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PROMESSI SPOSI: QUESTIONARIO PER LE VACANZE

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PROMESSI SPOSI: QUESTIONARIO PER LE VACANZE



Evidenzia la diversa condizione socio - economica di luoghi e ambienti in cui si svolge l'azione principale e di quella in cui si svolge l'azione narrata nel flash back, presenti nel cap. IV°.

Il modulo si apre all'alba del 9 novembre quando Padre Cristoforo, lasciando il convento dei cappuccini di Pescarenico per recarsi a casa di Lucia, scorge la mestizia del paesaggio che sta attraversando in cui segni di carestia e miseria sono evidenti nei numerosi mendicati, nella svogliatezza rassegnata dei contadini e nell'immagine di una "fanciulla scarna" che contende alla "vaccherella magra stecchita" le erbe di cui cibarsi.

Una condizione socio - economica assai diversa dall'ambiente presentato nel flash back in cui Fra' Cristoforo, allora Ludovico, viveva. lio di un parvenu, ossia di un mercante che, essendosi arricchito, aveva abbandonato il commercio, Ludovico, aveva contratto abitudini signorili: era stato educato secondo la condizione nobile dei tempi, aggirandosi fra gli ambienti frequentati dagli esponenti dai ceti superiori e questo fino a quanto la sua vita cambiò in seguito all'omicidio involontario ai danni di un uomo; da allora entrò in convento.




Metti in rilievo la corrispondenza tra l'aspetto fisico di Fra Cristoforo e il suo carattere.

La rappresentazione di padre Cristoforo, è giocata sulla contraddizione psicologica del personaggio fra tendenza generosa alla rivolta immediata e controllo della volontà, fra l'orgoglio e l'umiltà: il movimento del suo capo raso, salvo la piccola corona di capelli, che vi girava intorno, esprimeva ancor più la fierezza e la semplicità; la barba bianca e lunga, che gli copriva le guance e il mento, faceva risaltare le forme sporgenti accentuate da un digiuno volontario. Gli occhi infossati, assomigliano a due cavalli bizzarri corretti da un esperto cocchiere, esprimevano un impeto che rie ogni qualvolta il personaggio si trovi di fronte a soprusi e ingiustizie.


A Ludovico era saltata in testa più di una volta l'idea di farsi frate. Perché?

A quei tempi, farsi frate era il ripiego più comune per uscire dagli impicci, e Ludovico, trovandosi sempre coinvolto in loschi intrighi per affermare l'indole di giustizia che lo caratterizzava, in molteplici occasioni aveva espresso la volontà di prendere i voti, ma questa sua fantasia dopo l'omicidio divenne una risoluzione.


"Vile meccanico" dice il nobile a Ludovico. Che significato aveva la parola meccanico nel '600?

Nel '600 la parola meccani, stava ad indicare persone addette a lavori manuali, quindi utilizzato come termine dispregiativo che stava ad indicare anche persone rozze e volgari.

Ludovico è appellato dal nobile in tal modo poiché egli era il lio di un mercante arricchito, ma pur sempre di un mercante, ossia di una persona che "lavora con le mani".







Grazie a quale suo atteggiamento e a quali sue parole fra Cristoforo ottenne il perdono della famiglia dell'ucciso e l'ammirazione dei presenti nella scena della riconciliazione?

Le parole con le quali fra Cristoforo ottenne il perdono della famiglia dell'ucciso e l'ammirazione dei presenti nella scena della riconciliazione sono:

<Io sono l'omicida di suo fratello. Sa Iddio se vorrei restituirglielo a costo del mio sangue, ma, non potendo altro che farle inefficaci e tarde scuse, la supplico di accettarle per l'amor di Dio.>

Attraverso quest'atteggiamento di pentimento, egli costituisce l'immagine di portatore di valori in una società vuota e retorica.


Quali elementi del palazzotto illustrano la personalità di Don Rodrigo?

Il Manzoni, a differenza del metodo seguito per gli altri suoi personaggi, non ci da mai un ritratto diretto di Don Rodrigo; la prima volta che appare nella scena, non è descritto l'uomo, ma il palazzotto da cui egli esercita la sua signoria e tirannide. La sua posizione isolata, la porta chiusa, le rade e piccole finestre difese da grosse inferiate, denotano una personalità malvagia quasi fosse un parassita di una società male ordinata e volta alla malignità, inoltre la presenza dei due avvoltoi, ciascuno su un battente del portone, dimostrano ancor più lo squallore, la prepotenza e l'ostentazione del potere e della violenza. Il palazzotto era considerato come il "covile della fiera", ossia la tana della belva.


La reazione di fra Cristoforo al racconto di Agnese si manifestano non solo a parole, ma anche attraverso i gesti: quali sono e che sentimenti esprimono?

Fra Cristoforo, mentre ascoltava il discorso di Agnese, diventava di mille colori, alzava gli occhi al cielo, batteva i piedi per terra e si copriva il volto con le mani: questi atteggiamenti stanno ad indicare la sofferta partecipazione al dolore delle donne, e la richiesta di aiuto a Dio affinché non le abbandonasse. Poi, appoggiando il gomito sinistro sul ginocchio e chinando la fronte sulla mano, strinse la barba e il mento come per riunire tutte le sue forze e il suo coraggio. 


Usando le categorie narratologiche, definisci i rapporti tra i personaggi che compaiono nel modulo V°.

Lucia

Protagonista

Destinatario

Renzo

Protagonista

Destinatario

Agnese

Aiutante

Mandante

Padre Cristoforo

Aiutante

Destinatore

Don Rodrigo

Antagonista


Servitore

Aiutante


Due convitati, il podestà, Azzecca-garbugli, Don Attilio.

Secondari


Trascrivi i numerosi appellativi con cui Don Rodrigo è stato indicato fino al modulo VI°

Don Rodrigo è definito:

Illustrissimo, signore rispettabile, cavaliere, birbone, soverchiatore, uomo senza timore di Dio, belva, prepotente, dannato, assassino, malvagio, abbandonato da Dio, padrone.





Nei primi moduli del romanzo Don Rodrigo entra in scena in maniera indiretta; per bocca di chi e in quali circostanze?

Nel primo modulo Don Rodrigo entra in scena in maniera indiretta, nominato durante il dialogo tra Don Abbondio e i bravi, i quali si erano recati dal signor curato nella mattina del 7 novembre 1628, per intimarlo, su ordine "dell'illustrissimo" (Don Rodrigo), a non celebrare il matrimonio fra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Nel modulo III° Lucia rivela a Renzo e alla madre Agnese di aver subito molestie verbali al ritorno dalla filanda da parte di Don Attilio, cugino di Don Rodrigo, in seguito a una scommessa proposta da quest'ultimo.


Nel modulo VI°, caratterizzato da una fondamentale continuità temporale, vi sono tuttavia alcune analessi: individuale.

Un'analessi enuncia la vita passata del vecchio servitore di Don Rodrigo, quando ancora era alle dipendenze di suo padre.


Chi incontra Padre Cristoforo quando esce dalla sala del colloquio? Ricostruisci il ruolo e la biografia di questo personaggio minore.

Padre Cristoforo, uscendo dalla sala del colloquio incontra il vecchio servitore, che rappresenta una possibilità di speranza e anzi egli vede in lui addirittura l'intervento della divina Provvidenza. Il suo capo bianco e la sua postura curva denotano un'età avanzata, superiore a quella di fra Cristoforo; egli rimpiangeva la vecchia condizione della casa, quando era diretta dal padre di Don Rodrigo, una persona mite e un onesto galantuomo, a differenza del lio, violento e malvagio, al quale il vecchio servitore riluttava a rivolgere la parola.


Dopo la lettura di 6 moduli definisci la ura morale di Lucia. (cap. I-III-VI)

Lucia, esponente delle classi umili, è descritta dal Manzoni come un personaggio domestico, infatti, fuori di tale ambiente, si sente insicura e indifesa; appare sempre protetta da una ura femminile più matura (la madre Agnese), ciò non significa che sia un personaggio debole e fragile: in realtà, infatti, ha una forte tempra morale e una solida formazione religiosa che la preservano dalle insidie del male. E' rilevante che sia mostrata sempre nell'atto di "schermirsi", ossia ella si ripara sempre, non solo dalle minacce esterne che la perseguitano, ma dall'insidia interna delle passioni. Lucia si rivela una personalità adulta e autonoma, pienamente responsabile e consapevole di ciò che fa, preferisce ad abbandonarsi alla fiducia nella giustizia divina, sino a rischiare la passività.


Definisci il rapporto tra fabula e intreccio nei cap. IV-V-VI

La fabula è l'insieme degli elementi narrativi nel testo nella loro connessione naturale, cioè in successione logica - temporale - casuale.

L'intreccio è il montaggio che l'autore fa degli eventi della fabula nel suo racconto, cioè l'ordine in cui dispone gli eventi, organizzandoli secondo connessioni che rispondono alle sue esigenze narrative.


Nel modulo IV°, la successione logico - causale è interrotta dall'analessi che racconta la vita passata di fra Cristoforo, prima di entrare in convento, in seguito all'omicidio casuale di un uomo. Il modulo V° è caratterizzato da una fondamentale continuità temporale (fabula).

Nel modulo VI°, nonostante la successione logico - temporale, vi sono tuttavia alcune analessi.


Individua le ure retoriche presenti nei seguenti passi, sottolineando anche a chi si riferiscono e chi le pronuncia.

- Il narratore dice: "Vide Lodovico spuntar da lontano un signor tale . che gli era cordiale nemico." : 1= anastrofe; 2= è un ossimoro;

- il podestà dice: "Il conte duca è una volpe vecchia, parlando con dovuto rispetto che farebbe perdere la traccia.": 1= metafora;

"non vi perderete d'animo. Egli vi assisterà. Egli vede tutto. Egli può servirsi di un uom da nulla come son io.": 1= anafora;

"il podestà, come un bastimento disimbrogliato da una secca, continuò a gonfie vele, il corso della sua eloquenza.": 1= similitudine.




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