PAVESE
E LEVI: confronto tra le opere
Pavese, nella Casa in collina , come Levi, in Se questo è un uomo, comprende che tutti i morti devono
chiedere spiegazioni ai vivi, che
consiste non tanto di essere vendicati, quanto che la loro morte abbia un senso
e questo dovrà consistere nella costruzione di una società
più giusta ed umana. Per Corrado e Primo Levi il ritorno alla propria
casa significa la capacità di ritrovare se stessi, i propri affetti, i
ricordi felici dell'infanzia e a questo si aggiunge la coscienza di una nuova umanità ritrovata, di una
solidarietà nella quale sta il senso della vita. Il Lager ha segnato
Primo Levi a tal punto che, vedendosi salvato, egli si considera colpevolmente
privilegiato, rispetto a coloro che non hanno fatto più ritorno. Di qui
il categorico imperativo nell'epigrafe di
Se questo è un uomo di fare sapere, di parlare per sè e per
gli ssi, di richiamare sul tempo
della follia l'intervento della ragione, sulla inciviltà una coscienza
di valori. Per Pavese l'arte, la letteratura non è strumento di
registrazione, di denuncia o testimonianza di una situazione disumana, come fa
Primo Levi attraverso i suoi libri, ma mira al recupero dei miti dell'infanzia
alla scoperta del proprio essere. Se Levi fosse morto nel campo di sterminio,
ora molti non conoscerebbero la realtà di quei luoghi. La cultura ha
aiutato Levi a rienserirsi socialmente, mentre durante la prigionia aveva
rappresentato l'unico baluardo contro la brutalità. Gli intellettuali
soffrono di più le irrazionalità della guerra per la
complessità e sensibilità del loro pensiero, perciò
rimangono isolati. La guerra per Levi e Pavese viene considerata non tanto nel
suo significato di lotta vittoriosa contro l'oppressione , quanto nella
tragedia che essa comporta ed in particolare nella lacerazione interiore
dell'animo dei protagonisti. La storia si rivela, quindi, per entrambi gli
scrittori come realtà del dolore, della solitudine, della sofferenza. Ne
La Tregua il ritorno non
è individuale, come avviene per Corrado, ma rappresenta una sorta di migrazione di massa attraverso
il volto multiforme di una Europa disintegrata, di una umanità che cerca
la volontà di vivere. Dopo la solitudine del Lager, la riscoperta della
libertà diventa rapporto con gli altri, vagabondaggio, avventura
nell'aria aperta, scoperta di una vita diversa. Il cammino continua per strade
in Pavese e in Levi è motivo simbolico di una faticosa conquista di
umanità. Ne La tregua , come
in La casa in collina il bosco
rappresenta il ritrovamento di se stessi ed è in un bosco misterioso e
impervio che Levi finisce per smarrirsi ed infine ritrovare la strada dietro il
fischio del treno. I motivi centrale dei due libri sono la riscoperta della
vita, dell'assurdo, il richiamo degli affetti e soprattutto l'incertezza del
futuro. Finita la testimonianza Levi è scosso dall'indifferenza delle
giovani generazioni che non vogliono sapere e per rimanere coerente con se stesso, vuole dare un'ultima
testimonianza con il suicidio. Anche la vita di Pavese contrassegnata dalla
ricerca di partecipazione, del rapporto con gli altri, ma che non riesce a
realizzarsi si risolve con il suicidio per testimoniare il suo fallimento.