PRIMO
LEVI
"Se
questo è un uomo"
Primo Levi nasce a Torino nel 1919. La sua
vita scorre serena fino al 1938, quando il governo italiano emana alcuni
provvedimenti molto restrittivi nei confronti degli ebrei: con
difficoltà riesce a laurearsi presso la facoltà di chimica e
tuttavia con il massimo punteggio. Qualche mese dopo si trasferisce a Milano,
inizia a lavorare sotto falso nome e contemporaneamente si iscrive al Partito
di Azione clandestina. Ben presto è costretto a fuggire in Val d'Aosta e
qui entra in contatto con un gruppo di partigiani. Il 16 dicembre 1943, levi
viene catturato dai fascisti e inviato nel campo di internamento di Fossoli (presso Modena); dopo qualche settimana si aprono
per lui le porte del campo di lavoro Buna Monowitz (Auschwitz) in Polonia.
Riassunto
Primo Levi è stato
catturato dai nazisti nel 1944 e successivamente è stato deportato nel
campo di concentramento di Auschwitz. Dopo un lungo
viaggio arriva in campo, viene spogliato di tutti i suoi averi, i suoi capelli
vengono rasati, per essere riconosciuto i nazisti tatuano sul suo braccio il
numero 174 517. Da quel momento Primo ha perso ogni suo diritto e inizia a
lavorare come se fosse uno schiavo. Mentre trasportava delle traversine si
ferisce ad un piede e viene ricoverato in Ka-Be che
è l'infermeria del campo. Lì conosce per la prima volta le
selezioni. Quando viene dimesso viene assegnato ad un' altra baracca nella
quale incontra il suo migliore amico, Alberto, ma nn
riesce a dividere con lui la stessa cuccetta. Durante la giornata lavorativa fa
amicizia con Reisnyk, il suo nuovo comno di
cuccetta. Reisnyk è un uomo moto generoso con
Primo, infatti egli lo aiuta spesso nel lavoro. Dopo un breve periodo primo
viene scelto, insieme ad altri prigionieri, per andare a far parte del kommando chimico, ma prima deve sostenere un esame. A Primo
viene affidato l'incarico di aiuto trasportatore: il suo compito è
quello di aiutare Jean a trasportare la zuppa fino
alla sua baracca. Durante il tragitto egli ricorda alcuni versi della Divina
Commedia e ne spiega il significato a Jean.
Nell'Ottobre del 1944, a causa dell'arrivo di altri prigionieri, iniziano le
selezioni. Primo, fortunatamente riesce a salvarsi. Primo ha superato l'esame
di chimica e viene scelto per andare a lavorare nel laboratorio dove lavorano
anche alcune donne civili. Intanto i russi si stanno avvicinando e molti
prigionieri sperano nell'ormai prossima liberazione. Una notte, un prigioniero
accusato di sabotaggio in quanto aveva fatto saltare in aria un crematorio di Birkenau, vene impiccato. I russi stanno bombardando il
campo. Primo è malato ed è ricoverato in Ka-Be
insieme ad altri prigionieri. Il campo viene evacuato, Alberto fugge via, gli
ufficiali e le guardie delle SS fuggono. Primo riesce a sopravvivere con i suoi
comni fino all'arrivo dei russi, i quali provvedono alla liberazione dei
prigionieri rimasti: è il 27 gennaio 1945.
Dopo un viaggio
durato circa 8 mesi Levi ritorna nella sua città d'origine. Se pur
faticosamente Levi riesce a reinserirsi socialmente e a recuperare la sua vita:
si sposa, ha due li, lavora come chimico, si dedica alla scrittura,
attraverso la quale ha creduto di esorcizzare i propri ricordi. A partire dagli
anni ottanta, tuttavia, i fantasmi del passato tornano a tormentarlo. Il cerchio
si comincia progressivamente a chiudersi. L'unico momento liberatorio
sarà quello in cui deciderà di togliersi la vita l'11 aprile del
1987.
I motivi che hanno
spinto Levi a scrivere "Se questo è un uomo" sono almeno due: in primo
luogo utilizza la ina come sorta di lettino freudiano, per liberare la mente
e il cuore dagli orrori visti e subiti. A ciò si aggiunge poi la
volontà di lasciare una testimonianza indelebile di quanto accaduto:
questo diventerà lo scopo fondamentale della Sua vita. Egli vuole che la
sua testimonianza assuma un valore filosofico, sociologico e psicologico, ma
soprattutto storico. Levi incarna l'uomo prigioniero di una promessa fatta a se stesso e agli
altri: non permettere la vittoria dell'oblio.