua opera una prova convincente del giansenismo, se si accettano quell'ardore appassionato, quell'impulso alla sincerità che lo ricollegano direttamente al Pascal.
La sua poesia diventa grande quando si fa "corale".
Il valore religioso più alto per il Manzoni è l'umiltà nel senso che l'uomo non è abbastanza forte per agire senza l'aiuto degli altri uomini e senza la giuda di rappresentanti di Dio.
La vera chiave religiosa è il Pascal.
La fede del Manzoni è essenzialmente una certezza morale e ciò la rende notevolmente moderna.
Il critico Achille Pellizzari ha fatto uno studio sul Manzoni e ha affermato che il cristianesimo del Manzoni è intinto di coloro giansenistici.
IL GIANSENISMO nacque da una corrente filosofico - religiosa a Portoreale nel 1600. Il giansenismo nasce dall'esigenza di abolire la temporalizzazione della chiesa , essi proponevano un ritorno alla chiesa primitiva , un ritorno al cristianesimo precostantiniano ed arcaico.
I giansenisti si rifacevano a San Agostino che aveva sostenuto che l'uomo si salva non solo con le opere ma anche con la grazia di dio.
Venne chiamato giansenismo dal nome del vescovo olandese Jansen.
Il Pellizzari porta molte prove a sostegno della sua tesi:
disse che i sacerdoti con cui il Manzoni era in contatto erano giansenisti
affermò i contatti del Manzoni con i giansenisti parigini
L' idea del giansenismo era la predestinazione cioè è dio che ci salva oppure ci danna, allora siamo predestinati.
Il Pellizzari afferma che tutto il romanzo è giansenista poiché la conversione dell'Innominato è un fatto miracoloso come è miracolosa la conversione per la fede giansenista.
Anche nel "IL Natale" ci sono dei versi che sembrano giansenisti.
Infatti Manzoni esprime il concetto che l'umanità prostrata dal peccato originale non può sollevarsi se non con l'aiuto di Dio.
Nella tragedia Adelchi c'è una netta distinzione tra i personaggi che fanno il bene e quelli che fanno il male: ecco la predestinazione.
È vero che il Manzoni a poco a poco supera le posizioni giansenistiche ma non le abbandona completamente.
Nei Promessi Sposi non ci sono personaggi del bene e del male e Renzo e Lucia si salvano non per un miracolo ma per le loro azioni.
La fede, piantatasi solidamente nel suo cuore, diventò l'alimento quotidiano del suo pensiero, del suo sentimento.
A questo cattolicesimo si ispira in tutte le sue opere. Esse esprimono la sua concezione pessimistico - cristiana.
Il pessimismo manzoniano emerge nella constatazione della presenza del male, dell' irrazionalità dell' agire umano.
Gli inni sacri sono l'espressione di un sentimento religioso del Manzoni che vede Dio come padre di tutti gli uomini; e vede nella religione, oltre che una norma di vita, un conforto e un mezzo di salvezza per tutti gli uomini.
Il pensiero centrale dell'ode il Cinque Maggio è la vanità della gloria terrena, l'utilità della fede.
(non tutti i critici sono perfettamente d'accordo!)
Il pensiero Manzoniano:
l'uomo in conseguenza al peccato originale è tutt'altro che un angelo; è inclinato al male; per evitarlo dovrebbe ubbidire al vangelo ma più delle volte si fa vincere dall'egoismo e dalle sue passioni.
Se nel mondo trionfa spesso il male non bisogna disperare perché Dio vigila sui sofferenti e fa trionfare, come lo crede opportuno, la giustizia, per la quale bisogna combattere ma non con la violenza.
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