Parini
La favola del piacere
Parafrasi
Forse non è vero, ma è noto
che un giorno gli uomini furono uguali; e nobiltà e plebe furono termini
sconosciuti. Uno stesso istinto, una stessa forza spingeva gli uomini verso il
cibo, il bere, il sesso e il sonno: non avevano alcuna volontà, nessuna
possibilità di scegliere tra le cose, i luoghi o i momenti. I primi
antenati si ritrovavano insieme allo stesso fiume per bere, allo stesso albero
da frutto per mangiare, alla stessa ombra per riposarsi, come gli antenati
della tanto disprezzata plebe.
Le stesse grotte, lo stesso suolo offrivano loro riposo; e si vestivano
con le stesse vesti di pelo di animale. Solo una preoccupazione era comune a
tutti gli uomini: sfuggire il dolore, e il piacere non era ancora conosciuto.
La situazione egualitaria degli uomini non piacque agli dei che inviarono sulla
terra il Piacere. Come già avevano fatto sui campi di battaglia di
Troia, Piacere scese lentamente sulla terra attraversando l'aria; e questa
è felice per una sensazione che non era mai stata conosciuta. Accarezza
il corpo degli uomini e sfiora i muscoli del nobile a cui intorno si aggirano
la Bellezza e la Gioia. Dolci come il miele, le lusinghe scorrono sulle labbra
rosse come fragole; e dagli occhi escono scintille di luce tremolante con le
quali si infiamma l'aria mentre lui sta scendendo. Infine sulla tua schiena, o
Terra, si stampò la sua prima impronta; e subito si sparse dappertutto
un tremolio soave. E sempre crescendo scosse le viscere della natura: come da
lontano si sente arrivare il tuono nelle notti d'estate, e col suo suono
profondo sorge di monte in monte, e nella foresta e nella valle riecheggia il
rimbombo, finché piove che riconforta, ravviva, rallegra gli uomini, gli
animali, i fiori e le piante. Fortunati fra tutti i mortali voi che Prometeo ha
generato in maniera perfetta il nobile corpo inondandolo di fluido altrettanto
nobile. Voi sentiste le ignote sollecitazioni del piacere. In voi velocemente
si formarono le voglie che producono il desiderio. Voi per primi scopriste il
buono e il meglio; e con dolcissima foga correte per ottenerli. Allora il sesso
femminile, che prima era solo necessario, ottenne il nome di amabile e di
bello. Distinguendo il bello dal brutto voi foste di esempio a Paride, che dovette
formulare il famoso giudizio nella contesa tra le tre bellezze divine; e solo
voi per primi sentiste il senso della bellezza. Tra tutti i sapori voi
coglieste i più dolci: e quindi preferiste il vino all'acqua; e si
scelse il vino ottenuto da grappoli esposti maggiormente al sole e da terre con
il terreno ricco di zolfo. Così l'uomo si divise: e il signore si
distinse dai plebei nel cui petto troppo a lungo rimasero intorpidite le
insensibili fibre nervose, incapaci di
reagire agli stimoli soavi del Piacere che pure aveva toccato anche loro e come
i buoi sono ancora curvati dallo stimolo del bisogno. E furono nati per vivere
tra l'avvilimento, il lavoro e la miseria e per essere chiamati plebe. Ora
signore che racchiudi nelle vene sangue purificato attraverso mille reni dei
tuoi antenati nobili, che non hanno mai conosciuto il bisogno, poiché in altra
età abilità, violenza o caso resero grandi i tuoi antenati,
poiché il passare del tempo ha finalmente radunato in te le ricchezze che prima
appartenevano a più famiglie, gioisci delle tua capacità di
sentire piacere, che è il destino assegnatoti dal cielo; e l'umile volgo
intanto che ha ricevuto in sorte il lavoro, ora fornisca a te gli strumenti del
tuo piacere, egli che è nato per servirli alla mensa del nobile, non per
goderne.