letteratura |
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La posizione degli intellettuali negli anni '30 fu essenzialmente una risposta alla crisi che aveva sconvolto il capitalismo gli inizzi del decennio.
Le sue immediate origini , almeno per la popolazione più giovane , vanno ricercate nella grande depressione del '29-'33 ; in Inghilterra , ad esempio , i primi segni concreti di un maggior interesse tra gli intellettuali per il marxismo ed il partito coumunista si notarono nel 1931 quando il materialismo storico e dialettico divenne argomento di dibattito.
Cio`che colpiva non soltanto i ristretti circoli di intellettuali , potenzialmente o effettivamente comunisti , ma anche strati assai più vasti della popolazione , non era solo la catastrofe globale
della economia capitalistica , ma il fatto che l` Unione Sovietica ne fosse apparentemente immune.
Se il contrasto tra il collasso del capitalismo e l`industrializzazione pianificata socialista spinse alcuni intellettuali verso il marxismo , il trionfo di Hitler , evidente conseguenza della crisi , né convertì assai di più all`antifascismo.
Dopo l`instaurazione del regime nazional socialista , l`antifascismo divenne il nodo politico centrale per 3 motivi essenziali.
In primo luogo il fascismo in sé , fino allora considerato soprattutto come un movimento legato alla realtà italiana , era divenuto la maggiore espressione internazionale della destra.
I movimenti politici fascisti , o quelli che desideravano condividere il prestigio e il potere dei grandi stati europei , ora sotto il regime fascista , crebbero e si moltiplicarono in molti paesi.
In secondo luogo la minaccia del fascismo era tutt`altro che limitata alla sfera politica.
La posta in gioco era il futuro di un intera civiltà.
Se il fascimo calpestava Marx , rigettava anche il liberalismo in tutte le sue forme con la stessa implacabile decisione che riservava al socialismo e al comunismo.
Rifiutava l`intera eredità dell`illuminismo settecentesco e insieme con esso tutti i regimi nati dalla rivoluzione francese da quella americana , e non meno che da quella russa.
I comunisti e i liberali posti di fronte allo stesso nemico e alle stessa minaccia di annientamento , furono spinti inevitabilmente nel medesimo campo.
In terzo luogo il fascismo significava la guerra.
Ogni anno dopo il 1933 , qualche avvenimeto lo confermava drammaticamente : la guerra in Etiopia (1935) , la guerra di Sna (1936) , l`invasione giapponese in Cina (1937) , l`occupazione tedesca dell`Austria (1938).
Le generazione successive al 1918 erano vissute sotto l`incubo di un `altra guerra mondiale e dopo il 1933 ben pochi giudicavano possibile evitarla ancora per molto ; tuttavia nessuno , eccetto i fascisti , e i loro governi , considerava , la prospettiva senza un senso di orrore.
La linea di demarcazione tra gli aggressori e difensori non fu mai cosi netta come in questo periodo.
Via , via che l`aggressione procedeva con successo , la necessità di resistere divenne sempre più evidente e attirò nel campo antifascista l`opinione politicamente più consapevole : a suo tempo la guerra e la resistenza avrebbero chiarito i termini del problema al di là di ogni dubbio.
E come le cose venivano chiarendosi , l`antifascismo si avvicinò sempre più ai comunisti , che non soltanto erano stati sul piano teorico i pionieri di un`azione volta a stringere una vasta alleanza antifascista per la resistenza , ma svolsero anche un evidente funzione di guida in una lotta concreta.
Cio`nondimeno il processo che portò gli intellettuali e altri con loro , all`antifascismo e quindi su posizioni di sinitra non fu lineare , né privò di problemi come potrebbe apparire a prima vista.
Da un punto di vista globale , uno di tali problemi riguardava i paesi dipendenti e coloniali dove l`antifascismo non era una questione che superasse ogni altra cosiderazione , o perché il fenomeno del fascismo europeo era remoto e si ripercuoteva ben poco sulle realtà interne ( come ampie zone dell`America latina ) e poiché non sarebbe stato realistico identificare nel fascismo il nemico prinicipale da combattere.
In altre parole il rapporto tra intellettuali e antifascismo fuori di Europa non si conformava né poteva conformarsi al livello europeo.
Anche l`antifascismo europeo aveva però i suoi aspetti complessi.
Con il procedere degli anni `30 fu sempre più chiaro che l`alleanza antifascista non avrebbe dovuto abbracciare soltanto il centro sinistra , ma qualunque persona , tendenza o organizzazione o stato che per qualsiasi ragione fosse disposto a resistere al regime fascista.
I "fronti popolari" tendevano a diventare "fronti nazionali".
L `inevitabile riconoscimento di questo stato di cose da parte dei comunisti urto`la suscettiblilità della sinistra , compresi molti dei suoi intellettuali.
Cio`, tuttavia , non creò eccessive difficoltà almeno fino alla liberazione o alla vittoria.
Il pericolo della Germania nazista era tale da dare un senso alla coalizzione tra i nemici di ieri , di oggi e domani contro una minaccia più grave della loro divergenza , specialmente quando ciò non implicasse alcun accostamento ideologico.
Insomma , nella sinistra europea l`antifascismo prevalse su ogni alra considerazione.
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