letteratura |
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PIRANDELLO
Luigi Pirandello nacque a Grigenti - poi Agrigento - il 28 Giugno 1867 da Caterina Ricci-Gramitto e da Stefano Pirandello. La madre proveniva da una famiglia che aveva partecipato alle lotte anti-borboniche e per l' unita' d' Italia. Il padre Stefano era garibaldino. Luigi trascorse la sua prima infanzia tra Grigenti e Porto Empedocle, sul mare. Assiduo lettore di romanzi, a dodici anni scrive una tragedia in cinque atti che rappresento' con le sorelle e gli amici. Nel 1880 il padre, vittima di frode, cadde in dissesto e la famiglia si trasferi' a Palermo. In quegli anni nacquero in Pirandello, fanciullo e poi adolescente, le prime appassionanti accensioni sentimentali; comincia, in quegli anni, la sua preparazione umanistica e si palesa la sua vocazione letteraria. Nel 1885 la famiglia si trasferi' a Porto Empedocle e Luigi rimase a Palermo, dove, lo stesso anno, termino' il liceo. Ritornato a Porto Empedocle inizio' a prendere coscienza della realta' umana e sociale delle solfatare. Si iscrisse alle facolta' di legge e di lettere di Palermo, dove conobbe alcuni dei futuri dirigenti dei fasci siciliani. Nel Novembre del 1887 si iscrisse all' Universita' di Roma. Visse per alcuni mesi in casa dello zio Rocco, luogotenente di Garibaldi ad Aspromonte. Scrisse in questo periodo alcune opere teatrali che sono andate perdute. Nel 1889 pubblico' Mal giocondo, una raccolta di poesie. In seguito ad un incidente con un insegnante decise di abbandonare l' Universita' di Roma e continuo' gli studi a Bonn, dove scrisse le liriche raccolte in Elegie renane e Pasqua di Gea. Il 21 Marzo 1891 si laureo' con tesi sugli sviluppi fonetici dei dialetti greco-siculi. In quel periodo il trasformismo di De Pretis riusci' a dare un governo stabile al paese, ma non riusci' a risolverne i problemi soprattutto quelli sociali. Infatti si rafforzo' il movimento operaio e nelle elezioni del 1882 si verificarono i primi successi dei socialisti. Intanto l' Italia, nello stesso anno, strinse la Triplice Alleanza con l' Austria e la Germania, mentre nel paese presero forza le correnti militariste. Negli anni seguenti, con la politica di Crispi, l' Italia si affaccio' alla politica coloniale e si costituirono le prime camere di lavoro. Nel campo letterario in quel periodo si riaffermo' il valore delle opere di D' Annunzio e si rivelo' quello della poesia pascoliana; nel 1889 apparirono il Mastro don Gesualdo di Verga e Il Piacere di D'annunzio. Nel 1892, rientrato a Roma, Pirandello collaboro' a diverse riviste letterarie. Il 27 Gennaio 1894 sposo' a Grigenti Maria Antonietta Portulano. Fra il 1895 e il 1899 nacquero tre li: Stefano, Lietta e Fausto. Nel 1894 pubblico' una prima raccolta di novelle, Amori senza amore. Dal 1897 insegno' letteratura italiana all' Istituto superiore di Magistero. Nel 1898 stampo' sulla rivista 'Ariel' il primo testo teatrale, un atto unico dal titolo L' epilogo, poi ribattezzato La morsa. Nel 1901 pubblico' il romanzo L' esclusa e nel 1902 Il Turno. Nel frattempo accaddero molti disordini in Italia tra cui la proclamazione dello stadio d' assedio della Sicilia, nel 1893, e di Milano da parte del Generale Bava Beccaris, nel 1898, durante il quale, a causa della dura repressione, morirono molti cittadini. All' apice di tutta questa serie di eventi drammatici vi fu, nel Giugno del 1900, nel parco di Monza in occasione di una pubblica manifestazione, l'uccisione del Re Umberto I da parte di un anarchico. Cio' voleva vendicare i tragici eventi di Milano. Nel frattempo nacquero Montale, Quasimodo e venne pubblicato Senilita' di Svevo (1895), mentre sulle scene italiane furono rappresentati i primi drammi di D' Annunzio.
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Nel 1904 una frana allago' improvvisamente la zolfara nella quale il padre di Pirandello aveva investito i suoi averi e la dote di Maria Antonietta. Lo scrittore si trovo' in gravi difficolta' economiche fino quasi al punto di suicidarsi. Sulla base di questa esperienza scrisse, nello stesso anno, Il fu Mattia Pascal. Continuo' a collaborare al 'Marzocco' e a alla 'Nuova Antologia' e comincio' a dare lezioni private di tedesco e italiano. Nel 1908 venne nominato ordinario dell' Istituto superiore di Magistero; nello stesso anno scrisse due saggi: L'umorismo e Arte e scienza. Il successo del Fu Mattia Pascal, tradotto subito in varie lingue, valse a Pirandello l' ingresso nella importante Casa editrice Treves. Collaboro' alla rivista 'Trisettimanale politico-militare' e successivamente al 'Corriere della Sera'. Nel 1910 pubblico' sulla 'Rassegna contemporanea' il romanzo I vecchi e i giovani. Il 9 Dicembre 1910 vennero rappresentati al Teatro Metanasio di Roma gli atti unici La morsa e Lumie di Sicilia. |
Nel 1910 pubblico la raccolta di novelle La vita nuda. Dopo la caduta del ministero Zanardelli l' Italia si riaccosto' alla Francia e la vita politica del nostro paese fu dominata per oltre un decennio da Giolitti. Veniva intanto stimolato un certo distacco dagli imperi centrali dai movimenti nazionalisti interni, venne richiesto il suffragio universale e in quegli anni l' Italia progredi' economicamente e socialmente, nonostante aumentasse la sperequazione economica tra nord e sud. Nel frattempo Morirono Carducci e Tolstoj. Pascoli eredito' la cattedra di Carducci a Bologna. Sulle scene vennero rappresentate le opere di D'Annunzio; Freud pubblico' i Tre saggi sulla teoria della sessualita' e nel 1908 tenne a Salisburgo il primo convegno sulla psicoanalisi.
Nel 1913 Pirandello riscrisse I vecchi e i giovani, che venne pubblicato in volume da Treves. Nel 1912 pubblico' la raccolta di novelle Terzetti. La trappola, altra raccolta di novelle, usci' nel 1915, sempre per le edizioni Treves. In questi tre anni scrisse una cinquantina di novelle, tre cui Berecche e la guerra, in parte pubblicate in rivista , le piu' raccolte in volume. Nel Luglio del 1916 Angelo Musco porto' al successo Pensaci, Giacomino! Pirandello, stimolato dall' esito della commedia, scrisse altre opere teatrali: Il berretto a sonagli e Liola', entrambe presentate da Musco. Nel 1917 scrisse le commedie Cosi' e' (se vi pare), La giara e Il piacere dell' onesta', che vengono presentate lo stesso anno. Queste opere segnarono il passaggio dal verismo all' arte propriamente pirandelliana. Nel 1915 gli muore la madre, e si aggrava la malattia psichica della moglie iniziata nel periodo del disastro della zolfatara. Inoltre il lio Stefano venne inviato al fronte e cadde prigioniero. La guerra di Libia (1911-l912) termino' con la vittoria italiana sulla Turchia. L' introduzione del suffragio universale e il ritiro dell' appoggio da parte dei socialisti porto' Giolitti ad accostarsi ai cattolici. Le elezioni del 1913 videro la vittoria del blocco clerico-moderato, che da' al governo un' impronta conservatrice. Nel 1914 avvennero in Italia gravi disordini sociali, mentre era scoppiata la prima guerra mondiale a cui l'Italia intervenne il 24 Maggio 1915. Nel 1917 l' esercito italiano subi' a Caporetto una terribile sconfitta e contemporaneamente in Russia trionfa la rivoluzione bolscevica. In quegli anni morirono Pascoli e Capuana, amico di Pirandello che gli aveva aperto anni prima le porte alla mondo letterario romano e che gli permise di lavorare per il Marzocco e per La nuova Antologia. Intanto poeti come Ungaretti, Saba segnarono una nuova fioritura letteraria. Nel 1918 Pirandello scrisse Il giuoco delle parti e Ma non e' cosa seria, portati in scena rispettivamente da Ruggero Ruggeri e da Emma Gramatica sul finire del medesimo anno. Presso l' editore Treves usci' Un cavallo nella luna, ma nel 1920 lascio' questa casa editrice per diventare autore di Bemporad. Il 10 Maggio 1921 Dario Niccodemi rappresento' Sei personaggi in cerca d' autore, che provoco' contrasti nel pubblico e nella critica. Nel 1921 la lia Lietta si sposo' e si trasferi' nel Cile. Il 24 Febbraio 1922 venne messo in scena l' Enrico IV, mentre altre sue opere entrarono nel repertorio di molte comnie italiane. Nello stesso anno scrisse Vestire gli ignudi, mentre a Londra a a New York vennero rappresentati i Sei personaggi in cerca d' autore. Sempre nel 1922, Adriano Tilgher, amico e ammiratore di Pirandello, pubblico' Studi sul teatro contemporaneo, opera che pose le basi della critica pirandelliana. Conclusa vittoriosamente la prima guerra mondiale l' Italia entro' in uno dei periodi piu' tormentati della sua storia. Il ritorno di Giolitti al governo non ristabili' l' equilibrio politico. Mentre gran parte dell' Europa era scossa dalla lotta tra forze rivoluzionarie e forze conservatrici o reazionarie, nel nostro paese le agitazioni presero caratteri di violenza particolarmente aspri e prolungati. Nacquero il Partito Popolare e il Partito Comunista. L' impresa dannunziana a Fiume e i timori della piccola e media borghesia favorirono le correnti nazionalistiche. Mussolini guido' il movimento fascista che giunse al potere nel 1922. In Germania la lotta politico-sociale mise gia' in pericolo la repubblica di Weimar che raccoglieva l' eredita' del disciolto impero germanico. La Societa' delle Nazioni, fondata nel 1920, si mostro' incapace di ristabilire un equilibrio mondiale.
Superata la crisi per l' assassinio di Matteotti, che sembrava aver segnato la condanna definitiva per il governo fascista, Mussolini rafforza il suo potere. Nel 1925 venne soppressa ogni liberta' e negli anni seguenti tutte le organizzazioni democratiche furono sciolte. Nel 1928 mori' Svevo. Vennero pubblicati Ossi di seppia di Montale (1925). Nel resto dell' Europa nacquero nuove correnti letterarie tra cui i surrealisti, si affermarono autori quali Hemingway, Fitzgerald ed ebbe origine il cinema come nuovo mezzo espressivo. L' unico paese che non diede spazio alle nuove ideologie e alla creativita' fu la Russia a causa dello stalinismo. Tra il 1931 e il 1936 Pirandello visse gli anni migliori della sua vita perche', grazie al successo mondiale del suo teatro, fu costretto a viaggiare moltissimo. Il 9 Novembre 1934 ricevette a Stoccolma il premio Nobel per la letteratura. Scrisse i drammi Trovarsi (1932), La favola del lio cambiato (1933), Quando si e' qualcuno (1933), Non si sa come (1934), e I giganti della montagna. Quest' ultimo rimase incompiuto e ando' in scena piu' tardi, a Boboli il 5 Giugno 1937. Scrisse inoltre un soggetto cinematografiche un libretto d' opera. Mori' il 10 Dicembre 1936. |
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Durante gli ultimi anni della sua vita la situazione mondiale peggioro' nuovamente perche' la Germania si apprestava a scatenare un attacco contro le potenze democratiche e contro l' Unione sovietica. In Italia venivano intanto pubblicate le opere di Saba, Ungaretti e Quasimodo. In Italia venivano intanto pubblicate le raccolte di poesie di Ungaretti, mentre a livello mondiale furono pubblicate alcune opere fondamentali di Freud. Tra il 1922 e il 1923 Pirandello scrisse gli atti unici All' uscita, L' imbecille, L' uomo dal fiore in bocca e L' altro lio e la commedia in tre atti La vita che ti diedi. Nel 1924 scrisse per il teatro Ciascuno a modo suo, nel 1927 Diana e la Tuda, nel 1929 Lazzaro, nel 1930 Come tu mi vuoi e Questa sera si recita a soggetto. Contemporaneamente riprese a scrivere novelle e romanzi: nel 1926 pubblico' Uno, nessuno e centomila. Stefano Pirandello , Orio Vergani, Massimo Bontempelli e altri fondarono a Roma un Teatro d'Arte: la direzione artistica fu assunta da Pirandello. In questa comnia debutto' Marta Abba, la giovanissima interprete che divenne in seguito l' ispiratrice dell' opera di Luigi Pirandello degli ultimi anni. Nel 1928, scioltasi la comnia pirandelliana, Marta Abba formo' una propria comnia che avrebbe portato ovunque il teatro di Luigi Pirandello.
I Temi Pirandelliani
Pirandello e' uno scrittore complesso, talvolta cervellotico nell'immaginare le
situazioni in cui colloca i suoi personaggi, ma sempre ricco di inventiva e
capace di sollecitare la partecipazione del lettore o dello spettatore. I temi
su cui egli ha maggiormente insistito nei suoi lavori letterari sono quello
della solitudine dell'uomo e quello dell'illusorieta' e dell'instabilita' dei
rapporti interpersonali. Per Pirandello, ogni individuo presenta agli altri una
fisionomia molteplice e cangiante, innafferrabile proprio per la sua continua
mutevolezza. E' come se ciascuno di noi avesse una, ma molte personalita',
tutte diverse. A tizio appariamo in un certo modo, a Caio in un altro, a
seconda dei nostri umori; ma anche a seconda del loro umore, che contribuisce a
farci risultare in una luce sempre diversa. Persino a noi stessi il nostro io
manifesta, secondo i momenti, un volto differente: siamo capaci di bonta' e di
cattiveria, di generosita' e di vilta', di affetto e di invidia. Come si vede,
Pirandello avverte acutamente una certa crisi d'identita' che il soggetto prova
nei confronti di un mondo caotico e in continua trasformazione di una societa'
(quella industriale) che ha distrutto la stessa possibilita' di un'autentica
intesa tra le persone. Egli avverte, anche, una forte crisi di fiducia
nell'oggettivita' delle cose e delle idee. Tutto cio' che rientra nel raggio
della nostra esperienza non e' che un'apparenza illusoria; non ci sono certezze
(tanto meno certezze scientifiche), ma solo dubbi, e una costante e convulsa
ricerca di qualcosa che possa apare il nostro desiderio di felicita'. E si
pensi che egli scriveva in un'epoca caratterizzata da grandi entusiasmi per le
possibilita' nuove offerte dalla scienza: ma a cosa servono le conoscenze
scientifiche, se l'uomo stesso e' cosi' fragile ed inafferrabile? Quasi a
reagire a questo perenne senso di incertezza, i personaggi teatrali di
Pirandello dialogano fittamente tra di loro. Essi vivono interamente in questo
loro dialogo, che e' tutto intessuto di amare confessioni, di angosciose
richieste, di finte indifferenze che celano in realta' il desiderio di
sollecitare l'interessamento degli altri per i propri casi. Ma e' un dialogare
tra sordi, tra gente che non si comprende: il vero volto di ciascuno sembra
continuamente sfuggirci e quello che prima ci appariva uno strano burlone,
magari un po' folle, di colpo ci appare come un uomo disperato, che porta dentro
di se' una tragica esperienza. La narrativa di Pirandello si ispirava, agli
inizi del novecento, ai canoni del verismo. Inoltre apprese presto le regole
del verismo seguendo la scia di Luigi Capuana, il quale rappresentava
obiettivamente e descriveva attentamente ogni minimo particolare. Una delle
leggi fondamentali era il principio dell'impersonalita'. La realta' veniva
ricostruita secondo una sua meccanica interna, attraverso la concatenazione
rigorosa di causa ed effetti. Alla sua base si trovava una tendenza di natura
vagamente sociale, un interesse per gli ambienti e le ure della piccola
borghesia e del popolino, una spiccata predilezione per la casistica
sentimentale e passionale al livello piu' comune, pur senza esclusione di
situazioni tese e di colpi di scena spesso melodrammatici.
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